Biografie cristologiche/Teologie multiculturali: differenze tra le versioni

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Il femminismo cristiano adora questa storia poiché, se interpretata selettivamente, supporta perfettamente l'argomentazione che Gesù rifiuta qualsiasi pratica religiosa che non consideri le donne uguali agli uomini. Il problema di questa supposizione è che si basa su un ragionamento storico errato, ed una cattiva storia non conduce ad una buona teologia. Sebbene nessuna versione della storia citi [[w:Levitico|Levitico]], o menzioni l'impurità, o esprima sorpresa riguardo ad una donna con emorragia in pubblico, o trovi strano che Gesù tocchi un cadavere, o raffiguri Gesù che abolisce una qualsiasi legge, gli studiosi neotestamentari importano tutto ciò e ancor di più.<ref name="AmyLev">Su questa problematica si veda [[w:Amy-Jill Levine|Amy-Jill Levine]], "Discharging Responsibility: Matthean Jesus, Biblica Law, and Hemorrhaging Woman", in ''Treasures New and Old: Recent Contributions to Matthean Studies'', Society of Biblical Literature Symposium Series, nr. 1, curata da David R. Bauer & Mark Allan Powell, Scholar Press, 1996, pp. 379-397; anche Amy-Jill Levine (cur.), ''A Feminist Companion to Matthew'', Feminist Companion to the New Testament and Early Christian Writings, 1, Sheffield Academic Press, 2001, pp. 70-87.</ref> Pertanto si legge del "coraggio della donna nello spezzare gli invalidanti tabù culturali impostile cosicché possa raggiungere Gesù direttamente ed essere completamente ripristinata ed integrata come persona con tutti i diritti nella propria società."<ref>Teresa Okure, "Feminist Interpretation in Africa", in Elisabeth Schüssler Fiorenza, ''Searching the Scriptures'', Vol. 1, Crossroads, 1993, p. 82. Si veda anche Elizabeth Amoah, "The Woman Who Decided to Break the Rules (Mc 5:25-29)", in Pobee & von Wartenberg-Potter (curr.), ''New Eyes for Reading, cit.'', p. 3.</ref> La conclusione inevitabile di tale lettura è il profitto pratico che ne ricavano oggi le donne nell'ambito della chiesa: "Continuare ad escludere le donne da certi ministeri cristiani sulla base di tabù ebraici fuori moda è nullificare e vanificare la liberazione che Gesù ha vinto per noi."<ref>Teresa Okure, "Women in the Bible", in Virginia Fabella & Mercy Amba Oduyoye (curr.), ''With Passion and Compassion: Third World Women Doing Theology'', Orbis Books, 1988, p. 55.</ref> Il fine, la liberazione delle donne oggi, comunque non giustifica i mezzi, il falso ritratto dell'Ebraismo.
 
Il termine "tabù" è già carico di per se stesso di significati negativi; una frase come "invalidanti tabù culturali" lo è ancor di più. Entrambi non hanno ragion d'essere, sono ingiustificati. Non c'è ragione per cui l'emorroissa non debbedebba stare in pubblico; non c'è ragione per cui essa non debbedebba chiedere aiuto a Gesù. Nessuna folla si ritira disgustata davanti a lei gridando "Vai via, vattene, donna sanguinante!" Le autorità non la costringono a chiudersi in casa o a proclamare per stada "Impura, impura!" Ed infine, Gesù non abroga nessuna Legge riguardo a nessun "invalidante tabù culturale", poiché non c'è una Legge che proibisca alla donna di toccarlo o a Gesù di toccare lei.<ref name="AmyLev"/>
 
In merito alle pratiche di purezza rituale, il gesuita [[w:John Meier|John Meier]] afferma correttamente:
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Notando il silenzio di Gesù riguardo all'impurità da cadavere, da mestruo e da eiaculazione, Meier conclude che "Gesù semplicemente non se ne importava nulla di questioni riguardanti impurezza rituale che ossessionava l'interesse di molti e pii ebrei del suo tempo."<ref name="Meier"/>
 
Il punto può essere fatto in maniera più forte, poiché come diceva quel furbacchione di Donald Rumsfeld "La mancanza di prove non è una prova della mancanza"<ref>[[w:Donald Rumsfeld|Donald Rumsfeld]], ex Segretario della Difesa americana sotto la presidenza di Gerald R. Ford prima e George W. Bush dopo, terminato il suo servizio al governo nel 2006, "tradito da una guerra in Iraq che era sempre più difficile chiamare vittoria e dallo scandalo delle torture inflitte da soldati Usa a prigionieri di guerra iraqeni", rispose alla giornalista, che durante una conferenza stampa gli chiese perché attaccare l’Iraq pur non avendo nessuna prova dell’esistenza di armi di distruzione di massa in mano al dittatore: “La mancanza di prove non è una prova della mancanza di armi”. Cfr. [http://www.cinefarm.it/the-unknown-known/ "Le verità di Donald Rumsfeld"], su ''Redazione CineFarm'', 20 gennaio 2014.<small>URL consultato 5 luglio 2015</small></ref> o, diciamo noi, una mancanza di interesse. L'impostazione storica oggettiva dovrebbe essere che Gesù non era né più ''né meno'' interessato alla purezza rituale di quanto non lo fosse la maggioranza dei suoi compatrioti ebrei e che praticò insieme ai suoi seguaci quello che praticavano gli altri ebrei. Il suo cenare insieme a gabellieri e peccatori (come anche con farisei) non trasgrediva necessariamente nessuna particolare regola di purezza. Le Leggi della purezza non vengono citate in questo passo neotestamentario dell'emorroissa e della ragazza morta, perché non era necessario citarle; non sono pertinenti alla storia. Similmente, non vengono citate in connessione con la sepolturesepoltura delle salme di Giovanni il Battista e di Gesù stesso.<ref name="AmyLev"/>
 
Tali letture che parlano di Gesù che trasgredisce le Leggi della purezza si basano su un'incomprensione e quindi un travisamento delle pratiche ebraiche. Gli interpreti non descrivono queste pratiche come ''[[w:halakhot|halakhot]]'', o ''[[w:mitzvot|mitzvot]]'', o finanche come comandamenti, ma col termine negativo "tabù". In questa classificazione, la tradizione ebraica è sempre retrogradeconsiderata retrograda, e Gesù o la chiesa ne liberano il popolo. Il punto è l'opposto del multiculturalismo: invece di celebrare la differenza culturale, i teologi prima fraintendono le pratiche culturali ebraiche e poi le condannano.<ref name="Multi"/>
 
*'''Esempi<nowiki>:</nowiki>'''