Utente:Xinstalker/sandbox16: differenze tra le versioni

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L'opera si compone di quattro capitoli.
 
#* '''''Die Grundfrage der Metaphysik''''' (La domanda metafisica fondamentale). Nelle lezioni riportate in questo capitolo Heidegger intende rispondere alla domanda perché vi è l'"ente" piuttosto che il "nulla" (''Warum ist überhaupt Seiendes und nicht vielmehr Nichts?''), intendendo come "ente" (''Seiendes'', anche tradotto come "essente") ciò che nella cultura greca veniva indicato come φύσις (''phýsis''). Tale domandare non è un fatto qualunque ma un accadimento particolare, accadimento che Heidegger indica come "evento" ("''Geschehnis''": ''Dieses Fragen ist deshalb in sich kein beliebiger Vorgang, sondern ein ausgezeichnetes Vorkommnis, das wir ein ''Geschehnis'' nennen''). Tale domanda sul "perché", come le altre in essa radicate e in cui essa stessa si svolge, non è paragonabile a nessun'altra domanda (''Diese Frage und alle in ihr unmittelbar verwurzelten Fragen, in denen diese eine sich entfaltet, diese Warumfrage ist gegenüber jeder anderen unvergleichlich.''). Porre questa domanda è "interrogare fino in fondo", esaurire l'inesauribile, e quando ciò avviene c'è "filosofia" ma, avverte Heidegger:
{{q|Ogni interrogare essenziale della filosofia permane necessariamente inattuale. E questo sia perchè la filosofia si spinge molto più avanti del suo presente attuale, sia perché essa ricongiunge il proprio presente al suo remoto ed iniziale passato: in ogni caso la filosofia permane un genere di sapere che non solo non si lascia attualizzare ma, al contrario, sottopone alla propria misura il tempo. La filosofia è, per sua stessa essenza, inattuale: essa appartiene infatti a quel genere di cose il cui destino è di non trovare mai una immediata risonanza nel presente, e anche di non doverla mai incontrare. Allorché qualcosa di simile accade, quando una filosofia diventa di moda, allora o non si tratta di vera filosofia, oppure essa risulta sviata dal suo senso e indebitamente sfruttata per scopi qualsiasi, a lei estranei, piegata a esigenze del momento.
Perciò la filosofia non è nemmeno un sapere tale da potersi apprendere immediatamente, com’è delle conoscenze tecniche o di mestiere, né un sapere da potersi immediatamente applicare, come quello economico o quello, in genere, professionale, che, di volta in volta, si può apprezzare in base alla sua utilità. Ma ciò che non è utilizzabile può nondimeno, anzi piú di ogni altra cosa, costituire una potenza. Quello che non possiede alcuna immediata risonanza nella vita di tutti i giorni può stare in intima consonanza con l’accadere autentico della storia di un popolo. Può perfino costituirne l’annuncio profetico. Quanto è ora inattuale avrà il suo tempo adatto. Questo vale per la filosofia. Pertanto non si può nemmeno stabilire quale sia, in linea generale, il compito vero e proprio della filosofia e quello che ci si deve, per conseguenza, attendere da essa. Ogni tratto e ogni grado del suo sviluppo reca in sé la propria norma. La sola cosa che si possa dire è quello che la filosofia non può essere e non può dare.|10-11/20|Alles wesentliche Fragen der Philosophie bleibt notwendig unzeitgemäß. Und das deshalb, weil die Philosophie entweder ihrem jeweiligen Heute weit vorausgeworfen ist oder aber, weil sie das Heute an sein früher und anfänglich Gewesenes zurückbindet. Immer bleibt das Philosophieren ein Wissen, das sich nicht nur nicht zeitgemäß machen läßt, das vielmehr umgekehrt die Zeit unter sein Maß stellt. Die Philosophie ist wesenhaft unzeitgemäß, weil sie zu jenen wenigen Dingen gehört, deren Schicksal es bleibt, nie einen unmittelbaren Widerklang in ihrem jeweiligen Heute finden zu können und auch nie finden zu dürfen. Wo solches scheinbar eintritt, wo eine Philosophie Mode wird, da ist entweder keine wirkliche Philosophie oder diese wird mißdeutet und nach irgendwelchen ihr fremden Absichten für Tagesbedürfnisse vernutzt.