Fisica e filosofia: differenze tra le versioni

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<br/>A questa nuova visione della realtà sono state mosse delle '''critiche''' che possono essere riunite in tre grandi gruppi:
# Il primo gruppo non critica i risultati sperimentali ma propone un '''mutamento di linguaggio''' tale da rendere la moderna interpretazione più vicina alla fisica classica. Molti scienziati di questo gruppo si sono concentrati sull'idea di "''parametri ignoti''": poiché le leggi teoretiche quantiche determinano i risultati di un esperimento solo statisticamente, esistono forse parametri ignoti in grado di ristabilire i rapporti causa-effetto.<br/>Tra questi '''Boehm''' il quale afferma: "''Noi non dobbiamo abbandonare la precisa, razionale ed oggettiva descrizione dei sistemi individuali nel regno della teoria dei quanti"; tale affermazione si rivela però una "sovrastruttura ideologica''".[[Image:Niels Bohr.jpg|thumb|right|Niels Bohr]] '''Bohr''' criticava questa speranza sentenziando: "''Noi possiamo sperare che una volta o l'altra accada che due per due faccia cinque, perché sarebbe assai vantaggiosa per le nostre finanze''" (in realtà l'argomentazione di Bohr non è stringente: non nega affatto che in futuro le teorie di Boehm possano rivelarsi vere così come si potrebbe scoprire un'estensione della logica matematica per cui 2*2=5).<br/>Una critica analoga è mossa da '''Bopp e Fenyes''', i quali ritengono che la creazione e l'annichilimento di particelle sia il processo fondamentale della teoria dei quanti e che dunque la particella possa considerarsi "reale" nel senso classico del termine; tuttavia anche gli sviluppi di questa teoria, come per la '''teoria di Boehm''', conducono alla distruzione di tutti i tratti di simmetria della teoria dei quanti; inoltre già nel 1928 Jordan, Klein e Wigner avevano dimostrato che le onde sono tanto reali quanto le particelle.<br/>Sempre sulla linea di Boehm e Fenyes è anche '''Weizel''', il quale propone l'introduzione di una particella ad hoc, la "zeron", per risolvere i parametri ignoti; sebbene teoricamente l'introduzione della "zeron" possa creare problemi di interazione con altre particelle, l'esistenza di questa "zeron" non può essere confermata né negata sperimentalmente (il problema dei parametri ignoti è dunque molto complesso non disponendo di prove sperimentali; esso ricorda il dibattito sulla teoria della relatività generale: chi voleva negare le ipotesi di Einstein affermava che la dimostrazione della relatività del tempo e dello spazio per l'uomo non nega l'esistenza di un tempo ed uno spazio assoluti; tuttavia sia del tempo e dello spazio assoluto sia dei parametri ignoti non è possibile per ora averne una conferma).<br/>Un critica differente è mossa da Blochinzev e Alexandrov i quali attaccano il lato filosofico della teoria dei quanti; essi lottano per un recupero dell'ontologia materialistica, sostenendo la necessità di esperimenti oggettivi indipendenti dagli scienziati (ovviamente una tale prospettiva è adatta per la fisica classica, ma del tutto inappropriata per la fisica dei quanti a causa della nostra conoscenza incompleta degli esperimenti come dimostrato sopra). Dunque tutti questi tentativi di descrivere la fisica dei quanti con concetti della fisica classica risultano sterili; questo desiderio è forse dettato anche dalla personalità dello scienziato (credo religioso/politico, educazione, convinzioni, valori): infatti, sebbene lo scienziato debba essere totalmente imparziale, egli è sempre influenzato dalla sua mentalità e dalla società all'interno della quale vive e trova sicurezza.
#Il secondo gruppo tenta una '''rianalisi degli esperimenti di Copenaghen''' per giungere a '''nuove conclusioni filosofiche'''. La critica più accurata è mossa da '''Janossy''': egli tenta di modificare la meccanica dei quanti con l'introduzione dei "''termini di estinzione delle equazioni''" con i quali eliminare i parametri di interferenza causati dall'osservazione. Sebbene non errata la teoria di Janossy conduce però a conclusioni assurde (onde più veloci della luce, intercambio della sequenza temporale di causa ed effetto).<br/>Una posizione originale è quella di '''Schroedinger''', che vorrebbe attribuire caratteri di oggettività reale solo alle onde; lo scienziato sostiene che i processi quantici siano più continui di quanto non si ritenga normalmente, ma in questo modo non può spiegare le discontinuità riscontrabili con qualsiasi contatore Geiger.
# L'ultimo gruppo, che include la critica di '''Einstein''' e '''von Laue''', si interroga se quella di Copenaghen possa essere una descrizione unica ed obiettiva dei fatti fisici; essi sottolineano che tra un'osservazione ed un'altra avviene sicuramente qualcosa e, finché non si scoprirà cosa avviene, la teoria non potrà essere considerata valida in assoluto; è necessaria una teoria in grado di spiegare la realtà indipendentemente dallo scienziato.