Biografie cristologiche/Nuovo Testamento e antiebraismo: differenze tra le versioni

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==Capirsi==
Per la crescente chiesa gentile e per quei membri ebrei che vi aderivano avendo abbandonato la sinagoga, "gli ebrei" sono coloro che "uccisero il Signore Gesù"; sono i suoi "traditori e assassini", come [[w:Stefano protomartire|Stefano]], primo martire per Gesù, li chiama: "O gente testarda... voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo" (Atti 7:51-52). I seguaci di Gesù quindi, sebbene essi stessi ebrei, per i lettori dei Vangeli vengono identificati, allora e adesso, con un altro gruppo, alternativamente chiamato "la chiesa" (''ekklesia'', termine usato da Matteo) o "la Via". Il contesto ha importanza. La prospettiva del lettore ha importanza pure.<ref name="Amy4"/>
 
È quindi utile pastoralmente immaginarsi come le parole di alcuni brani neotestamentari possano apparire a persone che non sono cristiane. Per esempio, Galati 3:28 proclama: "Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna... in Cristo Gesù." Il versetto certamente porta buone nuove agli uomini gentili della Galazia, ora rassicurati che la circoncisione non è più giustificata né richiesta. Anche per gli schiavi le notizie sono buone (sebbene gli schiavi preferirebbero forse essere tutti liberi). Storicamente, potrebbe essere un avviso di Paolo che il CVristo riporta l'umanità al suo stato primario, quello di un "Adamo" unificato, androgino, prima che Eva gli venisse estratta dal fianco. Ma affermare che nel mondo ideale, o finanche nella sfera del Cristo, "non c'è più giudeo né greco" suona come una cancellazione di identità ebraica (o greca). L'universalimo cristiano comporta quindi un'obliterazione di qualsiasi cosa distintamente ebraica. Coloro che cercano di promuovere il multiculturalismo vorranno certo riformulare il linguaggio paolino per celebrare "sia l'ebreo sia il greco, sia l'uomo sia la donna, e tutti quanti, che devono essere liberi".
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Impressioni antiebraiche possono emergere anche in testi che non citano nulla di specifico in merito agli ebrei. Anni fa, un rabbino americano richiese ad un'organizzazione interconfessionale se una particolare lettura neotestamentaria, suggerita da un membro di un concilio clericale locale, fosse appropriata per una funzione religiosa interconfessionale durante la [[w:Giorno del ringraziamento|Festa del Ringraziamento]]. Il brano era estratto dal [[w:Discorso della Montagna|Discorso della Montagna]]: " Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?" (Mt 6:25). Quando (o se) Gesù disse questo ai suoi compatrioti ebrei, non lo avrebbe percepito affatto come antiebraico. Se un predicatore cristiano legge queste righe in chiesa, non ne dovrebbe scaturire nulla di negativo circa gli ebrei. Ma quando queste stesso passo viene recitato in un raduno interconfessionale, il messaggio cambia. Se un ministro cristiano afferma, in un raduno dove gli ebrei vengono notati per ciò che indossano (il rabbino americano per esempio di certo indossava una ''[[w:kippah|kippa]]'', o [[w:yarmulke|yarmulke]] o zucchetto) e ciò che mangiano (diversi partecipanti ebrei avranno di certo preso un pasto vegetariano, nel caso non ci fosse stato cibo kosher), il brano originariamente innocuo rischia di diventare antiebraico.<ref>[https://books.google.co.uk/books?id=fyle3aiaIucC&pg=PT543&lpg=PT543&dq=reb+moshe+leib+of+sasov%2Blove&source=bl&ots=LZnkolU66W&sig=b6MVs3hl9ErUpIlqrUOTO8uDhTM&hl=en&sa=X&ei=IpbrVPhKg6xTj_uD6AY&ved=0CEoQ6AEwBw#v=onepage&q=reb%20moshe%20leib%20of%20sasov%2Blove&f=false Martin Buber, ''Tales of the Hasidim'', Knopf Doubleday Publishing Group, 2013, ''ad hoc'']; cfr. anche [http://www.darchenoam.org/rav-moshe-leib-sassovers-three-loves/].</ref>
 
==Note==