Storia della letteratura italiana/Ermetismo: differenze tra le versioni

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L'ermetismo fu un atteggiamento affermatosi nella poesia italiana tra gli anni trenta e quaranta, a cavallo delle due guerre mondiali. Il centro principale di questa tendenza fu Firenze: nella città toscana aveva sede l'editore Vallecchi, che offriva appoggio alla diffusione dell'ermetismo, e si trovavano i più importanti luoghi di incontro per i lirici nuovi (tra i più famosi c'è il caffè Giubbe Rosse).<ref>{{cita libro | autore1= Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso | autore3= Mario Razzetti | autore4= Giuseppe Zaccaria | titolo= La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | opera=Moduli di letteratura | editore= Paravia | città= Torino | anno= 2002 | p=132 }}</ref> In generale poesia ermetica si caratterizza per l'attenzione per la tematica esistenziale, il rifiuto della storia, l'impiego dell'analogia.
L'ermetismo non fu una vera e propria corrente letteraria del Novecento, ma un atteggiamento assunto da un gruppo di poeti e affermatosi in Italia tra gli anni trenta e quaranta, a cavallo delle due guerre mondiali.
 
La caratteristica più nota dell'ermetismo è la forte riduzione all'essenziale, che abolisce la punteggiatura e propone componimenti poetici notevolmente sintetici e brevi, talvolta di soli due o tre versi.
 
== L'origine dell'ermetismo ==
[[File:Pavimento di siena, ermete trismegisto (giovanni di stefano) 02.jpg|thumb|left|Ermete Trismegisto, il personaggio leggendario di età ellenistica da cui deriva il nome "ermetismo"]]
Il termine, coniato da Francesco Flora nel 1936, rimanda ad una concezione mistica della parola poetica perché fa riferimento alla figura leggendaria e mistica di Ermete Trismegisto (''Ermes il tre volte grandissimo'') risalente al periodo ellenistico, al quale erano stati attribuiti testi filosofico-misterici e spirituali del II-III secolo d.C., che si ispirava all'antica sapienza egizia, celata nell'enigmatico linguaggio dei geroglifici. Tuttavia un possibile legame si può trovare anche verso il dio greco Ermes, messaggero e traduttore degli Dei , proprio per sottolineare la difficoltà di comprensione di questo genere di poesia. Nello stesso anno, 1938, Carlo Bo pubblicò un saggio sul ''Frontespizio'', ''Letteratura come vita'', contenente i fondamenti teorico-metodologici della poesia ermetica.
 
Sul piano letterario con il termine ermetismo si sottolinea una poesia dal carattere ''chiuso'' (''ermetico'') e volutamente complesso, solitamente ottenuto attraverso un susseguirsi di analogie di difficile interpretazione.
 
Alla base di questo movimento, che ebbe come modello i grandi del decadentismo francese come Stéphane Mallarmé, Arthur Rimbaud e Paul Verlaine, si trova un gruppo di poeti, chiamati ermetici, che seguirono il modello di Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo e Eugenio Montale.
 
Alle radici della poesia ermetica ci sono le esigenze espressive non solo del decadentismo francese ma anche quelle di Rilke, Eliot, Lorca, del simbolismo di Pascoli, del surrealismo. Tale poesia, per l'assoluta ricerca di essenzialità, ha assunto il nome di ''poesia pura''. Ne risulta una poesia concentrata ed essenziale, in cui l'anima si concede come per "illuminazioni liriche" (si ricordino le ''Illuminazioni'' di Rimbaud).<ref>Aldo Giudice, Giovanni Bruni, ''Problemi e scrittori della letteratura italiana'', vol. 3, tomo secondo, pp. 511-512, ed. Paravia, 1979</ref>
Non fu certamente estranea all'ermetismo la lezione dei ''vociani'' (rivista La voce) i quali del decadentismo d'oltralpe accolgono, oltre a certe forme tecniche espressive, anche la concezione della poesia come attimo, illuminazione, frammento.
 
Scrive Giulio Preti:<ref>''Esistenzialismo'', in ''Dizionario delle opere'', Milano, 1963.</ref> "L'esperienza esistenzialista è stata particolarmente vissuta, e ha dato i risultati più convincenti forse nella letteratura, in Germania per opera della corrente che va da Rilke a ''Carossa'', in Italia per opera di quella corrente poetica che ebbe inizio con Giuseppe Ungaretti e che fu detta ''ermetismo'', in quanto appunto volle essere una radicale presa di contatto della persona con la radice esistenziale del suo essere e con la crisi che questa sempre provoca nella vita; in Francia per opera di Jean Paul Sartre".
 
