Fisica classica/Gravitazione: differenze tra le versioni

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[[File:Cavendish_Experiment.png|thumb|250px|Esperimento di Cavendish]]
== Un po' di storia ==
La legge di gravitazione universale stabilisce che dati ogni [[w:Punto_materiale|punto materiale]] attrae ogni altro punto materiale con una forza che è dietta lungo la congiungente i due punti. La forza è proporzionale
[[File:Picture_of_an_elliptical_orbit.jpg|thumb|250px|Disegno di un orbita ellittica]]
al prodotto delle due masse e inversamente proporzionale all'inverso della distanza tra di loro.
[[w:Isaac_Newton|Newton]] quando fece questa affermazione dimostrò che che grandi masse e con [[w:Simmetria_(fisica)|simmetria sferica]] si comportano come se le loro masse fossero concentrate nel loro [[w:Teorema_del_guscio_sferico|centro]]. Questa è una legge universale derivata da osservazioni sperimentali su corpi celesti.
Ma il primo test della legge tra masse in laboratorio è dovuto a [[w:Esperimento_di_Cavendish|Cavendish]]
nel 1798 cioè 111 anni dopo la pubblicazione dei ''Principia'' di Newton.
La legge di Newton è stata superata dalla teoria della [[w:Relatività_generale|relatività generale]] di [[w:Albert_Einstein|A. Einstein]], ma continua ad essere una eccellente approssimazione nella maggior parte delle applicazioni. Solo quando è necessaria estrema precisione, o quando si è in presenza di campi gravitazionali particolarmente intensi o per orbite di pianeti molto vicine alle stelle come quella di [[w:Mercurio_(astronomia)|Mercurio]].
 
== La legge di Gravitazione Universale==
Quando nel 1687 [[w:Newton|Newton]] pubblica i "Principia" e decreta la nascita della teoria della gravitazione chiude una disputa che nasce con [[w:Aristotele|Aristotele]] (384-322 a.C.) e la sua visione della Terra al centro dell'universo e si trascina nei secoli attraverso la visione geocentrica di Tolomeo (140 d.C.), eliocentrica di [[w:Copernico|Copernico]] (1473-1543) e le tre leggi di [[w:Keplero|Keplero]] (1571-1630) si pongono le basi per la soluzione newtoniana.
Ogni punto materiale attrae ogni altro punto materiale con una forza lungo la congiungente entrami i punti.
La forza è proporzionale al prodotto delle due masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra di essi.
[[File:NewtonsLawOfUniversalGravitation.svg|200px|Schema sull'attrazione di due masse]]
 
: <math>
 
\mathbf{F}_{12} =
- G {m_1 m_2 \over {\vert \mathbf{r}_{12} \vert}^2}
\, \mathbf{\hat{r}}_{12}
</math>
 
<br/>dove:
* '''F'''<sub>12</sub> è la forza tra le masse;
* ''G'' è la [[w:Costante_di_gravitazione_universale|costante gravitazionale]](6.673×10<sup>−11</sup>&nbsp;N&#8201;'''·'''&#8201;(m/kg)<sup>2</sup>);
* ''m''<sub>1</sub> è la prima massa;
* ''m''<sub>2</sub> è la seconda massa;
* |'''r'''<sub>12</sub>| = |'''r'''<sub>2</sub> − '''r'''<sub>1</sub>| è la distanza tra i due punti materiali.
* <math> \mathbf{\hat{r}}_{12} = \frac{\mathbf{r}_2 - \mathbf{r}_1}{\vert\mathbf{r}_2 - \mathbf{r}_1\vert} </math> è il versore tra i due punti.
 
== Le leggi di Keplero==
Le [[w:Leggi_di_Keplero|leggi di Keplero]] derivate dalle precise osservazioni di [[w:Tycho_Brahe|Tycho Brahe]] sono le seguenti:
 
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I pianeti girano intorno al sole formando orbite [[w:Ellisse|ellittiche]] e il sole occupa uno dei due fuochi.Il pianeta girando intorno al sole si troverà in un punto più vicino al sole detto perielio, in un punto più lontano detto afelio.
 
====Dimostrazione====
[[File:Potenziale efficace Keplero.svg|thumb|302x302px|Grafico del potenziale efficace kepleriano in funzione del raggio. Per valori di eccentricità minori di uno, il potenziale presenta due punti di inversione in corrispondenza dei valori <math>r_\text{min}</math> e <math>r_\text{max}</math>. Pertanto l'orbita nello spazio delle coordinate è limitata alla corona circolare delimitata dalle circonferenze di tali raggi. In particolare, la traiettoria è tangente a ciascuna circonferenza in punti distanti tra loro <math>\pi</math>: si tratta pertanto di ellissi.
Per <math>r = r_*</math>, in corrispondenza del minimo del potenziale, l'eccentricità è nulla, nello spazio delle fasi l'orbita si riduce al punto ellittico e la traiettoria del corpo è circolare.
]]
Innanzitutto il problema bidimensionale del moto in campo centrale può essere facilmente ridotto a un caso unidimensionale utilizzando la definizione del [[w:potenziale efficace|potenziale efficace]].
 
