Biografie cristologiche/Teologie multiculturali: differenze tra le versioni

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Nel suo eccellente volume ''Postcolonial Imagination and Feminist Theology'', Kwok non solo si confronta direttamente con le tendenze antiebraiche presenti nelle opere liberazioniste ma aggiunge anche il punto importante che "la critica del patriarcato nella cultura ebraica pare essere stata utilizzata come artificio retorico non solo per presentare bene Gesù, ma anche per mettere fortemente in rielievo i patriarcati delle proprie culture [delle donne del Terzo Mondo]."<ref>Kwok Pui-lan, ''Postcolonial Imagination and Feminist Theology'', Westminster John Knox, 2005, p. 96.</ref> Pertanto, l'impegno di teologi, eticisti e altri diventa quello di trovare nuovi modelli per presentare le proprie idee liberazioniste o perlomeno trovare mezzi più cauti per esprimerle.<ref name="JillL">Amy-Jill Levine, ''The Misunderstood Jew, cit.'', 2006, pp. 185-190.</ref>
 
Quarto, insegnare in merito all'impossibilità della Legge, la pervasività della xenofobia ebraica, e l'impulso femminista di Gesù facevano parte integrante dei corsi di studi biblici negli anni 1960 e 1970, e le loro vestigia sono ancora da sradicare completamente. Tuttavia, e poiché la ricerca storico-critica diventa solo uno dei numerosi approcci alla Bibbia, questo correttivo potrebbe sparire... speriamo. In alcune classi, la storia è ridotta ad una serie di tropi come "onore e vergogna" o "sfida e risposta" — tropi preziosi senza dubbio ma, come lo [[w:Strutturalismo (filosofia)|strutturalismo]] prima o certe forme di interpretazioni decostruttive o liberazioniste oggi, in continuo pericolo d'essere ridotte a modelli meccanici. In simile maniera, l'approccio storico-critico — approccio che rimane attuabile, sebbene riconosciuto d'essere contaminato da questioni soggettive sia antiche che moderne — in alcune classi è stato estromesso in favore di letture "con testo a fronte" o di "critica culturale". Non si cerca più di determinare la comunità per la quale fu scritto il Vangelo di Luca o come le affermazioni di Gesù possano essere suonate alle orecchie degli astanti originali, del suo tempo; si pensa invece che sia meglio uno studio di reazione da parte del lettore (perferibilmente uno studio "dai margini"). L'attenzione si sposta dal testo, e quindi dal contesto del primo secolo, al lettore. Le vedute utilitaristiche antiebraiche vengono quindi rinforzate piuttosto che interrogate.<ref name="JillL"/>
 
Infine, la colpa dell'esistenza di tali materiali in gran parte giace con i "custodi" della relativa cultura, coi redattori e curatori dei volumi e degli editori che li pubblicano. Alcuni coraggiosi studiosi tuttavia hanno iniziato un'autocritica delle proprie precedenti pubblicazioni.<ref>Si veda per es. Kwok nel citato suo volume ''Postcolonial Imagination and Feminist Theology, cit.'', 2005; importante è inoltre il documento del World Council of Churches, ''The Theology of the Churches and the Jewish People: Statements by the WCC and Its Member Churches'', Ginevra: WCC, 1998, p. VIII e ''passim''.</ref> Naturalmente bisogna fare di più, ma almeno il problema è ora identificato e si stanno facendo i primi, seppur oculati, passi.<ref name="JillL"/>
 
==Note==