==I temi e lo stile dell'ermetismo==
Quello dell'ermetismo è stile difficile e chiuso nella ricerca della forma analogica, insieme all'approfondimento di una nascosta esperienza interiore, contraddistinse questo gruppo che, rifiutando in modo diretto ogni impegno politico e sociale, cercava di staccarsi dalla cultura fascista. Tra questi giovani intellettuali, alcuni assunsero posizioni antifasciste come Romano Bilenchi, Elio Vittorini, Alfonso Gatto e Vasco Pratolini.
La censura dell'ermetismo è una presa di posizione contro la manipolabilità e la facilità comunicativa della nascente società di massa, che si esplica nella propaganda dei regimi dittatoriali (come il fascismo) sorti dopo la prima guerra mondiale. La poesia, allora, si rinchiude e si assume il compito di ridare un senso alla parola, di risemantizzarla, di usarla solo quando necessaria.
 
Il termine, coniatoutilizzato per la prima volta da [[w:Francesco Flora|Francesco Flora]] nel 1936,<ref>{{cita libro | Francesco | Flora | La poesia ermetica | 1936 | Laterza | Bari }}</ref> rimanda ada una concezione mistica della parola poetica perché fa riferimento alla figura leggendaria e mistica dia Ermete Trismegisto (''Ermes il tre volte grandissimo''), figura leggendaria risalente al periodo ellenistico, al quale erano stati attribuiti testi filosofico-misterici e spirituali del II-III secolo d.C., che si ispiravaispiravano all'antica sapienza egizia, celata nell'enigmatico linguaggio dei geroglifici. Tuttavia un possibile legame si può trovare anche verso il dio greco Ermes, messaggero e traduttore degli Dei dèi, proprio per sottolineare la difficoltà di comprensione di questo genere di poesia. NelloSul stessopiano anno,letterario con il termine ermetismo si indica una poesia dal carattere chiuso e volutamente 1938complesso, Carlosolitamente Boottenuto pubblicòattraverso un saggiosusseguirsi suldi ''Frontespizio'',analogie ''Letteraturadi comedifficile vita'',interpretazione.<ref contenentename="Baldi133">{{cita ilibro fondamenti| teorico-metodologiciautore1= dellaGuido Baldi | autore2= Silvia Giusso | autore3= Mario Razzetti | autore4= Giuseppe Zaccaria | titolo= La poesia, ermetica.la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | opera=Moduli di letteratura | editore= Paravia | città= Torino | anno= 2002 | p=133 }}</ref>
I poeti ermetici perseguono l'ideale di una “poesia pura”, libera da ogni finalità pratica, essenziale, senza scopo educativo. Il tema centrale della poesia ermetica è il senso della solitudine disperata dell'uomo moderno che ha perduto fede negli antichi valori, nei miti della civiltà romantica e positivistica e non ha più certezze a cui ancorarsi saldamente. L'uomo vive in un mondo incomprensibile, sconvolto dalle guerre e offeso dalle dittature, per tanto ha una visione sfiduciata della vita, priva di illusioni. Gli ermetici rifiutano la parola come atto di comunicazione per lasciarle solo il carattere evocativo. La loro poesia è una poesia di stati d'animo, di ripiegamento interiore espresso in un tono raccolto e sommesso, con un linguaggio raffinato ed evocativo che sfuma ogni riferimento diretto all'esperienza in un gioco di allusioni.
 
Alla base di questo movimento, che ebbe come modello i grandi del [[../Decadentismo|decadentismo francese]] come Stéphane Mallarmé, Arthur Rimbaud e Paul Verlaine, si trova un gruppo di poeti che si ricollegavano ai risultati raggiunti da [[../Giuseppe Ungaretti|Ungaretti]] e [[../Eugenio Montale|Montale]]. Alle radici della poesia ermetica si ritrovano però anche le esperienze di Rilke, Eliot, Lorca, del simbolismo di Pascoli, del surrealismo. Ne risulta una poesia concentrata ed essenziale, in cui l'anima si concede come per "illuminazioni liriche" (si ricordino le ''Illuminazioni'' di Rimbaud).<ref>{{cita libro | autore1=Aldo Giudice | autore2= Giovanni Bruni | titolo=Problemi e scrittori della letteratura italiana | anno=1979 | editore=Paravia | città=Torino | volume=3/2 | pp=511-512 }}</ref> Non fu certamente estranea all'ermetismo la lezione dei [[../Vociani|vociani]] i quali del decadentismo d'oltralpe accolgono, oltre a certe forme tecniche espressive, anche la concezione della poesia come attimo, illuminazione, frammento (si pensi ai ''Canti orfici'' di Dino Campana).
All'interno dell'ermetismo sono presenti due filoni: cattolico o purista e laico o storicista.
 