Le equazioni del moto, infatti, possono essere riscritte considerando la forma
:<math>V_\text{eff} = \frac{L^2}{2r^2} + V(r) = \frac{L^2}{2r^2} - \frac{k}{r}</math>
 
In un moto in campo centrale, la relazione tra l'angolo <math>\theta</math> e la distanza dall'origine <math>r</math> è data dall'integrale:
:<math>\theta = \int \frac{L/r^2\, \mathrm{d}r}{\sqrt{2(E-V_\text{eff}(r))}} = \int \frac{L/r^2\, \mathrm{d}r}{\sqrt{2(E-V_\text{eff}(r))}} = \arccos \frac{L/r - k/L}{\sqrt{(2E + k^2/L^2)}}</math>
dove la costante integrativa è stata posta uguale a zero. Ciò significa che l'integrale viene calcolato a partire dal [[w:Argomento_del_pericentro|pericentro]] dell'orbita.
 
Definendo ora le quantità:
:<math>p = L^2/k, \qquad e = \sqrt{1 + 2EL^2/k^2}</math>
e invertendo opportunamente l'espressione di <math>\theta</math> si giunge all'equazione
:<math>r = \frac{p}{1+e\cos\theta} </math>.
Questa altro non è che l'espressione di una qualunque [[w:sezione conica|conica]] in coordinate polari centrata in un fuoco.
 
Se <math>e<1 , </math> questa rappresenta un'ellisse con [[w:Eccentricità (matematica)|eccentricità]] <math>e</math> e semilato retto <math>p</math>.
 
In particolare, è possibile ottenere i valori dei semiassi <math>a</math> e <math>b</math>:
 
<math>a = \frac{p}{1-e^2} = \frac{L^2/k}{1-1-2EL^2/k^2} = -\frac{k}{2|E|}</math>
 
<math>b= \frac{p}{\sqrt{1-e^2}} = \frac{L^2/k}{\sqrt{1-1-2EL^2/k^2}} = \frac{L}{2|E|} </math>
 
=== Seconda Legge di Keplero ===
La velocità areolare con cui il raggio vettore spazza l'orbita è costante. La velocità areolare, in questo caso, è la derivata temporale della superficie spazzata dal raggio vettore che congiunge il sole con un pianeta.
 
====Dimostrazione====
 
Introducendo un sistema di [[w:coordinate polari|coordinate polari]] <math>(r, \theta) </math>, con i rispettivi [[w:versore|versori]] <math>(\mathbf\hat{r}, \mathbf\hat{\theta}) </math> si ha, banalmente <math>\mathbf{r} = r\mathbf\hat{r} </math>.
 
Derivando tale quantità rispetto al tempo, si ottiene (applicando la regola della derivazione del prodotto e ricordando che: :<math>\mathbf\dot\hat{r} = \dot{\theta}\mathbf\hat{\theta} </math>, <math>\mathbf\dot\hat{\theta} = - \dot{\theta}\mathbf\hat{r} </math>
:<math>\mathbf\dot{r} = \dot{r}\mathbf\hat{r} + r\dot{\theta}\mathbf\hat{\theta} </math>
Ora, considerando per semplicità la massa unitaria, il [[w:momento angolare|momento angolare]] <math>\mathbf{L} </math> vale (sfruttando le proprietà del [[w:prodotto vettoriale|prodotto vettoriale]])
:<math>\mathbf{L} = \mathbf{r} \times \mathbf\dot{r} = \mathbf{r} \times \dot{r}\mathbf\hat{r} + \mathbf{r} \times r\dot{\theta}\mathbf\hat{\theta} = r\dot{\theta}(\mathbf{r}\times\mathbf\hat\theta) = r^2 \dot\theta (\mathbf\hat{r} \times \mathbf\hat\theta) = r^2 \dot\theta </math>
diretto ortogonalmente al piano in cui si svolge il moto.
 
Per la legge di conservazione del momento angolare, segue che la quantità <math> r^2 \dot\theta </math> è un integrale del moto.
 
Considerando la velocità areolare <math>C </math> come derivata temporale dell'area spazzata dal raggio vettore, si ha:
:<math>\mathrm{d}S = \frac{1}{2}r^2\dot\theta\mathrm{d}t </math>
 
Infatti, considerando un angolo <math>\mathrm{d}\theta = \dot\theta \mathrm{d}t </math>, l'area spazzata nell'intervallo temporale infinitesimo, l'elemento d'area è data dalla metà del quadrato di <math>r </math> per l'angolo al centro.
 
