Guida maimonidea/Mishneh Torah: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
pagina completata
m suddivisione e riff.
Riga 98:
Maimonide fonde il suo quadro specifico di storia halakhica con un concetto fondamentale delle fonti dalle quali la letteratura halakhica acquisisce autorità. Forgia pertanto un forte collegamento tra storia e ''halakhah'' e limita decisamente l'autorità dei ''Geonim'' mentre aumenta quella del Talmud. La perdita di centralizzazione — una condizione politica — non impedisce soltanto la diffusione delle decisioni halakhiche in tutto Israele; ne indebolisce la stessa autorità, poiché tale autorità dipende dalla loro diffusione e accettazione. I ''Geonim'', nonostante i loro sforzi, furono incastrati in un periodo di rottura geopolitica, e questa rottura minò la loro abilità di generare ''halakhah'' vincolante. Secondo questa opinione, la connessione tra ''halakhah'' e circostanza è interna: un certo grado di centralizzazione è necessario non solo per mantenere la ''halakhah'' come sistema effettivo ma, più fondamentalmente, per farla diventare ''halakhah''. Maimonide usa il quadro storico nel quale immette il suo nuovo concetto di autorità come meccanismo per creare il desiderato divario tra l'autorità assoluta del Talmud e l'autorità limitata dei ''Geonim''.<ref name="Shma"/><ref name="Halbertal171"/>
 
;===Autorità talmudica e ''Mishneh Torah''===
L'approccio di Maimonide all'autorità del Talmud e la sua connessione alla geopolitica ebraica, gioca un ruolo importante anche rispetto alla stessa ''Mishneh Tora'' come composizione. Ci sono due possibilità principali per comprendere la ''Mishneh Torah'' come composizione: una la chiameremo "moderata" e l'altra "radicale". La distinzione ci assisterà a definire più precisamente il ruolo giocato dal concetto di Maimonide in merito all'autorità talmudica in materie collegate al suo trattato.<ref name="Halbertal181">La discussione che segue viene proposta, ''int. al.'', da Moshe Halbertal, ''Maimonides, cit.'', 2014, pp. 181-189; Isadore Twersky, ''op. cit.'', pp. 389-400; Israel Ta-Shma, ''loc.it.'', pp. 111-118.</ref>
 
Riga 115:
Il resoconto di Maimonide nell'introduzione alla ''Mishneh Torah'' viene trasformato da aspirazione a visione nella sua lettera al discepolo Joseph. Rassicurandolo in merito alla tempesta critica sollevata a Baghdad dalla ''Mishneh Torah'', Maimonide prevede un tempo in cui, passato il primo momento di critiche, la ''Mishneh Torah'' sarebbe stata accettata dall'intero Israele: "Tutto ciò che ci dici circa coloro che rifiutano di accettarla come dovrebbero accettarla — è cosa solo del mio tempo. In futuro, tuttavia, quando la gelosia e l'impulso di dominare svaniranno, tutto Israele sarà contento e appagato solo di essa, e tutto il resto senza dubbio verrà messo da parte." Dato il modo in cui Maimonide spiega il perché il Talmud sia autorevole e i ''Geonim'' non lo siano, la sperata accettazione universale della ''Mishneh Torah'' farà ben di più del significare il suo successo; sarà ciò che alla fine le conferirà autorevolezza.<ref name="Halbertal181"/>
 
;===Discorso senza fine===
Esistono quindi due modi interamente differenti di comprendere la ''Mishneh Torah'' come composizione: uno più moderato che la vede coma una rappresentazione compiuta della ''halakhah''; ed uno più radicale ed audace che la vede come ''halakhah'' stessa. La distinzione tra queste vedute può essere allargata tenendo conto di una componente ulteriore, non meno importante riguardo alla percezione della sua opera da parte di Maimonide: lo status di letteratura halakhica che predata la ''Mishneh Torah'' ora che è stata scritta. La ''Mishneh Torah'' è un sommario di tale letteratura precedente o un suo rimpiazzo? Il punto centrale della domanda è capire la ragione fornita da Maimonide nell'intitolare il suo libro ''Mishneh Torah'' (letteralmente, "Ripetizione della Torah"): "la persona che prima esamina la Legge Scritta e poi questa compilazione saprà da essa l'interezza della Legge Orale, senza dover consultare nessun altro libro tra loro" (Introduzione alla ''Mishneh Torah'', p. 40). Anche questa frase baldanzosa permette due interpretazioni interamente differenti.<ref name="Critic"/>
 
Riga 133:
 
Gli halakhisti che consideravano la ''Mishneh Torah'' non come ''halakhah'' vincolante ma semplicemente come una delle possibili interpretazioni — forse anche una delle più importanti — accoglievano i suoi giudizi su base "al dettaglio": ogni singolo giudizio doveva essere controllato a fronte delle fonti talmudiche. Secondo loro, come annotato da Ra`abad nei suoi commenti all'introduzione, sarebbe stato meglio se Maimonide avesse identificato le sue fonti e spiegato i suoi fondamenti logici. Poiché l'opera, secondo loro, non era ''halakhah'' ma solo una sua rappresentazione, l'inclusione delle fonti sottese e delle argomentazioni non avrebbe diminuito la sua autorevolezza. Al contrario: è possibile che la presentazione dei suoi argomenti e fonti avrebbe potuto rafforzare la mano di Maimonide contro coloro che dissentivano senza sapere esattamente come egli avesse fatto a raggiungere le sue conclusioni.<ref>''Facile è criticare, difficile creare.'' Infatti coloro a cui manca il genio creativo e non sanno nulla, diventano critici. Cfr. [[q:Critica#Proverbi italiani|"Critica" su Wikiquote.]]</ref> Inoltre, questi studiosi critici vedevano nella ''Mishneh Torah'' una splendida opportunità per estendere il discorso halakhico stesso. Se l'intenzione di Maimonide era quella di bloccare l'espansione delle deliberazioni halakhiche incontrollabili e superflue, finì invece che gettò olio sul fuoco che sperava di estinguere. Dozzine di libri furono scritti sulla ''Mishneh Torah'', e fornì un'opportunità d'oro a quegli studiosi che si appassionavano all'argomentazione talmudica, usando l'opera maimonidea a tale scopo, in tal modo glorificando ed esaltando la Torah. Il trattamento della ''Mishneh Torah'' in susseguenti interpretazioni e novelle conferma il commento incisivo ed ironico del rinomato rabbino del XVI secolo, Maharshal (Solomon Luria), che affermò che ogni tentativo di chiudere il discorso halakhico mediante un'opera riconosciuta e trasparente diventa un'altra opportunità di espandere il discorso stesso.<ref>[http://www.ou.org/judaism-101/bios/leaders-in-the-diaspora/rabbi-solomon-luria-the-maharshal/ Rabbi Solomon Luria, il Maharshal], su ''ou.org''</ref>
 
==Il Cosmo maimonideo==
{{vedi anche|Guida maimonidea/Appendice2}}
 
==Note==