Martin Heidegger, la vita e l'opera: differenze tra le versioni

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Quando, il 7 gennaio 1919 Heidegger diviene assistente di Husserl <ref>Husserl fu chiamato nel 1916 a sostituire Heinrich Rickert, mentre Heidegger era impegnato nel servizio militare. Husserl ebbe come assistente Edith Stein (1891-1942) dall'ottobre 1916 a febbraio 1918.</ref>ha già affrontato<ref>Su questo Volpi, Heidegger in EF, p.5211.</ref>, oltre gli studi già citati di Brentano e di Braig, anche i due volumi della ''Logische Untersuchungen'' (1900-1901)<ref>In italiano ''Ricerche logiche'', a cura di Giovanni Piana, 2 volumi, Milano: Il Saggiatore, 1968</ref> del padre della fenomenologia.
 
È in questo periodo, tuttavia, che Heidegger inizia a maturare una propria visione dell'"ermeneutica della fatticità", così nei suoi "primi corsi friburghesi" (1919-1923) si inizia aad evidenziareemergere una certa originalità di pensiero <ref>Volpi, ''Heidegger'', in EF, p. 5212.</ref>. Partendo dal principio husserliano dell'andare alle "cose stesse" Heidegger pone al centro della sua ricerca il problema della vita umana, volendo comprenderla all'interno della sua "fatticità e storicità". Quindi Heidegger non intende porre la "vita umana" tra gli oggetti da osservare, non intende "sospendere la vita" (''ent-leben''), ma muoversi con essa alla ricerca della sua "autenticità" ovvero dell'ambito che le è proprio.
 
{{q|Heidegger intende e pratica la filosofia non come un'attività teoretica tra le altre, come un sistema di teorie e dottrine indifferente alla vita, ma come comprensione della vita che implica una forma di vita e dà forma alla vita. La filosofia non è solo sapere, ma anche scelta di vita: è salvezza e redenzione.|Franco Volpi, ''Heidegger'' in "Enciclopedia filosofica" vol.6. Milano, Bompiani, 2006, p. 5212}}