Biografie cristologiche/Disposizioni e differenze: differenze tra le versioni

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Nella controversia riguardo al lavaggio delle mani ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=%28Mc+7%3A1-23&version=CEI;LND Mc 7:1-23] e [https://www.biblegateway.com/passage/?search=Mt+15%3A1-20&version=CEI;LND Mt 15:1-20]), gli avversari sostenevano che alcuni dei discepoli di Gesù mangiavano con le mani non lavate, trasgredendo i requisiti elecati dalla rivelazione orale. Gesù non nega l'accusa, ma risponde che la rivelazione orale in certi punti contravviene la rivelazione scritta, e quindi sostiene che la rivelazione orale, elaborazione umana, contravviene la legge di Dio. Tuttavia, nel procedere, Gesù poi afferma il principio che ciò che contamina la persona non può essere quello che immette ma quello che emette. L'effetto di tale dichiarazione è quello di ripudiare le leggi alimentari mosaiche riportate in [https://www.biblegateway.com/passage/?search=levitico+11&version=CEI;LND Levitico 11] e [https://www.biblegateway.com/passage/?search=deut+14&version=CEI;LND Deuteronomio 14].<ref name="Leggi">Se la controversia rappresenta autenticamente il comportamento di Gesù, allora in questo particolare, tale comportamento anticipa quello di Paolo. Alcuni interpreti cristiani suppongono che questo comportamento quasipaolino di nullificare le leggi mosaiche, rappresenti un'epoca dopo quella di Gesù e rifletta appunto l'influenza di Paolo. Sebbene l'interpretazione normativa ebraica spesso cambiasse il senso e persino l'intento di un passo scritturale, tale ripudio diretto implicherebbe che qualcuno più grande di Mosè fosse giunto a rigettare con autorità ciò che Mosè insegnò. Gli ebrei non credono che questo sia il caso. Anche quegli ebrei d'oggi che non osservano le leggi alimentari (''[[w:Kasherut|kasherut]]'') non hanno mai asserito di avere un'autorizzazione divina per tale astinenza dalle regole. Alcuni ebrei trascurano le leggi alimentari semplicemente per inconvenienza o perché affermano che queste siano insensate; gli [[w:Ebraismo riformato|ebrei riformati]] o "liberali" giustificano la propria indifferenza sulla base di uno sviluppo storico, asserendo che le leggi sono un antico tabù, non più significativo per la persona moderna. Il fatto che le leggi alimentari ebraiche, ed il requisito di lavarsi le mani, abbiano avuto un effetto benefico crea l'impressione comune erronea che le regole fossero state create per scopo igienico. Ciò non è vero, ma fu comunque un effetto collaterale alquanto salutare. Cfr. Samuel H. Dresner, Seymour Siegel e David M. Pollock, ''The Jewish Dietary Laws'', United Synagogue Book Service, 1982, ''s.v.''; Tracy Rich, [http://www.jewfaq.org/kashrut.htm "Kashrut: Jewish Dietary Laws"], su ''Jewfaq.org''. <small>URL consultato 10/05/2015</small>.</ref>
 
Il fatto è che i materiali evangelici non forniscono un riflesso completo e limpido del comportamento di Gesù verso la Legge di Mosè e quella orale. Da nessuna parte nei Vangeli si adotta esp[licitamente la visione di Paolo che la Legge fosse un impedimento alla rettitudine e quindi superata. L'approccio più propinquo figura nella legittimità del divorzio, come già spiegato nel [Biografie cristologiche/Stereotipi giudaici Capitolo 9]. I farisei citano Mosè che lo permette. Gesù concede che ci sia un permesso mosaico, ma continua dicendo che, in primo luogo, la legge mosaica permetteva il divorzio "a causa della durezza del vostro cuore", poi procede a proibirlo ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=marco+10%3A1-12&version=CEI;LND Mc 10:1-12]). In [https://www.biblegateway.com/passage/?search=Matteo+19%3A1-12&version=CEI;LND Matteo 19:1-12] leggiamo che prima di Mosè non c'era divorzio, come ad implicare che Gesù, proibendolo, ritornasse soltanto alle condizioni premosaiche. Luca manca di un parallelo diretto, ma in Luca 16:18 rappresenta Gesù come se paragonasse all'adulterio il caso di un uomo che si divorzia e poi si risposa, o di uno che sposa una donna divorziata. Procedendo verso un livello differente, i Vangeli sono ricolmi di epittetiepiteti di ipocrisia indirizzati da Gesù ai suoi contemporanei. [https://www.biblegateway.com/passage/?search=mt+23%3A23-26&version=CEI;LND Matteo 23:23-26] e [https://www.biblegateway.com/passage/?search=Luca+11%3A39-48&version=CEI;LND Luca 11:39-48] denunciano di ipocrisia gli scribi ed i farisei in quanto osservano le minuzie esteriori ma trascurano le materie importanti di "legge, giustizia, misericordia e fede". Nel suo significato ordinario, un'asserzione di ipocrisia non mette in dubbio la validità del comandamento da osservare, bensì la buona fede dell'osservante. Gesù nelle menzionate controversie (se autentiche storicamente) è in disaccordo coi propri compatrioti piuttosto che con il suo Ebraismo originario. Nella faccenda del divorzio, il fatto che Gesù sia più rigoroso di Mosè non lo contravviene direttamente. Solo nella vaga affermazione sulle leggi alimentari Gesù è in contrasto col suo Ebraismo d'origine.<ref name="Leggi"/> In genere gli ebrei d'oggi non si sentono profondamente offesi o risentiti riguardo a queste imputazioni di ipocrisia, ma spesso divertiti.<ref name="SSand">[https://books.google.co.uk/books?id=mExBPuR0tTAC&dq=Samuel+Sandmel,+%27%27We+Jews+and+Jesus%27%27&source=gbs_navlinks_s Samuel Sandmel, ''We Jews and Jesus: Exploring Theological Differences for Mutual Understanding''], SkyLight Paths Publishing, 2006, p. 137.</ref> L'ipocrisia si manifesta universalmente nelle religioni, anche nel Cristianesimo, e gli studiosi ebrei di solito non si sentono chiamati in causa a difendere gli ebrei del tempo di Gesù dall'accusa di ipocrisia presunta da Gesù. Ciò che diverte, afferma il teologo ebreo Samuel Sandmel, e a volte infastidisce gli ebrei, è una valutazione dell'Ebraismo da parte di certi cristiani che implica che l'Ebraismo di sua mera natura si presti ad ipocrisia in un modo che sottintende che il Cristianesimo per sua natura non si presti. La parabola della pagliuzza e della trave qui sarebbe ben applicabile.<ref name="SSand"/>
 
