Biografie cristologiche/Vangeli e interpretazione ebraica: differenze tra le versioni

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La questione dell'affidabilità storica inevitabilmente si insinua nelle questioni di apprezzamento letterario. Uno potrebbe inoltre confrontare un passo e vederlo dal punto di vista del suo contenuto rispetto a Marco, Matteo e Luca, oppure, con le sue differenze, studiarlo alla maniera dei critici delle forme, in isolamento dal Vangelo stesso. Per esempio, Marco e Matteo riportano che Gesù venne rifiutato dalla sinagoga della sua città patria Nazaret, ma inseriscono questo episodio molto avanti nei rispettivi testi; in Luca il rifiuto di Nazaret viene spostato all'inizio della vita adulta di Gesù, come ad implicare che gli ebrei rifiutarono Gesù sin dall'inizio. Il punto del discorso attribuito a Gesù in Luca è che i benefici che Gesù è destinato a portare sono per i gentili e non per gli ebrei (punto contestato invece dal passo di Matteo 15:21-28, ''"Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele"''). L'alterazione di Marco da parte di Luca è considerevole, sia nel contenuto che nella posizione; dobbiamo quindi stare attenti, quando si esamina il resoconto di Luca, a non prendere per oro colato l'opinione che questa raffigurazione di Gesù che legge [[w:Libro di Isaia|Isaia]] nella sinagoga sia un riflesso della pratica ebraica di leggere i libri profetici come porzioni di ''[[w:Haftarah|haftarah]]''.<ref>La ''haftarah'' (o nella pronuncia [[w:Aschenaziti|aschenazita]]: ''haftoroh'' – altern. ''haphtara'', [[ebraico]]: הפטרה; "separazione", "commiato/dipartita", plur. ''haftarot'' o ''haftoros'') rappresenta una serie di selezioni dai libri dei ''[[w:Nevi'im|Nevi'im]]'' ("Profeti") della [[w:Bibbia ebraica|Bibbia ebraica]] (''[[w:Tanakh|Tanakh]]'') che viene letta pubblicamente nella sinagoga quale parte della [[w:Ebraismo|pratica religiosa ebraica]]. Le lettura della ''haftarah'' segue la lettura della Torah ogni Shabbat e durante le [[w:Festività ebraiche|Festività ebraiche]] e giorni del [[w:Digiuno|Digiuno]]. Tipicamente la ''haftarah'' è collegata tematicamente alla ''[[w:parasha|parasha]]'' ("porzione della Torah") che la precede — cfr. Gregory Goswell, "The Hermeneutics of the Haftarot", ''Tyndale Bulletin'' 58, 2007, p.100.</ref> La congruenza generica di alcuni particolari dei Vangeli con la pratica ebraica non stabilisce di per se stessa un'affidabilità storica, e la circostanza che un ebreo che ha studiato il Talmud riscontri un'atmosfera familiare nei Vangeli non conferma necessariamente l'attendibilità di un dato passo evangelico.<ref name="Jewish"/>
 
Ciò che si deve tenere in mente è che già nel primo dei Vangeli scritti l'abbellimento di episodi relativi a Gesù ci presenta una contraddizione: la raffigurazione di un contesto credibile, ma episodi dubbi o persino inverosimili. Tali abbellimenti rappresentano non solo la crescita di una tradizione orale, ma anche abbellimenti deliberati e intenzionali da parte degli evangelisti. La trattazione fatta da Luca riguardo all'episodio della sinagoga di Nazaret narrato da Marco è pienamente conforme con la sua trattazione di molti altri episodi marciani da lui usati. Le caratteristiche del Vangelo di Luca si riscontrano quindi nel suo utilizzo dei materiali marciani, e sono presenti anche nella sua trasposizione dei materiali della ''Fonte Q'' ed in quei materiali che appaiono solo nel suo Vangelo.<ref>Ci sono esegeti neotestamentari che negano l'esistenza di '''''Q''''' e preferiscono credere che la corrispondenza tra Matteo e Luca nel materiale non marciano derivi dal fatto che Luca usa Matteo e anche Marco come fonti. Cfr. ''int. al.'', Maurice Casey, ''An Aramaic Approach to Q: Sources for the Gospels of Matthew and Luke'', Cambridge University Press, 2002; per una bibliografia che esamina ambo le parti, Thomas R. W. Longstaff, Page A. Thomas, ''The Synoptic Problem. A Bibliography 1716–1988'', New Gospel Studies 4, Mercer, Macon 1988.</ref>