Biografie cristologiche/Canoni e pratiche: differenze tra le versioni

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Il passo insegna che, poiché Dio ha dato ad Israele la Torah, è ora compito di Israele di interpretarla; facendo questo, Israele onora sia le Scritture sia Dio. Il brano inoltre indica la responsabilità della voce comunitaria: né miracoli né un'autorità carismatica individuale possono dirigere la pratica di una comunità. Secondo la tradizione rabbinica, non importa quanto un rabbino sia onorato, dotto o santo, i "saggi" che parlano come comunità e a nome della comunità prendono le decisioni finali in materia legale.<ref name="Rabbi1"/>
 
Al contrario, l'insegnamento della chiesa spesso promuove la voce individuale: prima Gesù, poi Pietro la "roccia", poi Paolo. Sebbene tenesse dei concili, come quello di Nicea nel 325 e quello di Calcedonia del 451 — entrambi sotto il patronato dell'imperatore — per assicurare l'ortodossia, la prima letteratura della chiesa tende a focalizzarsi sui pensieri di individui. Paolo già stabilisce la sua voce in [https://www.biblegateway.com/passage/?search=1+Corinzi+7&version=CEI;LND 1 Corinzi 7], nella discussione se i membri della congregazione possano divorziare. Prima cita Gesù (sia richiamando un insegnamento che Gesù fece inizialmente ai propri seguaci, o uno ricevuto mediante profezia), e poi offre la propria opinione: "Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito - e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito - e il marito non ripudi la moglie. Agli altri dico io, non il Signore: se un nostro fratello ha la moglie non credente e questa consente a rimanere con lui, non la ripudi" (7:1012). Similmente, sebbene [https://www.biblegateway.com/passage/?search=atti+15&version=CEI;LND Atti 15] riporti una discussione circa l'ingresso dei gentili a far parte della chiesa al di là del fatto che si fossero inizialmente convertiti all'Ebraismo o almeno fossero stati circoncisi, è Giacomo che prende la decisione finale secondo la sua propria interpretazione scritturale ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=atti+15%3A14-21&version=CEI;LND 7:14-21]).
 
Questa distinzione tra una determinazione comunale ed una individuale non deve però essere esagerata. Nell'ambito dell'Ebraismo d'oggi, certi commentatori, come [[Maimonide]] e [[w:Rashi|Rashi]] prevalgono su altri; nell'ambito della chiesa, concili e sinodi e presbiteri contribuiscono tutti alla voce comunale. Ciononostante, il senso generale della tradizione ebraica è che uno discute ''col'' testo e con altri compagni ebrei ''sul'' testo, ed in certi casi è possibile arrivare a diversi significati. Per gli ebrei è più facile dire "Ho ragione, e anche tu potresti aver ragione". I cristiani, più abituati alla parola dal pulpito, alla gerarchia, o all'individuale (non solo a Gesù, ma a Paolo, Agostino, Aquino, Lutero, Calvino, Wesley, ecc.) sono più disposti a seguire un'unica risposta.<ref>[https://books.google.co.uk/books/about/Jews_and_Christians.html?id=wWU4dSTVi_QC&redir_esc=y William Horbury, ''Jews and Christians in Contact and Controversy''], T & T Clark/Bloomsbury, 2006, pp. 25-36, 200-225.</ref>
 
==Pratiche differenti==