Storia della letteratura italiana/Umanesimo civile: differenze tra le versioni

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==Umanesimo e Rinascimento==
[[File:Bertoldo di giovanni, medaglia di lorenzo il magnifico.JPG|thumb|left|250px|Medaglia raffigurante Lorenzo il Magnifico]]
La prima questione da affrontare è il rapporto tra Umanesimo e Rinascimento, tema sul quale gli studiosi sono in disaccordo. Solitamente viene distinta la fase dell'Umanesimo, che coincide con il Quattrocento, dalla fase del [[../Rinascimento|Rinascimento]], che occupa i primi decenni del CinquencentoCinquecento fino alla [[../Letteratura e Controriforma|Controriforma]]. Alla prima fase corrisponde la rinascita dell'interesse verso i classici, che porta alla nascita degli ''studia humanitatis'' e all'imitazione delle opere degli antichi, mentre nel Rinascimento avviene il consolidamento della nuova realtà, è il raggiungimento della maturità da parte di arti e letteratura.<ref>Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti, Giuseppe Zaccaria, ''Moduli di letteratura'', vol. 1 ''Dalle origini all'età della Controriforma'', Paravia, Torino, 2001, p. 45.</ref>
 
Per convenzione viene preso il 1492, anno di morte di Lorenzo il Magnifico, come spartiacque tra i due momenti. La scelta non è casuale: nel passaggio tra i due secoli si verifica una serie di avvenimenti che rompe l'equilibrio tra gli Stati della penisola. Mentre gli altri paesi europei raggiungono un assetto statale unitario, che li porta a estendersi oltre i loro confini, nessuno dei cinque maggiori Stati italiani (Roma, Napoli, Firenze, Milano, Venezia) riesce a unificare la penisola, ma anzi opera affichéaffinché l'unificazione non avvenga a proprie spese. Tra il 1494 e il 1559 l'Italia deve dunque subire le politiche di potere delle altre nazioni, che invadono il suo territorio.<ref>Giuseppe Petronio, ''L'attività letteraria in Italia'', Palumbo, Palermo, 1978, p 232.</ref>
 
D'altra parte però, come precisa Ferroni, «il Rinascimento è strettamente collegato all'Umanesimo, tanto che quest'ultimo non andrà inteso come fase preparatoria, [...] bensì come la sua prima, essenziale espressione, che ha il suo fondamento nella riscoperta e nella riproposta della letteratura antica».<ref>Giulio Ferroni, ''Profilo storico della letteratura italiana'', Einaudi, Torino, 2003, p. 190.</ref>