Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Primavera breve: in Germania tra le due guerre: differenze tra le versioni

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[[File:DHMDeutsches -Historisches Museum Der Stürmerplakat.jpg|thumb|Poster del giornale nazista ''Der Stürmer'', contro la miscegenazione (mescolanza razziale), Museo Storico di Berlin 1935. Il poster è intitolato "Rassenschande" ("contaminazione razziale") e illustra una donna tedesca di caratteristiche nordiche che gli "scienziati razziali" nazisti descrivono come la forma più pura della "razza ariana", mostrata in contrasto con il volto di un uomo ebreo che rappresenta le caratteristiche razziali "inferiori".]]
È cosa nota che gli ebrei di Germania nei primi anni del XX secolo ebbero a giocare una parte sproporzionata rispetto alla loro relativamente bassa percentuale demografica. Fino alla dichiarazione di quella che fu chiamata la "guerra contro gli ebrei",<ref name="Lucy">Lucy S. Davidowicz, ''The War Against the Jews 1933-45'', Penguin Books, nuova ed. 1990.</ref> esemplificata dalla venuta al potere di Hitler nominagto cancelliere nel 1933, gli ebrei costituivano non più dell'uno per cento circa della popolazione della Germania come tale, cioè approssimativamente mezzo milione. A Vienna, sebbene non altrove in Austria, esisteva una più ampia concentrazione di ebrei, che era stata incrementata da un'ondata di emigrazione dall'Est sulla scia della Grande Guerra. La popolazione ebraica raggiungeva circa 170000 persone in quella grande città, mentre in Cecoslovacchia c'erano circa 200000 ebrei, equamente distribuiti tra quello che Hitler prese nel marzo 1939 come "Protettorato" (Bohemia e Moravia — a formare parte autonoma unificata del Reich) e la Slovacchia.<ref name="Lucy"/>