Biografie cristologiche/Spirito e Insegnamento: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 8:
Cosa successe poi? Nella notte del [[w:seder|seder]] (15 [[w:Nisan|Nisan]]; Marco) opuure la notte precedente (14 Nisan; Giovanni), Gesù venne catturato furtivamente, forse da un drappello misto tra guardie del Tempio e soldati romani guidati al luogo dell'imboscata da un discepolo scontento (Gv 18:2,3,12). [[w:Caifa|Caifa]] e Pilato avevano organizzato insieme la faccenda, necessitando di muoversi alla svelta, efficacemente ed in segreto proprio per la ragione specificata dai Vangeli: qualsiasi mossa pubblica contro Gesù avrebbe provocato una sommossa (Mc 14:1-2; per questa stessa ragione, come precauzione, il contingente che va ad eseguire l'arresto è armato). L'eccitazione della folla era aumentata man mano che la [[w:Pesach|Pesach]] si avvicinava, mentre la storia antica della redenzione divina dei figli di Israele dalla loro schiavitù opprimente risuonava della convinzione ora condivisa da molti: ''questa'' era la Pesach della loro redenzione; ''questa'' era l'ora in cui Dio avrebbe rivelato il Suo Messia, redento e ripristinato Israele, eliminato l'ingiustizia, asciugate le lagrime...<ref name="Spirito"/>
 
A questo punto la cronologia di Marco diventa più drammatica di quella di Giovanni. La transizione nutturnanotturna dal 14 al 15 Nisan procede con una veloce sequenza di eventi. Al di là dell'eccitazione della folla e delle loro speranze, alla fine del giorno certe cose dovevano essere compiute. Il ''corban Pesach'', l'agnello o capretto per il pasto sacro, doveva esser portato al Tempio, macellato, preparato; le preghiere serali dovevano essere recitate; la storia biblica raccontata e la festa iniziata al calare della notte. Queste procedure necessarie avrebbero creato proprio quel tipo di diversivo che Pilato e Caifa cercavano per attuare il loro piano. A notte tarda, mentre in città alcuni ancora celebravano la festività e altri infine dormivano, i loro soldati trovarono Gesù, che non offrì (come si aspettavano) nessuna resistenza.<ref name="Spirito"/>
 
Forse Gesù fu portato davanti al Sommo Sacerdote o a suo suocero, sebbene non sia certo. Tra i loro compiti al Tempio e i loro pasti celebratori a casa, questi due avevano già avuto una giornata lunga e faticosa, e inoltre, a quale scopo dovevano aspettare Gesù? Forse Gesù fu brevemente interrogato da Pilato, sebbene anche questo sia alquanto incerto. Non ce n'era ragione. Il suo mandato a morte era già stato firmato proprio dalla folla che lo aveva festeggiato prima, reagendo al suo messaggio di redenzione imminente. I soldati di Pilato avevano i loro ordini e sapevano ciò che dovevano fare.<ref name="Spirito"/>
Riga 17:
Nei modi che contavano Pilato aveva ragione. Con Gesù morto, la città tornò nella normalità, sotto il suo controllo. Le folle turbolente delle festività pasquali cessarono di agitarsi e aspettarsi l'arrivo del Regno e la rivelazione imminente di Gesù come Suo Messia. Castigati e demoralizzati, si calmarono nuovamente. Il resto della Pesach probabilmente si concluse senza incidenti.
 