Tuttavia, quando si esaminano le controversie evangeliche circa il ruolo di Gesù, siamo in una situazione totalmente differente. Qui Gesù è in contrasto sia con gli ebrei che con l'Ebraismo. Si attribuisce la prerogativa di perdonare i peccati ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=marco+2%3A1-12&version=CEI;LND Mc 2:1-12]); la controversia dello [[w:Shabbat|Shabbat]] finisce con queste sue parole: "Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato" ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=marco+2%3A28&version=CEI;LND Mc 2:28] e paralleli); i capi lo interrogano circa l'origine della sua autorità, ma Gesù non lo dice ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=marco+11%3A27-33&version=CEI;LND Mc 11:27-33] e paralleli). Cosa strana, i Vangeli sono relativamente scarsi in merito a materiale che coinvolga i farisei e Gesù in una discussione sul suo ruolo. I Vangeli sono invece scritti dalla prospettiva che i suoi oppositori non lo capirono mai ed il loro odio fu solo cieca malvagità. Pertanto i Vangeli non hanno una visione chiara dell'origine dell'ostilità ebrea contro Gesù. In verità, quando uno legge Marco, viene colpito dalla supposizione che, prima degli eventi della sua ultima settimana di vita, Gesù fosse molto bene accolto dalle masse ebree, e che fossero solo i capi ad opporsi a lui. Pertanto, entrando a Gerusalemme fu salutato entusiasticamente dagli astanti (Mc 11:8-10); i sacerdoti più importanti temettero di avere discussioni con lui "perché tutta la folla era rapita in ammirazione del suo insegnamento" (Mc 11:18). La versione di Luca (Lc 19:48) riporta: "Tutto il popolo lo ascoltava pendendo dalle sue labbra." Siamo quindi impreparati all'attribuzione di un comportamento completamente alterato da parte della folla, poiché nessuno dei Vangeli descrive il processo di cambiamento d'umore, non suggerendone nemmeno le basi. Forse questa è solo una svista; o forse gli autori dei Vangeli seguirono un'inclinazione che verrà considerata un po' più avanti.<ref name="SSand"/>
 
In conclusione, rispettando le critiche di Gesù verso l'Ebraismo, siamo incapaci di avere un quadro chiaro di una qualsiasi distanza profonda tra Gesù ed i suoi correligionari ebrei; otteniamo solo delle allusioni che potrebbero essere chiamate differenze di principio. Totalmente chiara è comunque la sua ripetuta ostilità, che va dalle sue asserzioni di interpretazioni errate e ipocrisia mediante una denuncia spietata; "vipere" sembra essere l'appellativo più usato. Nelle Lettere di Paolo, d'altra parte, la critica dell'Ebraismo è una di principio, cioè, che le Leggi di Mosè sono il mezzo sbagliato per ottenere giustizia, e sono in realtà un ostacolo a tale ottenimento. Non c'è da supporre che gli ebrei, più o meno fedeli personalmente alle Leggi mosaiche o alla ''halakhah'' rabbinica, possano mai sottoscrivere alle vedute di Paolo circa la Legge. Anzi, c'è da meravigliarsi di un Cristianesimo che schernisce il legalismo ebraico ma ne sviluppa uno suo proprio. Gli ebrei non ammetteranno mai che il Vangelo sia superiore alla Legge, o che la "fede" sia superiore alle "opere". Fintanto che i cristiani, specialmente i protestanti, faranno una tale asserzione, gli ebrei saranno costretti a rispondere in tono, entrambe le parti intrappolate da una mancanza di comprensione.<ref name="SSand"/>
 
==Differenze e insofferenze==
 
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Tuttavia, quando si esaminano le controversie evangeliche circa il ruolo di Gesù, siamo in una situazione totalmente differente. Qui Gesù è in contrasto sia con gli ebrei che con l'Ebraismo. Si attribuisce la prerogativa di perdonare i peccati ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=marco+2%3A1-12&version=CEI;LND Mc 2:1-12]); la controversia dello [[w:Shabbat|Shabbat]] finisce con queste sue parole: "Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato" ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=marco+2%3A28&version=CEI;LND Mc 2:28] e paralleli); i capi lo interrogano circa l'origine della sua autorità, ma Gesù non lo dice ([https://www.biblegateway.com/passage/?search=marco+11%3A27-33&version=CEI;LND Mc 11:27-33] e paralleli). Cosa strana, i Vangeli sono relativamente scarsi in merito a materiale che coinvolga i farisei e Gesù in una discussione sul suo ruolo. I Vangeli sono invece scritti dalla prospettiva che i suoi oppositori non lo capirono mai ed il loro odio fu solo cieca malvagità. Pertanto i Vangeli non hanno una visione chiara dell'origine dell'ostilità ebrea contro Gesù.
 
==Note==
<references/>
 
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