Le religioni della Mesopotamia/La letteratura religiosa in Mesopotamia/I Cilindri di Gudea: differenze tra le versioni

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{{q|Quando nell'universo si decisero le sorti, <br> Lagaš levò il capo al cielo (esaltata) con grande destino<br> Enlil volse lo sguardo compiaciuto al signore Ningirsu (dicendo):<br> "Nella nostra città si è realizzato ciò che si conveniva|Cilindro A, I, 1-3; traduzione Castellino, p. 217|ud /an ki\-a nam tar-[re]-/da\<br>/lagaš\[ki]-e me gal-la [saĝ] an-še3 mi-ni-ib2-il2<br> <sup>d</sup>en-lil2-e en dnin-ĝir2-su2-še3 igi zid mu-ši-barr<br>iri-me-a niĝ2-du7 pa nam-e3|lingua=SUX}}
 
Nel cielo si decidono le sorti, il re degli dèi Enlil si rivolge al dio Ningirsu osservando che il fiume Tigri (''<sup>id<sub>2</sub></sup>idigna-am<sub>3</sub>'') è in piena apportando al suolo le acque dolci. Ningirsu, signore di Lagaš, osserva che il governatore della città, Gudea, è uomo di grande ingegno e che si daràavrà premura allaper la costruzione del "tempio puro" (''é kug'').
 
Ningirsu compare in sogno (''maš-ĝi<sub>6</sub>''; cuneiforme: [[File:Maš-ĝi6 (cuneiforme).JPG|50px]]) a Gudea (rigo 17) comandandogli di erige l'Eninnu dai destini grandiosi (''e2-ninnu me-bi gal-gal-la-am3''). Ma Gudea non intende il significato del sogno e quindi decide di recarsi dalla dea che indica come "madre" (''ama'').