Le religioni e il sacro/Il sacro: differenze tra le versioni

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A tal proposito van der Leeuw ha coniato l'espressione di ''homo religiosus'' per indicare quell'uomo che ha una condotta specifica in relazione con il "sacro".
{{q|Possiamo quindi intendere la definizione del giurista Masurio Sabino: "religiosus est, quod propter sanctitatem aliquam remotum ac sepistum a nobis est". Ecco precisamente in che cosa consiste il sacro. Usargli sempre debiti riguardi: è questo l'elemento principale della relazione fra l'uomo e lo straordinario. L'etimologia più verosimile fa derivare la parola ''religio'' da ''relegere'', osservare, stare attenti; ''homo religiosus'' è il contrario di ''homo negligens''.| Gerardus van der Leeuw. ''Fenomenologia della religione'' (1933). Torino, Boringhieri, 2002, pagp.30}}
 
Più recentemente, lo storico delle religioni rumeno, Mircea Eliade (1907-1986), in ''Le Sacré et le profane'' (Il sacro e il profano, 1956<ref>Il libro fu redatto da Eliade in francese ma fu pubblicato per la prima volta nel 1957 in tedesco nella collana ''Rowohlts Deutsche Enzykläpdie'' diretta da Ernesto Grassi con il titolo ''Das Heilige und das Profane''.</ref>), suggerisce al riguardo del "sacro" il termine "ierofania" da intendere come "qualcosa di sacro ci si mostra".