== I temi e lo stile dell'ermetismo ==
Nel primo filone è presente il tema dell'"assenza" che è anche "attesa" verso una figura salvifica, nel filone purista l'analogia risulta essere complessa, in quanto è più lontana dalla realtà. Nel filone storicista, invece, l'analogia è più vicina alla realtà. Questi due filoni non sono contrapposti ma vicini.
Nel 1938 [[w:Carlo Bo|Carlo Bo]] pubblicò sulla rivista un saggio ''Il Frontespizio'' intitolato ''Letteratura come vita'',<ref>{{cita pubblicazione | autore=Carlo Bo | titolo=Letteratura come vita | rivista=Il Frontespizio | data=settembre 1938 |numero= }}</ref> in cui definiva i fondamenti teorico-metodologici della poesia ermetica e chiariva le esigenze diffuse dei «lirici nuovi». L'ermetismo, secondo la linea interpretativa tracciata da Bo, fa coincidere poesia e vita, quest'ultima intesa come la realtà più intima dell'uomo, che va oltre gli atteggiamenti esteriori. La poesia diventa così uno stato di grazia e una forma di conoscenza allo stesso tempo interiore e metafisica.<ref name="Baldi133" />
 
A questo si accompagna il rifiuto di qualsiasi confronto o compromesso con la storia, che porta lo scrittore a propendere per un individualismo assoluto e un linguaggio iniziatico, ai limiti dell'incomunicabilità. I poeti ermetici perseguono l'ideale di una '''lirica pura''', cioè autonoma, compiuta in se stessa ed estranea a ogni condizionamento<ref name="Baldi133" /> – un concetto che era già stato annunciato sulle pagine della ''Voce'' da Arturo Onofri negli anni venti.<ref>{{cita libro | Mario | Pazzaglia | Letteratura italiana: testi e critica con lineamenti di storia letteraria | 1982 | Zanichelli | Bologna | volume=3 | p=989}}</ref>
Gli ermetici si servono della forma dell'analogia per rappresentare la condizione tragica dell'esistenza umana isolandosi in uno spazio interiore a difesa dalla retorica fascista.
 
Quello dell'ermetismo è uno stile difficile e chiuso che utilizza come strumento privilegiato l'analogia. Tramite questa è possibile cogliere realtà misteriose e trasferire i dati dell'esperienza su un piano interiore e spirituale. La parola, seguendo la lezione di Ungaretti, diventa evocatrice e allusiva, assume molteplici significati. Il testo assume quindi valore per il rapporto che istutisce con il suo autore e la visione della realtà da lui proposta. La parola assume così un valore evocativo, si carica di molteplici significati, e la poesia diventa l'unica realtà e l'unico strumento di conoscenza per interrogarsi sulla vita e sul destino dell'uomo, che appare sospeso tra la caducità e l'eternità.<ref name="Baldi133" />
I poeti ermetici si ispirarono al secondo libro di Ungaretti, ovvero ''Sentimento del Tempo'', ed alle analogie complesse in esso contenute; quindi possiamo considerare Ungaretti il primo esponente degli ermetici.
 
