Biografie cristologiche/Disposizioni e differenze: differenze tra le versioni

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Gli avvenimenti dell'ultima settimana della vita di Gesù contengono asserzioni implicite ed esplicite che gli ebrei furono responsabili della sua morte. L'epiteto "cristicida" ha perseguitato gli ebrei incessantemente dappertutto in terre cristiane, provocando vessazioni morali e fisiche. E cosa deve dire un ebreo a sestesso e ai propri figli in merito a questa antica accusa che gli ebrei, ebrei di adesso come di allora, sono "cristicidi"? Ci sono varie fasi da seguire: in primo luogo, bisogna dire che i resoconti dei Vangeli da una parte sono così ricolmi di leggende, tendenziosità e parafrasi dall'Antico Testamento, da ridurre quasi a nulla qualsiasi reale valore storico. Che cosa successe, per esempio, alla moltitudine di persone che furono risorte insieme a Gesù, come riportato da Matteo? Quanto è affidabile una narrazione in cui accade l'episodio di un orecchio tagliato e poi riattaccato? Quanto possono essere autentici i resoconti di un processo che contiene così tante contraddizioni e differenze, come i due processi del Sinedrio in Marco, ed un solo processo in Matteo e Luca e nessuno in Giovanni? Quanta fiducia bisogna avere della versione lucana che da sola nelle narrazioni evangeliche rende Erode Antipa presente a Gerusalemme in modo che Pilato gli possa mandare Gesù? Il processo e l'esecuzione avvennero veramente durante [[w:Pesach|Pesach]], come riportano Marco, Matteo e Luca, fatto completamente contrario a tutta la pratica ebraica e quindi inverosimile? O fu il giorno prima di Pesach, come narra Giovanni, ad un momento della giornata più tardi di quanto riportino gli altri resoconti e senza oscuramento del sole? Non si riesce forse a discernere un cambiamento tangibile di responsabilità da Pilato agli ebrei, mediante palesi accorgimenti per cui Pilato è rappresentato come se si arrendesse con riluttanza alla malevolenza ebrea? Come si può sorvolare così manifestamente sul fatto che la crucifissione fosse una punizione romana e non una ebrea, in modo da discolpare quasi del tutto i romani, come fa la letteratura cristiana, e non assolvere per nulla gli ebrei? I Vangeli non mostrano basi convincenti su cui fondare l'accusa di ebrei contro un correligionario ebreo (Gesù); tutto ciò che si riecse a leggere nei Vangeli è la vaga accusa di "blasfemia", accusa non accompagnata da alcuno sforzo di apportare particolari attinenti. Lo studioso ebreo può riscontrare nei Vangeli quello che gli ebrei avrebbero potuto rifiutare e quello a cui avrebbero potuto, come ebrei, essere avversi. Ma non si riesce a vedere nei Vangeli, come si potrebbe vedere nelle Lettere di Paolo quando schernisce le leggi di Mosè, quello di cui gli ebrei come tali potrebbero essersi risentiti così amaramente. Uno riesce a comprendere i motivi romani, ma dai Vangeli non si riesce ad evincere un motivo ebraico convincente. Gli storici ebrei affermano dunque di distinguere un evidente spostamento di responsabilità, con precisi intenti, e che gli ebrei pagano per quello che hanno fatto i romani.<ref name="Esegesi">[[:en:w:Paul Winter (author)|Paul Winter]], [https://books.google.co.uk/books/about/On_the_trial_of_Jesus.html?id=P4gRAQAAIAAJ&hl=en ''On the Trial of Jesus''], Walter de Gruyer & Co., 1961, pp. 109-120; Thomas Walker, ''Jewish Views on Jesus'', 1931, pp. 48-66; Walter P. Weaver, ''[https://books.google.co.uk/books?id=1CZbuFBdAMUC&dq=Thomas+Walker,+%27%27Jewish+Views+on+Jesus%27%27&source=gbs_navlinks_s The Historical Jesus in the Twentieth Century: 1900-1950]'', A&C Black, 1999; [https://books.google.co.uk/books/about/Jesus_the_Jew.html?id=RvSEK2HALnwC&hl=en Géza Vermès, ''Jesus the Jew''], Fortress, 1973; [https://books.google.co.uk/books?id=Ynvwbj3KyT0C&dq=G%C3%A9za+Verm%C3%A8s+Jesus+and+the+World+of+Judaism&source=gbs_navlinks_s ''id.'', ''Jesus in the Jewish World''], Hymns Ancient and Modern Ltd, 2010, pp. 47-82, 101-118 & ''passim''; ''id.'', ''Jesus and the World of Judaism'', SCM, 1983; James H. Charlesworth, ''Jesus within Judaism'', Doubleday, 1988; Mark Allan Powell, ''[https://books.google.co.uk/books?id=IJP4DRCVaUMC&dq=Jesus+as+a+Figure+in+History:+How+Modern+Historians+View+the+Man+from+Galilee&source=gbs_navlinks_s Jesus as a Figure in History: How Modern Historians View the Man from Galilee]'', Westminster John Knox Press, 1998, pp. 51-64, 167 e segg.</ref>
 