Tuttavia, per i seguaci più intimi di Gesù era diverso. Spaventati dal suo arresto, la maggioranza era scappata. Ciò che successe dopo non lo sappiamo per certo, perché fonti differenti narrano differenti storie: solo le grandi linee sono chiare. Certi che Gesù fosse morto, alcuni membri di questo piccolo gruppo iniziarono a percepire, e poi a proclamare, che Gesù viveva di nuovo. Dio, dissero, l'ha risuscitato dai morti. Ciò che questi discepoli videro o provarono veramente è ora impossibile da dire. Paolo, la cui testimonianza è tarda (circa vent'anni dopo questi fatti) e certamente di seconda mano ("Infatti vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch'io ricevuto", 1 Cor. 15:3) insegna che il Cristo Risorto gli apparve in un ''pneumatikon sōma'' (πνευματικον σωμα), un "corpo spirituale" (1 Cor. 15:44). Sia quello che sia, Paolo insiste che comunque tale corpo ''non'' fosse di carne ed ossa. "Questo vi dico, o fratelli: ''la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio'', né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità" (1 Cor. 15:50). Tradizioni ancora più successive in Luca e Giovanni dicono il contrario: " Guardate le mie mani e i miei piedi," dice in Luca il Cristo Risorto, esortando i suoi discepoli meravigliati di guardargli le ferite ancora presenti, "Sono proprio io! Toccatemi e guardate, perché ''uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io''" (Lc 24:39-40). "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani," ordina il Cristo Risorto di Giovanni a Tommaso che dubita, "stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!" (Gv 20:27). A rigor di termini, questi resoconti non ci dicono nulla di Gesù di Nazaret. La sua storia finisce su una croce romana, e queste storie ci offrono ben poco di quello che i discepoli potrebbero aver visto. Scritti considerabilmente dopo i fatti di quella Pasqua, differiscono notevolmente tra di loro.<ref name="GezFre">[[w:Geza Vermes|Géza Vermès]], ''Jesus the Jew: A Historian's Reading of the Gospels, cit.'', 1973, pp. 192-212; Paula Fredriksen, ''Jesus of Nazaret, King of the Jews'', MacMillan, 2000, pp. 241-259.</ref>
 
Queste storie delle Risurrezione ci forniscono perlomeno uno sguardo sulle convinzioni dei più stretti discepoli di Gesù, che sono la loro fonte ultima. La risurrezione dei morti era uno degli atti redentivi anticipati dalle tradizioni ebraiche in merito alla Fine dei Giorni, quando Dio avrebbe redento Israele e li avrebbe riportati alla Terra. Se i suoi discepoli credevano di aver visto Gesù risorto — o avessero provato una particolare esperienza, che possiamo interpretarie variamente — allora potevano con tinuare a funzionare nell'ambito del paradigma apocalittico stabilito dalla sua missione.<ref name="GezFre"/>
 
La risurrezione nell'ambito di forme più tradizionali dell'Ebraismo era stata immaginata come un'esperienza comunitaria, uno degli atti salvifici previsti alla Fine del Mondo. "Io aprirò i vostri sepolcri, vi farò uscire dalle vostre tombe, o popolo mio," Dio promette nel [[w:Libro di Ezechiele|libro del profeta Ezechiele]], "e vi ricondurrò nel paese d'Israele" (Ez 37:12). "Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno," profetizza Daniele (12:2). "Benedetto sei Tu, o Signore," si legge nel testo delle [[w:Amidah|Diciotto Benedizioni]], "Tu che fai rivivere i morti." L'importanza della risurrezione individuale di Gesù per i suoi apostoli fu che annunciasse l'arrivo delle risurrezione generale: Gesù era "la primizia di coloro che sono morti" (1 Cor. 15:20). La sua risurrezione confermava quindi ai suoi seguaci che il Regno, e pertanto la risurrezione di tutti i morti, stesse arrivando; in verità, molto presto. La loro esperienza di questa risurrezione confermava loro l'autorità propria di Gesù e l'autorità del suo messaggio.<ref name="GezFre"/>
 
Pur tuttavia il Regno non arrivò. Nel frattempo, evidentemente, queste [[w:Apparizioni di Gesù|apparizioni di Risurrezione]] continuarono per un periodo. Paolo elenca una serie di tali epifanie (1 Cor. 15:5-8). Luca chiude il suo Vangelo e apre la sua storia, gli Atti degli Apostoli, con il Cristo Risorto che parla ai discepoli: "Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio" (Atti 1:3). I seguaci più intimi di Gesù — "Cefa, e poi i Dodici" — reagirono a questa esperienza delle apparizioni ritornando a Gerusalemme. Si radunarono in città prevedendo la venuta del Regno? Stavano aspettando, credendo che la risurrezione stessa di Gesù segnalasse l'inizio della Fine? Se fu così, allora la continuazione del tempo alla fine li spinse ad una nuova conclusione, ed ad una differente interpretazione del significato delle risurrezione di Gesù. Ricolmi di energia missionaria profonda, questi discepoli si convinsero che l'apparizione ''definitiva'' del Cristo Risorto sarebbe avvenuta presto, alla sua [[w:Seconda venuta|''Parousia'' (παρουσία)]]. Nel poco tempo che pensavano rimanesse, si dedicarono a diffondere la buona novella, l'[[w:Vangelo|''evangelion'' (εὐαγγέλιον)]] di Gesù, a tutto Israele.<ref name="GezFre"/><ref name="Spirito"/>
 
==II==