Storia della letteratura italiana/Decadentismo: differenze tra le versioni
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Come è già stato detto, è difficile indicare in maniera univoca delle coordinate cronologiche per il decadentismo. Alcuni autori, come per esempio Giuseppe Petronio, lo hanno esteso per tutto il Novecento, comprendendovi anche le esperienze letterarie del secondo dopoguerra (come per esempio il [[../Neorealismo|neorealismo]]).<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio | L'attività letteraria in Italia | 1969 | Palumbo | Palermo }}</ref> Studi più recenti tendono invece a limitarne l'uso agli anni compresi tra decenni finali dell'Ottocento e i primi anni del Novecento. Inoltre, pur riconoscendo che molte correnti e movimenti che si affacceranno nel nuovo secolo affondano le loro radici nel decadentismo – come per esempio il futurismo, il crepuscolarismo, l'ermetismo –, riunire sotto un'unica etichetta fenomeni culturali così diversi tra di loro potrebbe indurre a confusioni.<ref name="Baldi27">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razzetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di storia della letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=27 }}</ref>
I più rappresentativi autori del decadentismo italiano sono Gabriele D'Annunzio e Giovanni Pascoli. Ad Antonio Fogazzaro, che all'epoca conobbe ampia fortuna, è oggi riconosciuto solo un ruolo secondario;
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