Biografie cristologiche/Stereotipi giudaici: differenze tra le versioni

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Quello che sacerdote e levita hanno in comune non è la preoccupazione della purezza rituale bensì, come già detto, una discendenza comune. Uno non può essere sacerdote o levita senza che il proprio padre non lo sia stato. La parabola potrebbe aver menzionato un "sacerdote, levita e israelita" e così evocato le tre divisioni maggiori di ebrei. Ma Gesù, facendo buon uso del sistema parabolico, oltrepassa la convenzione e associa un ''samaritano'' al sacerdote e al levita. Secondo [https://www.biblegateway.com/passage/?search=2+re+17&version=CEI;LND 2 Re 17], i samaritani sono discendenti dei mesopotamici sistemati nel Regno Settentrionale, Israele, dall'esercito assiro conquistatore, verso il tardo ottavo secolo [[w:e.v.|p.e.v.]] Possedendo un proprio tempio sul Monte Gerizim, un sacerdozio rivale, ed una Torah rivale (il Pentateuco samaritano) con un paragonabile codice di purezza rituale, i samaritani erano per gli ebrei gli "altri" più prossimi. La rivalità emerge dalle parole della donna samaritana rivolte a Gesù presso il pozzo di Sicar: "I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte [Gerizim] e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare" (Gv 4:20). Gesù risponde: "Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei" (4:22). Pertanto, la parabola del buon samaritano rende "prossimo" una persona genealogicamente estranea; i membri della società ebraica, gli "interni", invece rimangono "fuori". Se Gesù fosse stato un samaritano, avrebbe raccontato la parabola del buon ebreo.<ref name="parabola"/>
 
Oltre a travisare la parabola imponendole motivazioni riguardo alla purezza, preti e pastori spesso la fraintendono rendendo il samaritano un rappresentante della "minoranza oppressa" o "gruppo reietto". I sacerdoti ed i leviti quasi inevitablimente diventano la gente malvagia del privilegio; il samaritano è il santo che è compassionevole con coloro che opprimono il suo gruppo. Tali interpretazioni possono essere molto efficaci nel proclamare un vangelo che vede tutti nell'immagine divina: il sacerdote ed il levita sono "i cristiani conservatori che condannano l'omosessualità" ed il samaritano è l'uomo gay; il sacerdote ed il levita sono i ricchi ed il samaritano rapprersenta la donna senzatetto; il sacerdote ed il levita sono cittadini ed il samaritano è l'"immigrato clandestino". Ma per quanto attraente possa essere il messaggio, non è proprio quello che la parabola vorrebber significare, poiché non c'è ragione per cui il gruppo maggioritario (o privilegiato) debba pensare che l'uomo gay o la donna senzatetto o l'immigrato clandestino nutriscano odio contro di loro. Per recuperare l'effetto forte della parabola, i lettori devono vedere samaritani ed ebrei come mutualmente antagonisti.<ref name="parabola"/>
 
Luca aiuta i lettori a vedere tale inimicizia ponendo la parabola del buon samaritano subito dopo le esperienze negative provate da Gesù stesso in un quartiere samaritano. Secondo [https://www.biblegateway.com/passage/?search=luca+9%3A51-56&version=CEI;LND Luca 9:51-56], Gesù aveva cercato di trovare alloggio in un villaggio di Samaria, ma i locali glielo rifiutarono "perché egli camminava con la faccia rivolta a Gerusalemme." Reagendo a questa mancanza di ospitalità, gli apostoli Giacomo e Giovanni propongono di far scendere il fuoco dal cielo per distruggere il villaggio. Gesù deve allora spiegare che bombardare il villaggio con l'equivalente d'epoca del [[w:napalm|napalm]] non è una buona reazione alla mancanza di ospitalità. I samaritani non sono una minoranza oppressa o reietti; sono piuttosto coloro che respingono Gesù, e a loro volta i seguaci di Gesù li respingono.<ref name="AmyJ3">Amy-Jill Levine, ''The Misunderstood Jew, cit.'', pp. 148-149.</ref>
 
Per comprendere la parabola in termini teologici, dobbiamo riuscire a vedere l'immagine di Dio in tutti, e non solo nei membri del nostro gruppo. Sentendo questa parabola in termini contemporanei, dovremmo raffigurarci di essere come la persona al ciglio della strada e chiedere "Esiste qualcuno, di qualunque gruppo, per cui preferiremmo morire piuttosto che riconoscere che ''ci ha offerto aiuto'' o ''ci ha mostrato compassione''? Inoltre, esiste un qualunque gruppo i cui membri vorrebbero piuttosto morire che aiutarci? Se è così, allora sappiamo come trovare l'equivalente moderno del samaritano. Riconoscendo il trauma e la possibilità della parabola in termini pratici, politici e pastorali, possiamo tradurre le sue problematiche geografiche e religiose del I secolo nel nostro idioma moderno. L'antico regno di Samaria oggi è la [[w:Cisgiordania|Cisgiordania]]. Quindi, tradotta attraverso i secoli, la parabola mantiene lo stesso significato. L'uomo ferito sulla strada è un ebreo israeliano; un rabbino ed un membro del [[w:Knesset|Knesset]] non lo aiutano, ma un membro di [[w:Hamas|Hamas]] si ferma e dimostra compassione. Se tale scenario potesse essere immaginato da chiunque in Medioriente, forse ci potrebbe essere più speranza di pace.<ref name="AmyJ3"/>
 
==Il sistema del Tempio==
[[File:Second Temple view.jpg|thumb|350px|Ricostruzione del [[w:Secondo Tempio|Secondo Tempio]] di [[w:Tempio di Gerusalemme|Gerusalemme]]]]
 
 
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[[Categoria:Biografie cristologiche|Stereotipi giudaici]]