Biografie cristologiche/Teologie multiculturali: differenze tra le versioni

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Teologicamente e pastoralmente, l'identificazione cristiana di Gesù con chiunque si ritrovi emarginato, oppresso, o altrimenti deprivato di diritti e dignità, è opportuno, perfino necessario. Tuttavia quando questa identificazione si trasforma in antiebraismo, dove il sistema oppressivo o l'oppressore diventano "gli ebrei", allora il processo è contaminato.
 
Nel momento che "Ebraismo" diventa un [[w:tropo (retorica)|tropo]] per ciò che emargina e opprime, la lettura liberazionista si sfoga di conseguenza col resto del Nuovo Testamento. Chan-Hie Kim, nel suo "Reading the Cornelius Story from an Asian-Immigrant Perspective",<ref name="Kim">Chan-Hie Kim, "Reading the Cornelius Story from an Asian-Immigrant Perspective", in Fernando F. Segovia & Mary Ann Tolbert (curr.), ''Reading from this Place'', Vol. I, ''Social Location and Biblical Interpretation in the United States'', Fortress, 1995, pp. 165-174 (172-173). Questo saggio e vari altri citati in questo capitolo vengono citati e commentati anche in Amy-Jill Levine, "Lilies of the Field and Wandering Jews: Biblical Scholarship, Women's Roles, and Social Location", in Ingrid-Rosa Kitzberger (cur.), ''Transformative Encounters: Jesus and Women Revisited'', Brill, 2000, pp. 329-352; Amy-Jill Levine, Kwok Pui-Lan, Musimbi Kanyoro, Adele Reinhartz, Hisako Kinukawa, Elaine Wainwright, "Roundtable Discussion: Anti-Judaism and Postcolonial Biblical Interpretation", in ''Journal of Feminist Studies in Religion'' 20, 1, 2004, pp. 91-132.</ref> che è apparso su una pubblicazione della Fortress Press, scrive: "La maggior parte delle chiese protestanti USA non sembrano accorgersi che questi [nuovi immigranti] sono i cristiani «gentili» che non conoscono o non vogliono accettare le leggi e pratiche «ebraiche»." L'articolo supporta il "riconoscimento della molteplicità delle nostre culture" da parte di Pietro e nostra, ma nella frase successiva afferma che "le regole ebraiche sul puro e l'impuro non sono valide, invero esse contraddicono la natura di Dio quale Creatore di tutti gli esseri viventi." Commentando su come le chiese USA cerchino di acculturare piuttosto che inculturare gli ''émigrés'' asiatici, Kim classifica il sistema "ebraico" come negativo. In tale configurazione, gli ebrei ironicamente rappresentano il modello culturale del "[[w:Melting pot|melting pot (crogiolo)]]" americano, che cerca di trasformare tutti in ebrei, mentre il (buonbravo) Cristianesimo è invece un modello di "salad bowl" (insalatiera) che riconosce il valore di mode culturali distinte.<ref name="Kim"/>
 
