Biografie cristologiche/Stereotipi giudaici: differenze tra le versioni

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Nel primo secolo non c'era però nessuna regola generale riguardo le motivazioni per cui uno poteva ottenere il divorzio. Le affermazioni della Mishnah sono prescrittive piuttosto che descrittive: propongono quello che, in un mondo ideale immaginato dai rabbini, la gente dovrebbe e potrebbe fare piuttosto che descrivere quello che la gente faceva veramente. Nel caso del divorzio, l'argomento di ''Gittin'' 9 riguarda ciò che alcuni rabbini riscontravano fosse legalmente possibile, e non necessariamente ciò che consideravano fosse desiderabile o anche sancito socialmente. Inoltre, questa citazione mishnaica particolare è tanto troncata e quindi parimenti distorta quanto quella usata a dimostrare come gli "ebrei" considerassero impure le donne samaritane. Il passo mishnaico in verità inizia con una citazione della scuola di [[w:Shammai|Shammai]], [[w:Dispute talmudiche tra Bet Shammai e Bet Hillel|rivale di quella di Hillel]], e che inequivocabilmente afferma: "Un uomo non deve divorziare sua moglie a meno che l'abbia trovata colpevole di condotta indecorosa". Questa versione della Legge deriva dal Deuteronomio 24:1: "Quando un uomo prende una donna e la sposa, se poi avviene che essa non gli è piú gradita perché ha trovato in lei qualcosa di vergognoso, scriva per lei un libello di divorzio." Quasi mai viene menzionato in contesti di apologetica cristiana il commentario talmudico della Mishnah, ''Gittin'' 90b, che cita Rabbi Eleazar: "Se un uomo divorzia sua moglie, anche l'altare versa lacrime." Parimenti taciute sono le pratiche rabbiniche e persino prerabbiniche che riguardano la [[w:Ketubah|''ketubah'' (ebr. כְּתוּבָּה - "documento")]], il contratto di matrimonio, che garantiva alle donne una qualche stabilità finanziaria in caso di divorzio.<ref name="Divorzio"/>
 
Il ricorso selettivo a fonti ebraiche per supportare le proprie teorie interpretative pregiudiziali è indicato anche da ciò che i commentatori non esaminano, cioè che anche le donne potevano divorziare i loro mariti. In tal caso, l'idea di proteggere i diritti delle donne diventa insignificante. Secondo la versione marciane dell'ingiunzione, Gesù proibisce alle donne di divorziare i propri mariti (come facevano alcune donne ebree, come nel caso della famiglia erodiana). [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]] riporta, certamente per informare i suoi lettori patrizi romani, che "da noi solo all'uomo è permesso di divorziare" (''[[w:Antichità giudaiche|Antichità]]'' 15.529; Deut. 24:1 suppone il privilegio maschile ed i testi rabbinici seguono questa supposizione), nonostante prova del contrario che lo storico fornisce dalla famiglia erodiana: i divorzi di [[w:Salomè I|Salomè]], figlia di [[w:Erode Antipatro|Erode]], da Costóbaro,<ref>[[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]], ''[[w:Antichità giudaiche|Antichità]]'' 15.259.</ref> di [[w:Berenice di Cilicia|Berenice]], figlia di [[w:Erode Agrippa I|Re Agrippa I]], da [[w:Polemone II del Ponto|Polemone di Cilicia]], e della figlia [[w:Drusilla (figlia di Agrippa I)|Drusilla]] da [[w:Aziz|Aziz]] di [[w:Emesa|Emesa]].<ref>[[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]], ''[[w:Antichità giudaiche|Antichità]]'' 20.143-147.</ref> Flavio Giuseppe indica che [[w:Erodiade|Erodiade]] partecipò attivamente nella dissoluzione del suo primo matrimonio e la sua successiva relazione con [[w:Erode Antipa|Erode Antipa]].<ref>[[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]], ''[[w:Antichità giudaiche|Antichità]]'' 18.110.</ref> Nella sua autobiografia, lo storico menziona persino che la propria moglie lo abbandonò.<ref>[[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]], ''Autobiografia'' 415; cfr. anche {{en}} [[:en:s:The_Life_of_Flavius_Josephus|''Vita'']] 75.</ref> Tuttavia gli studiosi che commentano sui pronunciamenti di Gesù in merito al divorzio, non affermano certo che proibendo il divorzio Gesù si preoccupasse di questi poveri, abbandonati mariti dei casati reali, forzati a prostituirsi o a mendicare!
 
==Samaritani buoni, ebrei cattivi, cadaveri impuri==
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