Guida maimonidea/Yemen, Islam e Rivelazione: differenze tra le versioni

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==La Rivelazione==
Che l'Ebraismo e l'Islam condividano una forte fede monoteista sposta il conflitto tra loro verso la questione della rivelazione.
Che l'Ebraismo e l'Islam condividano una forte fede monoteista sposta il conflitto tra loro verso la questione della rivelazione. L'affermazione di una seconda rivelazione crea una nuova sorta di perplessità, dato che trasforma tutte le affermazioni di rivelazione in un qualcosa di relativo. Di conseguenza Maimonide, nella ''Lettera allo Yemen'', basa l'unicità della religione ebraica sulla sua persistente qualità di rivelazione nella Torah, rigettando quindi la pretesa dell'Islam di aver ricevuto una successiva rivelazione concorrente. La credibilità dell'Ebraismo deriva dalla grande differenza tra la sua convinzione che la rivelazione fondazionale fu data a Mosè, e la convinzione mussulmana che la rivelazione fondazionale fu data a Maometto. La consegna della Torah avvenne in un'occasione pubblica, davanti a tutto Israele; tutti erano presenti a vedere le visioni e udirne i suoni. La credibilità di Mosè non si basa su miracoli che potesse aver fatto, poiché di miracoli son piene tutte le tradizioni e tutte le religioni. Si incentra piuttosto sulla partecipazione dell'intera nazione al momento della consegna della Torah: "Questo evento è analogo alla situazione di due testimoni che hanno osservato un certo atto simultaneamente. Ciascuno di loro ha visto ciò che ha visto l'altro, e ciascuno di loro è sicuro della verità dell'affermazione dell'altro come anche della sua propria, e non richiede prova o dimostrazione... Similamente, noi di fede ebraica siamo convinti della verità della profezia di Mosè, non semplicemente a causa delle sue meraviglie, ma perché noi, come lui, abbiamo assistito alla teofania sul Monte Sinai" (''Lettera allo Yemen'', pp. 112-113). Non è la fede monoteista che deve essere controbattuta all'Islam; è la forza della rivelazione sul Sinai. La consegna della Torah deve quindi essere posta al centro dell'interpretazione della storia da parte dell'Ebraismo:
{{q|Ora, cari miei compagni di Diaspora, vi conviene incoraggiarvi a vicenda, gli anziani che guidino i giovani, ed i capi che dirigano le masse. Ottenete il consenso della vostra comunità alla Verità che è immutabile e immodificabile, e a seguire i postulati della vera fede che mai scadranno. Dio è uno nel senso unico del termine. E Mosè, Suo profeta e portavoce, è il più grande e più perfetto di tutti i profeti. A lui venne garantita la conoscenza di Dio, che mai è stata garantita a nessun altro profeta prima di lui, né lo sarà in futuro. L'intera Torah dall'inizio alla fine fu dettata da Dio a Mosè, del quale si dice: ''Bocca a bocca parlo con lui'' [Numeri 12:8]. Non sarà mai abrogata o sorpassata, né integrata o ridotta. Mai sarà soppiantata da un'altra legge divina che contenga doveri positivi o negativi. Tenete in mente la rivelazione del Monte Sinai secondo il precetto divino di perpetuarne la memoria e di non dimenticare quella occasione. Egli ci ha esortato ad insegnarla ai nostri figli cosicché crescano conoscendola...<br/>
È imperativo, miei cari compagni ebrei, che facciate di questo grande spettacolo della rivelazione un appello all'immaginazione dei vostri figli. Proclamate nei vostri raduni pubblici la sua nobiltà e gravità. Poiché è il fulcro della nostra religione e la prova che dimostra la sua veracità. Valutate questo fenomeno nella sua vera importanza, come Dio ha indicato tale importanza nel versetto: '' Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l'uomo sulla terra e da un'estremità dei cieli all'altra, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l'hai udita tu?'' [Deuteronomio 4:32-33]|''Lettera allo Yemen'', pp. 103-104}}