== Poeti ermetici ==
Nel campo della critica ermetica, autorevole fu la figura di Carlo Bo che, con il suo discorso ''La letteratura come vita'' del 1938, scrisse il vero manifesto ermetico parlando di poesia intesa come momento dell'assoluto. Tra gli altri teorici e critici dell'ermetismo si ricordano Oreste Macrì, Giansiro Ferrata, Luciano Anceschi e lo stesso Mario Luzi.
[[File:Alfonso gatto ritratto da farpi vignoli.jpg|thumb|Alfonso Gatto ritratto da Farpi Vignoli nel 1940]]
Nel linguaggio corrente, con "ermetismo" si indica in generale tutta la nuova lirica novecentesca, da Ungaretti a Montale, con la sola esclusione di [[../Umberto Saba|Saba]], accomunata dalla necessità di porsi come "altro" rispetto alla società fascista. In realtà, come sottolinea Ferroni, un uso così ampio del termine finisce per dar luogo a equivoci. È dunque preferibile impiegarlo per [[../Salvatore Quasimodo|Salvatore Quasimodo]], per l'opera di Ungaretti successiva a ''L'Allegria'' e per il gruppo di poeti che a Firenze alla fine degli anni trenta sviluppò una poetica influenzata dai simbolisti francesi.<ref name="Ferroni989">{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=989}}</ref>
 
Questi ultimi si riunirono attorno alla rivista ''Il Frontespizio'' e furono animati da un lato da un senso di inquietudine religiosa maturato all'interno del cattolicesimo militante, dall'altro dall'influenza di riviste come ''Solaria'' e dalle tensione che muovevano il fascismo di sinistra. A questo si aggiunge l'attenzione per quanto accadeva in Europa, e in particolare per correnti come l'esistenzialismo e il surrealismo. I poeti ermetici si confrontarono con intellettuali antifascisti di estrazione non cattolica, come Romano Bilenchi, Elio Vittorini, Vasco Pratolini e Alfonso Gatto.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=990}}</ref> Tra gli autori riconducibili all'ermetismo si possono ricordare Luigi Fallacara, Giorgio Vigolo, Sergio Solmi, Alessandro Parronchi, Piero Bigongiari.<ref name="Baldi134">{{cita libro | autore1= Guido Baldi | autore2= Silvia Giusso | autore3= Mario Razzetti | autore4= Giuseppe Zaccaria | titolo= La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | opera=Moduli di letteratura | editore= Paravia | città= Torino | anno= 2002 | p=134}}</ref>
Nella seconda metà degli anni trenta maturarono a Firenze, intorno alla rivista ''Frontespizio'' e Solaria, un vero gruppo di ermetici che, prendendo come riferimento Ungaretti, Quasimodo e Onofri, si rifacevano direttamente al simbolismo europeo e si affacciavano alle più recenti esperienze di quegli anni, come al surrealismo e all'esistenzialismo.
 
L'ermetismo dominerà la scena poetica nel decennio che precedette la seconda guerra mondiale, e farà sentire i propri anche negli anni successivi al conflitto. Molti poeti che inizialmente risentirono di questa tendenza, proseguiranno poi la loro attività verso tutt'altra direzione (si veda il modulo dedicato alla [[../Poesia del dopoguerra|poesia del dopoguerra]]). Non mancarono inoltre esperienze che prendevano le distanze dall'ermetismo: un esempio è quello della raccolta ''Lavorare stanca'' di [[../Cesare Pavese|Cesare Pavese]].<ref name="Baldi134" />
== Definizione ==
È estremamente diffusa la convinzione, profondamente errata, secondo cui un componimento, per essere considerato ermetico, dovrebbe necessariamente comporsi di un lessico di difficile comprensione, aulico o folto di termini sconosciuti ai più. Prese in questo senso, allora, dovrebbero essere ermetiche molte poesie di Carducci o D'Annunzio. Il dettato ermetico risulta difficile, invece, come si evince anche dal paragrafo precedente, per la pluralità di significati che un testo anche lessicalmente elementare riesce a veicolare, in particolare per il carattere fortemente elusivo della sintassi e del lessico, depositario di un significato che è percepito esclusivamente dal poeta, e spesso nemmeno dall'autore stesso che manifesta in questo modo l'indecifrabilità del reale e delle proprie stesse percezioni. Il parere dei letterati è tuttora diviso in proposito allo scarso interesse di alcuni poeti ermetici (ma non tutti: alcuni si trovavano infatti nelle prime file della Resistenza) nei confronti del fascismo e delle sofferenze che quest'ultimo inflisse agli Italiani. Alcuni sostengono che gli Ermetici fossero tacitamente d'accordo con Mussolini, altri invece ritengono che avessero bandito una lotta culturale e ideologica -ma silenziosa- nei confronti del fascismo. È noto infatti che quei pochi Ermetici che non attaccarono apertamente il fascismo, non ne abbracciarono però la cultura.
 
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== Note ==
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