Le religioni della Mesopotamia/La letteratura religiosa in Mesopotamia/I Cilindri di Gudea: differenze tra le versioni

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L'opera di Gudea è in realtà un ampliamento di un tempio precedente già attestato fin dal fondatore della prima dinastia di Lagaš, Ur-nanše, che lo appella come ''èš-gír-su<sup>ki</sup>'' ("santuario di Girsu") o ''é-<sup>d</sup>nin-gír-su'' ("Casa/Tempio di Ningirsu")<ref>Giovanni Pettinato, ''I re di Sumer'' I, Brescia, Paideia, 2003, p. 257</ref>.
 
Già con il predecessore diretto di Gudea, Ur-baba, abbiamo contezza del nome completo del tempio, confermato dallo stesso Gudea: ''é-ninnu-anzu<sup>mušen</sup>-babbar'', dove ''babbar'' indica come "splendente" (''babbar''; cuneiforme: [[File:Babbar (cuneiforme).JPG|40px]]), l'<nowiki></nowiki>''anzu<sup>mušen</sup>'' (cuneiforme: [[File:Cuneiforme Anzu.JPG|70px]]), ovvero quella divinità mostruosa, sconfitta dal dio Ningirsu/Ninurta nel "[[Le religioni della Mesopotamia/I Babilonesi/La Tavola dei Destini#Il Mito di Anzû|Mito di Anzu]]", che, seppur dai noi conosciuto per mezzo di racconti in lingua accadica, ha certamente dei corrispettivi in lingua sumerica riscontrabili nel racconto ''lugalLugal-e''.
 
L'Eninnu è quindi la "casa" del dio Ningirsu (lett. "Signore di Girsu", nome locale del figlio del re degli dèi Enlil, il dio Ninurta) e della dea Baba (dea taumaturga e della fertilità), sua paredra, "casa" costruita dal governatore (sumerico: ''en-si<sub>2</sub>'', ''ensí''; accadico: ''iššakku''; cuneiforme: [[File:Ensi (cuneiforme).JPG|60px]]) della città sumera di Lagaš, Gudea.