Biografie cristologiche/Vangeli e interpretazione ebraica: differenze tra le versioni

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Gli ebrei sono avulsi dal Nuovo testamento, in quanto non fa parte della loro tradizione. Tuttavia c'è un senso in cui questa "avulsione" inevitabile del letterale di per se stessa può essere un indizio a riconoscerne l'affinità. Le differenze puntano al paradosso del nucleo intrinseco di ebraicità nella letteratura cristiana, e tale nucleo è percepibile nonostante l'insoddisfazione che i Vangeli possano provocare presso i lettori ebrei, e le affermazioni degli studiosi che certi contenuti siano ellenistici o pagani d'origine. Il riconoscimento di questo nucleo di ebraicità emerge quando si procede a proporre le questioni che trascendono i dettagli minori, quando uno inizia ad indagare la più ampia problematica del significato di questa letteratura cristiana. Chiedere cosa vogliano veramente dire i Vangeliè una domanda molto più importante del sapere se Gesù andò a Gerusalemme verso sud passando per la Galilea, o verso est attraverso il Giordano, poi a sud e quindi a ovest oltre il Giordano. Chidere quale sia il vero significato delle Lettere va oltre la ricerca necessaria a capire se Paolo scrisse o meno tutte le Lettere attribuitegli. Le domande profonde, in poche parole, hanno a che fare con la quintessenza dei documenti neotestamentari, e non con quei particolari che spesso bloccano la comprensione piuttosto che facilitarla.<ref name="Sand"/>
 
Esistono tre grandi temi su cui ruotano la letteratura ebraica, il Tanakh ed il Talmud. Tali temi sono il fulcro collettivo su cui ruota anche il Cristianesimo. Il primo è la domanda: esiste quella che viene chiamata la Volontà di Dio? La letteratura religiosa non pone mai questa domanda, assumendola invariabilmente come un dato di fatto, che tale Volontà esista. Che ci sia una Volontà di Dio è l'assioma dell'Ebraismo e del Cristianesimo; è l'assioma che Dio esiste e che ci sia un modo in cui Egli afferma e approva ed un modo in cui Egli disapprova. Questo tema è centrale nel Tanakh, nei [[w:Neviìm|Profeti]], ed è il motivo principale del [[w:Pentateuco|Pentateuco]]. È il cantico cantato dal [[w:Salmi|Salmista]], e la base dei tremendi problemi postulati nel [[w:Libro di Giobbe|Libro di Giobbe]]. È inoltre il tema che lega insieme i vari scritti del Nuovo Testamento, in cui una quantità di persone esprime questa convinzione comune in modi differenti. Questi scritti hanno tramandato all'età moderna iferenzeinferenze in parte sovrapposte ed in parte discordanti estratte da convincioniconvinzioni centrali. Le discordanze tuttavia, per quanto reali, tendono a diminuire di significato diventando semplici dettagli quando vengono soppesate alla luce delle convinzioni centrali. La convinzione riguardo alla Volontà di Dio si origina dall'Ebraismo ed è al centro di tutti gli antichi scritti ebraici — è anche al centro degli scritti cristiani.<ref name="SamSand"/><ref>Jonathan Bruymberg-Kraus, "A Jewish Ideological Perspective on the Study of Christian Scripture, ''cit.''", ''Jewish Social Studies'' N.S. 4:1, 1997, pp. 121-152.</ref>
 
Il secondo tema è la domanda: può l'essere umano conoscere la Volontà di Dio?