Nel celebrare la propria identità e cultura distinte, Kim ed altri negano il valore dell'identità ebraica. Insistendo sull'inculturazione — celebrando le rispettive pratiche del Cristianesimo africano, asiatico, ispanico o ortodosso orientale — Kim ed i suoi colleghi teologi rifiutano di assegnare pari valore alle pratiche che contraddistinguono l'Ebraismo: le sue tradizioni riguardo alle regole alimentari, all'osservanza dello Shabbat, al rispetto della Torah, e alle leggi di purezza familiare. Questo è un tropo comune degli studi biblici orientati verso il multiculturalismo.<ref name="Kim"/>
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==Il Dio dell'Ebraismo, ancora==
Di questi vari tipi di modelli antiebraici, il peggiore è l'asserzione che Gesù introduce una divinità nuova e diversa da quella rivelata dalla Torah ed adorata nella sinagoga. Tale è la versione teologico-leberazionale di quella vecchia fandonia "Dio dell'Ira" veterotestamentario contro "Dio dell'Amore" neotestamentario. Il falso dio diventa ora il "dio" (in minuscolo) dell'Ebraismo farisaico o il dio della tradizione ebraica.<ref name="Mini">Per questa sezione si vedano specialmente Roger Brooks, John J Collins (curr.), ''Hebrew Bible or Old Testament? Studying the Bible in Judaism and Christianity'', University of Notre Dame Press, 1990, pp. 1-39; Heribert Smolinsky, "The Bible and its Exegesis in the Controversies about Reform and Reformation", in Henning Graf Reventlow & Benjamin Uffenheimer (curr.), ''Creative Biblical Exegesis'', ''JSOT'' Supplement 59, 1988, pp. 115-130; Hans Huebner, "New Testament Interpretation of the Old Testament", in Magne Saebo (cur.), ''Hebrew Bible/Old Testament'' I.1, Vandenhoeck & Ruprecht, 1996; William Horbury, ''Jews and Christians in Contact and Controversy'', T & T Clark, 2006, pp. 25-36, 200-225; Peter Richardson, "The beginnings of Christian anti-Judaism, 70-c. 235", in Steven T. Katz (cur.), ''The Cambridge History of Judaism 4: The Late Roman-Rabbinic Period'', Cambridge University Press, 2006, pp. 244-258; Anders Gerdmar, ''Roots of Theological Anti-Semitism'', Brill, 2009, pp. 29-38.</ref>
 
Kwok Pui-lan, un anglicano di Hong Kong che ora insegna alla Divinity School [[w:Chiesa episcopale|episcopale]] a Cambridge, nel [[w:Massachussetts|Massachussets]], identifica il "Dio che pianse sulla croce" e colui che "soffrì sotto la tradizione opprimente ebraica".<ref>Kwok Pui-lan, "God weeps with Our Pain", in Pobee & von Wartenberg-Potter (curr.), ''New Eyes for Reading, cit.'', pp. 90-95 (92).</ref> La religiosa Louise Kumandjek Tappa, della ''Union des églises baptistes du Cameroun'', evidenzia le implicazioni di questa distinzione teologica:
{{q|Gesù morì quale risultato dello scontro tra il suo Dio [''D'' maiuscola] ed il dio (''d'' minuscola] dell'Ebraismo farisaico. L'Ebraismo aveva ingabbiato Dio nelle proprie leggi e tradizioni ed i suoi ministri non potevano accettare un concetto di Dio che andasse oltre ai loro propri limiti... La crocifissione di Gesù segnò un trionfo temporale del dio patriarcale dell'Ebraismo. La sua resurrezione tuttavia provò che il suo Dio è il vero Dio. Ma purtroppo il Cristianesimo è ritornato al dio patriarcale dell'Ebraismo con sempre più zelo. Il dio della chiesa istituzionale ora detiene maggior potere perché il "clan" è diventato più potente. Il dio del clan santifica qualsiasi cosa, incluso il militarismo, la guerra. il sessismo, il segregazionismo, fintanto che serve gli interessi del clan.|Louise Kumandjek Tappa, "God in Man's Image"<ref>Louise Kumandjek Tappa, "God in Man's Image", in Pobee & von Wartenberg-Potter (curr.), ''New Eyes for Reading, cit.'', pp. 101-106 (102).</ref>}}
 
In un volume della Orbis Books del 1990, ritroviamo il sacerdote cattolico messicano Virgilio Elizondo che questa volta parla dei vasi per "i riti ebraici di purificazione" citati nel racconto giovanneo delle nozze a Cana ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=giovanni+2%3A1-11&version=CEI;LND Gv 2:1-11]): "Da quel tempo in poi, la religione non si sarebbe più basata sulla legge e le costanti abluzioni (segno della loro inutilità) o sull'osservanza dei precetti adempiti per timore di punizioni e sensi di colpa. La presenza di Gesù è l'epifania di questo Dio nuovo e differente — non un Dio della paura e della punizione, distante da noi e dilettato dai sacrifici."<ref>Virgilio Elizondo, ''Galilean Journey: The Mexican-American Promise'', Orbis Books, 1990, p. 57.</ref>
 
==Il Gesù palestinese==
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