Le religioni e il sacro/Il sacro: differenze tra le versioni

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Uno dei primi studiosi della "Fenomenologia della religione", Gerardus van der Leeuw (1890-1950), autore di ''Phanomenologie der Religion'', (1933, Fenomenologia della religione), ribadisce la peculiarità dell'ambito della ricerca fenomenologica della religione, individuandone i temi ricorrenti nella storia e nelle differenti religioni attraverso il presentarsi di strutture e forme tipiche come riti e credenze. A tal proposito van der Leeuw conia l'espressione di ''homo religiosus'' per indicare quell'uomo che ha una condotta specifica in relazione con il "sacro".
{{q|Possiamo quindi intendere la definizione del giurista Masurio Sabino: "religiosus est, quod propter sanctitatem aliquam remotum ac sepistum a nobis est". Ecco precisamente in che cosa consiste il sacro. Usargli sempre debiti riguardi: è questo l'elemento principale della relazione fra l'uomo e lo straordinario. L'etimologia più verosimile fa derivare la parola ''religio'' da ''relegere'', osservare, stare attenti; ''homo religiosus'' è il contrario di ''homo negligens''.| Gerardus van der Leeuw. ''Phanomenologie der Religion'' (1933). In italiano: Gerardus van der Leeuw. ''Fenomenologia della religione''. Torino, Boringhieri, 2002, pag.30}}
 
Più recentemente lo storico delle religioni rumeno, Mircea Eliade (1907-1986), in ''Le Sacré et le profane'' (''Il sacro e il profano'', 1956<ref>Il libro fu redatto da Eliade in francese ma fu pubblicato per la prima volta nel 1957 in tedesco nella collana ''Rowohlts Deutsche Enzykläpdie'' diretta da Ernesto Grassi con il titolo ''Das Heilige und das Profane''.</ref>), suggerisce al riguardo del "sacro" il termine "ierofania" inteso come "qualcosa di sacro ci si mostra".