Biografie cristologiche/Spirito e Insegnamento: differenze tra le versioni

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La convinzione dei discepoli di aver visto il Cristo Risorto, la loro rilocazione permanente a Gerusalemme, la loro inclusione per principio dei gentili ''in quanto'' gentili — tutto ciò è base storica, fatti noti oltre ogni dubbio circa la primissima comunità dopo la morte di Gesù. Seguono uno schema. Ogni fatto segna un punto lungo l'arco della speranza apocalittica che passa da [[w:Daniele (profeta)|Daniele]] a Paolo, dai [[w:Rotoli del Mar Morto|Rotoli del Mar Morto]] alle [[w:Amidah|Diciotto Benedizioni]] della sinagoga, dai profeti del canone ebraico al [[w:Apocalisse di Giovanni|Libro della Rivelazione]], che conclude il Nuovo Testamento: la convinzione che Dio è buono; che è al controllo della storia; che non permetterà il male indefinitivamente. Tutti i temi numerosi e vari in tutti questi scritti differenti si riuniscono intorno a questa fede fondamentale che, alla Fine, Dio prevarrà sul male, ripristinando e redimendo la Sua creazione.<ref name="Cross"/>
 
Si possono anche collocare lungo questo arco profeti particolari dell'imminente Regno di Dio: [[w:Giovanni Battista|Giovanni il Battista]], [[w:Teuda|Teuda]], l'Egiziano, i profeti dei segni riportati da [[w:Flavio Giuseppe|Flavio Giuseppe]]. E, naturalmente, Gesù di Nazaret, i cui discepoli, dopo la sua morte, proclamarono il Cristo. La forma di tale proclamazione ci rivela la potenza in questo periodo delle tradizioni specificamente messianiche in merito all'arrivo del Regno. La loro esperienza della risurrezione di Gesù non richiedette che i suoi discepoli gli assegnassero l'importante titolo di "Cristo", o che collegassero la loro credenza nell'imminente compimento del suo messaggio del Regno con un'aspettativa del suo ritorno. Ma lo fecero. La [[w:Seconda venuta|''Seconda'' Venuta di Gesù]] — il contributo singolare del Cristianesimo alla varietà delle aspettative messianiche dell'Ebraismo del [[w:Secondo Tempio|Secondo Tempio]] — risuona precisamente col paradigma davidico: al suono di trombe, a capo di schiere angeliche, sconfiggendo le potenze del male, il Cristo Risorto sarebbe ritornato come guerriero.<ref name="Cross"/>
 
Furono le folle riunite per la [[w:Pesach|Pesach]] a Gerusalemme, e non questi associati intimi di Gesù, che proclamarono per prime Gesù messia.<ref name="GezFre"/> Lo fecero in parte perché furono prese dall'entusiasmo per questo messaggio autorevole che il Regno stesse arrivando: il Regno sarebbe stato accompagnato dal Figlio di Davide. E lo fecero proprio perché ''non'' lo conoscevano. A differenza di coloro che facevano parte del gruppo ristretto che l'avevano seguito durante la sua missione, e quindi sapevano benissimo quanto Gesù fosse lontano dall'essere un qualsiasi candidato messianico, questi pellegrini non avevano altro contesto per Gesù se non quello in cui l'avevano incontrato per la prima volta: durante la festa di pellegrinaggio nella città di Davide a Pasqua, in tutta l'euforia, gli addobbi e la rievocazione della festività che commemorava la liberazione e redenzione del loro popolo. Il loro entusiasmo per Gesù e per il suo messaggio lo portò direttamente alla morte in croce.<ref name="Cross"/>
 
La crocifissione di Gesù quale Re dei Giudei fu unn trauma per i suoi seguaci più intimi. Anche le loro esperienze della sua presenza continuativa dopo la morte, secondo l'evidenza dei Vangeli, li sorprese. Cercando di capire cosa stavano provando, si rivolsero alla Scrittura. Lì vi trovarono vari modi di comprendere il loro maestro. Le Lettere di Paolo, i Vangeli, gli Atti degli Apostoli, e gli altri scritti che alla fine formarono il Nuovo Testamento — tutti registrano le meditazioni creative di questa prima generazione apostolica e di quei credenti che entrarono a far parte della comunità dopo di loro. In questi testi Gesù appare ancora come i suoi primi seguaci lo avevano percepito durante la sua missione: un vero profeta, incaricato da Dio. Attraverso Isaia, videro Gesù come il Servo Sofferente di Dio: "Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità... Il Signore ha fatto ricadere su di lui
l'iniquità di noi tutti" (Is 53:5-6).
 
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