Eseguendo la derivata, <math>C = \frac{\mathrm{d}S}{\mathrm{d}t} = \frac{1}{2} r^2 \dot\theta = \frac{1}{2}L </math>.
 
Pertanto la velocità areolare è un integrale del moto.<ref name=":0">{{Cita libro|autore = Vladimir Igorevič Arnold|titolo = Metodi matematici della meccanica classica|anno = 2010|editore = Editori Riuniti University Press|città = Roma|wkautore = Vladimir Igorevič Arnol'd|pp = 36-44}}</ref>
 
Si può notare come la validità della seconda legge sia del tutto indipendente dall'espressione del potenziale considerato, essa infatti è una proprietà di tutti i potenziali centrali.
 
=== Terza Legge di Keplero ===
Il quadrato del periodo di rivoluzione è proporzionale al cubo del semiasse maggiore dell'orbita ovvero cioè:
:<math>T^2=kr^3 \,\!</math>
 
====Dimostrazione====
Keplero ci da una descrizione che descrive il moto ma non le cause che lo provocano. A risolvere questo problema ci pensa Newton che comprende come le stesse leggi che regolano la caduta della celeberrima mela sono le stesse che regolano il moto dei corpi celesti. In un colpo solo Newton trova una legge di validità universale che ancora oggi, a basse velocità, è ancora perfettamente valida.
 
Nelle espressioni di <math>a</math> e <math>b</math> ricavate dalla prima legge di Keplero, si può notare come il semiasse maggiore <math>a</math> sia dipendente solo dall'energia totale del sistema, mentre il semiasse minore sia anche funzione del momento angolare. Poiché il periodo di rotazione, nel moto in campo centrale, è funzione della sola energia, questo fatto permette di inferire per il periodo una relazione solo riguardante il semiasse maggiore dell'ellisse.
== La Gravitazione Universale ==
 
In particolare, si avrà (essendo <math>\pi a b</math> l'area dell'ellisse e <math>C</math> la velocità areolare, il cui valore è costante e uguale a <math>L/2</math>).
Quello che si è detto nella [[Fisica_classica/Dinamica#Momento_della_forza|dinamica del punto]] riguardo la costanza del momento angolare in un campo di forze centrali è fondamentale: una forza che permetta ad un corpo di muoversi su di una traiettoria circolare con velocità costante deve essere ''solo'' centripeta e quindi diretta verso il centro di curvatura. Quindi avremo che
:<math>F=ma=m \omega^2 r=m r\left(\frac{2 \pi}{T}\right)^2</math>
 
<math>T(E) = \frac{\pi a b}{C} = \pi \frac{k}{2|E|} \frac{L}{\sqrt{2|E|}}\frac{2}{L} = \pi k \frac{\sqrt2}{2}|E|^{-3/2} </math>
Ora utilizziamo la terza legge di Keplero ed otteniamo che la forza è inversamente proporzionale al quadrato della distanza infatti
:<math>F=\frac{4 \pi^2 m}{k r^2}</math>
 
Ora, recuperando l'espressione di <math>a </math> in funzione dell'energia si ha <math>|E| = \frac{k}{2a} </math>, sostituendo tale valore nell'equazione precedente si ottiene
Se consideriamo due pianeti e che per la terza legge di Newton le forza esercitata dal primo sul secondo provoca una forza di intensità uguale in modulo e di verso contrario abbiamo che <math>\frac{4 \pi^2 m_1}{k_1 r^2_1}=\frac{4 \pi^2 m_2}{k_2 r^2_2}</math>; da ciò risulta <math>m_1 k_2 = m_2 k_1 \,\!</math> e definendo come <math>G=\frac{4 \pi^2}{m_1 k_2}=\frac{4 \pi^2}{m_2 k_1}</math> concludiamo che
:<math>F=G \frac{m_1 m_2}{r^2}</math>
e vettorialmente
:<math> \vec F_{1,2} = - G \frac{m_1 m_2}{r^2} \vec u_{1,2}</math>
È questo infine il cuore dell'ipotesi di Newton. La determinazione diretta di <math>G\,\!</math> che è una costante universale caratteristica dell'interazione gravitazionale è
dovuta a Cavendish nel 1798 e vale <math>G=6.674 \cdot 10^{-11} \frac {m^3}{kg s^2}</math>
 
