Biografie cristologiche/Disposizioni e differenze: differenze tra le versioni

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In conclusione, rispettando le critiche di Gesù verso l'Ebraismo, siamo incapaci di avere un quadro chiaro di una qualsiasi distanza profonda tra Gesù ed i suoi correligionari ebrei; otteniamo solo delle allusioni che potrebbero essere chiamate differenze di principio. Totalmente chiara è comunque la sua ripetuta ostilità, che va dalle sue asserzioni di interpretazioni errate e ipocrisia mediante una denuncia spietata; "vipere" sembra essere l'appellativo più usato. Nelle Lettere di Paolo, d'altra parte, la critica dell'Ebraismo è una di principio, cioè, che le Leggi di Mosè sono il mezzo sbagliato per ottenere giustizia, e sono in realtà un ostacolo a tale ottenimento. Non c'è da supporre che gli ebrei, più o meno fedeli personalmente alle Leggi mosaiche o alla ''halakhah'' rabbinica, possano mai sottoscrivere alle vedute di Paolo circa la Legge. Anzi, c'è da meravigliarsi di un Cristianesimo che schernisce il legalismo ebraico ma ne sviluppa uno suo proprio. Gli ebrei non ammetteranno mai che il Vangelo sia superiore alla Legge, o che la "fede" sia superiore alle "opere". Fintanto che i cristiani, specialmente i protestanti, faranno una tale asserzione, gli ebrei saranno costretti a rispondere in tono, entrambe le parti intrappolate da una mancanza di comprensione.<ref name="SSand"/>
 
==Differenze, accuse e insofferenze==
Gli avvenimenti dell'ultima settimana della vita di Gesù contengono asserzioni implicite ed esplicite che gli ebrei furono responsabili della sua morte. L'epiteto "cristicida" ha perseguitato gli ebrei incessantemente dappertutto in terre cristiane, provocando vessazioni morali e fisiche. E cosa deve dire un ebreo a sestesso e ai propri figli in merito a questa antica accusa che gli ebrei, ebrei di adesso come di allora, sono "cristicidi"? Ci sono varie fasi da seguire: in primo luogo, bisogna dire che i resoconti dei Vangeli da una parte sono così ricolmi di leggende, tendenziosità e parafrasi dall'Antico Testamento, da ridurre quasi a nulla qualsiasi reale valore storico. Che cosa successe, per esempio, alla moltitudine di persone che furono risorte insieme a Gesù, come riportato da Matteo? Quanto è affidabile una narrazione in cui accade l'episodio di un orecchio tagliato e poi riattaccato? Quanto possono essere autentici i resoconti di un processo che contiene così tante contraddizioni e differenze, come i due processi del Sinedrio in Marco, ed un solo processo in Matteo e Luca e nessuno in Giovanni? Quanta fiducia bisogna avere della versione lucana che da sola nelle narrazioni evangeliche rende Erode Antipa presente a Gerusalemme in modo che Pilato gli possa mandare Gesù? Il processo e l'esecuzione avvennero veramente durante [[w:Pesach|Pesach]], come riportano Marco, Matteo e Luca, fatto completamente contrario a tutta la pratica ebraica e quindi inverosimile? O fu il giorno prima di Pesach, come narra Giovanni, ad un momento della giornata più tardi di quanto riportino gli altri resoconti e senza oscuramento del sole? Non si riesce forse a discernere un cambiamento tangibile di responsabilità da Pilato agli ebrei, mediante palesi accorgimenti per cui Pilato è rappresentato come se si arrendesse con riluttanza la malevolenza ebrea? Come si può sorvolare così manifestamente sul fatto che la crucifissione fosse una punizione romana e non una ebrea, in modo da discolpare quasi del tutto i romani, come fa la letteratura cristiana,e non assolvere per nulla gli ebrei? I Vangeli non mostrano basi convincenti su cui fondare l'accusa di ebrei contro un correligionario ebreo (Gesù); tutto ciò che si riecse a leggere nei Vangeli è la vaga accusa di "blasfemia", accusa non accompagnata da alcuno sforzo di apportare particolari attinenti. Lo studioso ebreo può riscontrare nei Vangeli quello che gli ebrei avrebbero potuto rifiutare e quello a cui avrebbero potuto, come ebrei, essere avversi. Ma non si riesce a a vedere nei Vangeli, come si potrebbe vedere nelle Lettere di Paolo quando schernisce le leggi di Mosè, quello di cui gli ebrei come tali potrebbero essersi risentiti così amaramente. Uno riesce a comprendere i motivi romani, ma dai Vangeli non si riesce ad evincere un motivo ebraico convincente. Lo storici ebrei affermano dunque di distinguere un evidente spostamento di responsabilità, con precisi intenti, e che gli ebrei pagano per quello che hanno fatto i romani.<ref name="Esegesi">[[:en:w:Paul Winter (author)|Paul Winter]], [https://books.google.co.uk/books/about/On_the_trial_of_Jesus.html?id=P4gRAQAAIAAJ&hl=en ''On the Trial of Jesus''], Walter de Gruyer & Co., 1961, pp. 109-120; Thomas Walker, ''Jewish Views on Jesus'', 1931, pp. 48-66; Walter P. Weaver, ''[https://books.google.co.uk/books?id=1CZbuFBdAMUC&dq=Thomas+Walker,+%27%27Jewish+Views+on+Jesus%27%27&source=gbs_navlinks_s The Historical Jesus in the Twentieth Century: 1900-1950]'', A&C Black, 1999; [https://books.google.co.uk/books/about/Jesus_the_Jew.html?id=RvSEK2HALnwC&hl=en Géza Vermès, ''Jesus the Jew''], Fortress, 1973; [https://books.google.co.uk/books?id=Ynvwbj3KyT0C&dq=G%C3%A9za+Verm%C3%A8s+Jesus+and+the+World+of+Judaism&source=gbs_navlinks_s ''id.'', ''Jesus in the Jewish World''], Hymns Ancient and Modern Ltd, 2010, pp. 47-82, 101-118 & ''passim''; ''id.'', ''Jesus and the World of Judaism'', SCM, 1983; James H. Charlesworth, ''Jesus within Judaism'', Doubleday, 1988; Mark Allan Powell, ''[https://books.google.co.uk/books?id=IJP4DRCVaUMC&dq=Jesus+as+a+Figure+in+History:+How+Modern+Historians+View+the+Man+from+Galilee&source=gbs_navlinks_s Jesus as a Figure in History: How Modern Historians View the Man from Galilee]'', Westminster John Knox Press, 1998, pp. 51-64, 167 e segg.</ref>
 
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==Note==
<references/>
 
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[[Categoria:Biografie cristologiche|Disposizioni e differenze]]