Biografie cristologiche/Teologie multiculturali: differenze tra le versioni

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Per esempio, S. Wesley Ariarajah, un ministro metodista di Sri Lanka già vicesegretario del WCC, afferma nel suo volume ''Did I Betray the Gospel? The Letters of Paul and the Place of Women'' (1996) che le vedute sessiste di Paolo sono prodotte dalla sua formazione "rabbinica". Il termine è anacronistico: Paolo non era membro di una scuola rabbinica, ed i documenti rabbinici, come abbiamo già visto, risalgono al periodo dopo Paolo. Secondo Ariarajah, Paolo "sosteneva ammonizioni e proibizioni... per soddisfare i cristiani ebrei che altrimenti avrebbero abbandonato il movimento."<ref name="Aria">S. Wesley Ariarajah, ''Did I Betray the Gospel? The Letters of Paul and the Place of Women'', WCC, 1996, p.21.</ref> Dato che Paolo sta scrivendo ai gentili, ciò sarebbe perlomeno una preoccupazione strana. Quanto alle specifiche "ammonizioni e proibizioni" (negative) riguardo alle donne, Ariarajah non ne cita neanche una.<ref name="Post"/>
 
Nirmala Vasanthakumar, direttrice del programma per le donne del ''National Council of Churches'' dell'India,<ref>Si veda il relativo [http://www.nccindia.in/ sito ufficiale qui].</ref> fornisce un altro esempio di questo approccio. Nel suo articolo del 1997 intitolato "Rereading the Scripture: A Hermeneutical Approach", scrive: "Le donne non avevano un ruolo positivo da giocare nell'Ebraismo dei tempi di Paolo... Paolo sostiene un tale ruolo positivo per le donne contro il contesto dell'Ebraismo, dove il ruole delle donne era passivo."<ref>Nirmala Vasanthakumar, "Rereading the Scripture: A Hermeneutical Approach", in Musimbi Kanyoro (cur.), ''In Search of a Roundtable: Gender, Theology and Church Leadership'', WCC, 1997, p. 46. Nello stesso volume, Datuk Thu En-Yu, vescovo luterano della ''Basel Christian Church of Malaysia'', Kota Kinabalu, Sabah, Malaysia, insiste che coloro che nella chiesa negano l'ordinazione delle donne "non avevano né una solida base biblica/teologica né un forte contesto culturale asiatico. Le loro asserzioni si concentravano su una certa interpretazione della tradizione patriarcale ebraica, e su una visione teologica non olistica che ignorava il sacerdozio di tutti i credenti" (p. 140).</ref> Ironicamente, nello stesso volume, la teologa brasiliana Wanda Deifelt nel suo saggio "Power, Authority and the Bible", scrive: "Esistono prove crescenti che nell'ambito dell'Ebraismo e del Cristianesimo le donne non fossero escluse uniformemente dagli studi religiosi e relative pratiche."<ref>Wanda Deifelt "Power, Authority and the Bible", in Kanyoro (cur.), ''In Search of a Roundtable, cit.'', pp. 48-56 (52).</ref> Sempre nello stesso volume, Elisabeth Schüssler Fiorenza, cattolica tedesca che insegna alla [[w:Harvard|Harvard]] Divinity School,<ref>Cfr. [http://www.hds.harvard.edu/ Harvard Divinity School], sito ufficiale; anche [http://cswr.hds.harvard.edu Center for the Study of World Religions].</ref> commenta che prendere fuori contesto materiale paolino selettivo con scopi apologetici "spesso giustifica la tradizione cristiana a scapito di quella ebraica, creando comportamenti ed interpretazioni antiebraici, sebbene il suo intento apologetico sia di riaffermare la Bibbia come supporto positivo per l'emancipazione di donne e uomini."<ref>Elisabeth Schüssler Fiorenza, "Reading the Bible as Equals", in Kanyoro (cur.), ''In Search of a Roundtable, cit.'', pp. 57-70 (58).</ref> In questo volume la mano destra degli stereotipi dannosi apparentemente non sapeva ciò che la mano sinistra delle letture beninformate storicamente aveva da contribuire! <ref name="Post"/><ref name="AmyJLevi"/>
 
==Selettività multiculturale==
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[[Categoria:Biografie cristologiche|Teologie multiculturali]]