<math>T(E) = \pi k \frac{\sqrt{2}}{2}\left(\frac{2a}{k}\right)^{3/2} </math>
== Il campo gravitazionale ==
 
da cui si deduce che <math>T^2 \propto a^3 </math> come afferma appunto la terza legge di Keplero.
La formula della gravitazione universale permette di isolare il contributo che deriva da una delle due masse nel senso che la possiamo scrivere come
:<math>\vec F_{1,2} = \left(-G \frac{m_1}{r^2} \vec u_{1,2}\right) m_2= m_2 \vec G_1</math> con
:<math>\vec G_1 = -G \frac{m_1}{r^2} \vec u_{1,2} </math>
 
== Campo gravitazionale ==
Il vettore <math>\vec G</math> viene chiamato '''campo gravitazionale''' e possiamo dire che una massa modifica lo spazio circostante. Corpi che entrano in questa regione risentono dell'influenza della massa generatrice. Una delle prime osservazioni di un campo gravitazionale fu la lastra fotografica scattata da Eddington nel 1919 alla ricerca di una conferma della teoria della relatività generale di Einstein. Il fatto che la massa generi una effettiva modifica geometrica del continuo spazio-temporale è argomento della relatività generale.
 
Il campo gravitazionale è un [[w:Campo_vettoriale|campo vettoriale]] che descrve la forza gravitazionale che sarebbe applicata su un corpo di massa unitaria in ogni dato punto dello spazio. E' pari alla [[w:Accelerazione_di_gravità|accelerazione di gravità]] in quel punto.
 
E' una generalizzazione della forma vettoriale, che diventa particolarmente utile se più di sue oggetti sono coinvolti (ad esempio per un razzo tra la terra e la luna. Per 2 oggetti (ad esempio oggetto 2 il razzo, oggetto 1 la terra), si scrive semplicemente '''r''' invece di '''r'''<sub>12</sub> ed ''m'' invece of ''m''<sub>2</sub> e definiamo il campo gravitazionale '''g'''('''r''') come:
: <math>\mathbf g(\mathbf r) =
- G {m_1 \over {{\vert \mathbf{r} \vert}^2}}
\, \mathbf{\hat{r}}
</math>
Così che si può scrivere:
: <math>\mathbf{F}( \mathbf r) = m \mathbf g(\mathbf r). </math>
Questa formulazione dipende dagli oggetti che danno origine al campo. Le dimensioni difiche del campo sono quelle di una accelerazione e nel [[w:Sistema_internazionale_di_unità_di_misura|Sistema Internazionale]] si misura in m/s<sup>2</sup>.
 
Il campo gravitazionale è un [[w:Campo_vettoriale_conservativo|campo conservativo]]; questo significa che il lavoro fatto dalla gravità
da un posizione ad un altra è indipendente dal percorso seguito. Di conseguenza esiste un potenziale gravitazionale ''V''('''r''')
tale che:
:<math> \mathbf{g}(\mathbf{r}) = - \nabla V( \mathbf r).</math>
Se ''m''<sub>1</sub> è una massa puntiforme o la massa di una sfera con densità che dipende solo dalla distanza ''r'' dal centro della sfera (un corpo a simmetria radiale, il campo gravitazionale '''g'''('''r''') all'interno come all'esterno il campo gravitazionale dipende solo dalla distanza ''r''.
In particolare all'esterno della sfera:
: <math> V(r) = -G\frac{m_1}{r}. </math>
Applicando la [[w:Teorema_del_flusso#Campo_gravitazionale|legge di Gauss]] nel caso gravitazionale ad un corpo simmetrico radialmente , il campo gravitazionale si ricava dalla equazione:
:<math> \int_{A}\,\,\mathbf{g(r)}\cdot d\mathbf{A} = -4\pi G M_{int} </math>
Dove <math>A</math> è una superficie chiusa e <math> M_{int}</math> è la massa all'interno della superficie.
 
Perciò, per una sfera vuota di raggio <math>R</math> e massa totale <math>M</math>
:<math>|\mathbf{g(r)}| = \begin{cases}
0, & \mbox{if } r < R \\
 
\\
\dfrac{GM}{r^2}, & \mbox{if } r \ge R
 
\end{cases}
</math>
Per una sfera piena uniforme di raggio <math>R</math> e massa totale <math>M</math>:
:<math>|\mathbf{g(r)}| = \begin{cases}
\dfrac{GM r}{R^3}, & \mbox{if } r < R \\
 
\\
\dfrac{GM}{r^2}, & \mbox{if } r \ge R
 
\end{cases}
</math>
 
== Lavoro della forza gravitazionale ==
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:<math>\vec G= -\vec{\operatorname{grad}}\, V = - \nabla V</math>
come ci si doveva aspettare in presenza di un campo conservativo.
 
==Note==
<references/>
 
[[Categoria:Fisica classica|Gravitazione]]
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