Uno dei fatti più concreti della vita di Gesù è comunque la sua morte: fu giustiziato dal [[w:prefetto (storia romana)|prefetto]] romano Ponzio Pilato, nel periodo pasquale, nella maniera che Roma riservava agli insorti politici, cioè la [[w:crocifissione|crocifissione]]. Pertanto le costruzioni di un Gesù primariamente figura religiosa ebrea che sfida l'autorità dei sacerdoti di Gerusalemme, non si adatta affatto bene a questa morte politica: Pilato non conosceva che poco e ancor di meno gli importava delle credenze religiose ebraiche nonché di controversie religiose intraebree. Le frasi enunciate negli [[w:Atti degli Apostoli|Atti degli Apostoli]] da Gallione, proconsole di Corinto, catturano bene l'indifferenza generale romana verso le religioni particolari dei popoli soggiogati ed il chiaro senso di Roma su dove investire le proprie energie nel governare un impero. Rivolgendosi al gruppo di ebrei corinzi che cercano di chiamare in giudizio Paolo difronte al tribunale, Gallione dice: "Se si trattasse di un delitto o di un'azione malvagia, o Giudei, io vi ascolterei, come di ragione. Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra legge, vedetevela voi; io non voglio essere giudice di queste faccende" ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=atti+18%3A14-15&version=CEI;LND Atti 18:14-15]).
 
Questo problema di collegare la carriera ebraica di Gesù con la sua morte romana mette in discussione molte ed estremamente diverse ricostruzioni moderne di Gesù e del suo messaggio. Più Gesù viene immaginato come insegnante il cui messaggio — che siano arguti aforismi sovversivi del [[w:Cinismo|cinico]] ebreo errante, o l'etica esistenziale del pio [[w:Chassidismo|chassid]], o la proclamazione antitemplare antinazionalista del visionario galileo — sfida essenzialmente le autorità religiose ebree, e più difficile diventa spiegare il ruolo di Pilato. Le speigazioni vanno da un Gesù che muore per caso (preso accidentalmente da un'azione di polizia contro una quaqlche sorta di dimostrazione) o per sbaglio (Roma pensava che egli fosse un agitatore incendiario, ma veramente non lo era), al considerare gli apparentemente offesi sacerdoti quali veri iniziatori, che avevano preso accordi con Pilato affinché Roma facesse quello che loro non potevano fare, cioè giustiziarlo (e questo in effetti espande l'interpretazione dei Vangeli). Contro queste tesi, altri storici hanno speculato che Gesù in realtà avesse capeggiato una sorta di movimento più politico e ribelle di quanto i Vangeli osino ritrarre, cosicché Roma rispose per le rime come Roma naturalmente soleva fare.<ref>[[w:Shmuley Boteach|Shmuel Boteach]], [https://books.google.co.uk/books/about/Kosher_Jesus.html?id=wv7OGNUpIHsC&hl=en ''Kosher Jesus'', Gefen Publishing House, 2012, ''passim''].</ref>
 
Tuttavia, la croce di Gesùè è un ostacolo fondamentale per tutte queste ricostruzioni. Coloro che sottolineano la sua offesa di ebrei altolocati notano giustamente che i sommi sacerdoti passati e presenti citati nei Vangeli, [[w:Anna (sommo sacerdote)|Anna]] e [[w:Caifa|Caifa]], insieme detennero tale posizione per diciasette anni dei venti che la Giudea, e quindi Gerusalemme, fu sotto il diretto controllo romano: presumibilmente ebbero ottimi rapporti con qualunque prefetto fosse stato al potere. Se azvessero deciso di eliminare Gesù, Pilato sarebbe di certo stato felice di accontentarli. Ciò potrebbe spiegare la morte di Gesù per mano romana, ma non la sua crocifissione specificamente. Pilato avrebbe potuto eliminare facilmente Gesù senza tanta fanfara, assassinandolo con mezzi più semplici.
 
==Note==
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