Biografie cristologiche/Nuovo Testamento e antiebraismo: differenze tra le versioni

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Anche se uno accetta che l'autore del Quarto Vangelo sia un ebreo che scrive principalmente per gli ebrei, che potrebbe in verità essere una tesi praticabile, l'argomento che quindi il Vangelo non possa essere antiebraico vacilla comunque. Gli studiosi concludono che la polemica giovannea, ostile che sia, debba essere considerata una lotta interna. Pertanto il Vangelo non può essere antiebraico, come per esempio la condanna di un mormone da parte di un altro mormone non può essere visto come "antimormone". Inoltre, dato che la retorica di Giovanni scaturisce da una lotta interna, i suoi effetti furono provocati dagli ebrei stessi, che inziarono l'intero pasticcio in primo luogo, essendo intolleranti e espellendo i seguaci di Gesù. Tale argomento sposta quindi nettamente la responsabilità di una retorica apparentemente antiebraica via da Giovanni e verso gli ebrei stessi. I lettori cristiani non si devono perciò preoccupare della retorica giovannea — non fu mai "antiebraica". Purtroppo però questo approccio è un po' troppo ottimistico. Gli ebrei possono adottare ciò che altri ebrei, e anche non ebrei, riterrebbero una posizione "antiebraica". Oggigiorno, per esempio, quegli ebrei che si pronunciano a favore della popolazione palestinese e che non hanno nulla di positivo da dire circa lo Stato di israele, sono spesso considerati da altri ebrei, e non ebrei, come antiebrei o "ebrei autolesionisti". Alcuni veterani statunitensi che hanno contestato la guerra in Iraq vengono etichettati "antiamericani" da show televisivi e telegiornali. Essere parte del gruppo non preclude dall'esser visti come ostili al gruppo.<ref name="Amy3"/>
 
L'argomento che il linguaggio di Giovanni sia reazionario è un po' più complicato e richiede diverse fasi. In primo luogo, il linguaggio del Quarto Vangelo in merito a ''aposynagogos'' è spesso reputato che indichi un programma esteso a tutto il Mediterraneo nel quale gli ebrei scomunicavano i cristiani. Secondo, viene inteso anche in relazione al cosiddetto [[w:Concilio di Jamnia|Concilio di Jamnia]], un sinodo che apparentemente avvenne verso il 90 e.v. nel quale gli ebrei, ancora sconvolti dalla distruzione del Tempio, cercarono di ricostituirsi come movimento guidato dai Farisei, basato nella sinagoga e definito dalla ''[[w:Halakhah|Halakhah]]'', cioè dall'interpretazione ebraica della Legge biblica. Terzo, gli studiosi inoltre associano questo Concilio con l'invenzione e promulgazione di una preghiera chiamata ''[[w:Birkat Ha Minim|Birkhat ha-Minim]]'' (ברכת המינים), la "Benedizione Contro gli Eretici". Il termine ''minim'' si riferisce agli eretici o, meglio, a membri di correnti opposte alla visione rabbinica.<ref>Pieter Willem van der Horst, ''Hellenism, Judaism, Christianity: essays on their interaction'', Kok Pharos, 1998, p. 113: ".. who humblest the insolent" (Palestinian recension) The 12th berakhah in the Jewish Shemoneh Esreh (Eighteen [benedictions]) is usually called the Birkat ha-minim 'the blessing of the heretics', which is a euphemism for a curse".</ref> Quarto, questo brano, inserito nella più lunga preghiera liturgica nota con vari titoli (''Sh`mona Esreh'', ''Amidah'' o semplicemente ''Tefilla''), viene considerato come una maledizione contro i cristiani.<ref name="Minim">[https://books.google.co.uk/books?id=37WLCyXOEFwC&dq=Yaakov+Y.+Teppler,+%27%27Birkat+haMinim:+Jews+and+Christians+in+conflict+in+the+ancient+world%27%27&source=gbs_navlinks_s Yaakov Y. Teppler, ''Birkat haMinim: Jews and Christians in conflict in the ancient world''], Mohr Siebeck, 2007, ''retro'': "Yaakov Y. Teppler studies the identity of those Minim and lays a firm foundation for understanding the processes of separation between Judaism and Christianity in this stormy and fascinating period."</ref> Due versioni della benedizione, risalenti approssimativamente al decimo secolo e rinvenute nella [[w:Geniza del Cairo|Geniza del Cairo]] (un attico della relativa sinagoga dove venivano conservati oggetti sacri logori), fanno distinzione tra apostati, eretici e cristiani.<ref>[http://books.google.co.uk/books/about/Jews_and_Christians.html?id=9_6pz__aHdgC&redir_esc=y James D. G. Dunn, ''Jews and Christians: the parting of the ways, A.D. 70 to 135''], Mohr Siebeck, 1992, pp. 85-116 & ''passim''.</ref><ref name="Kessler">[[w:Edward Kessler|Edward Kessler]], [http://books.google.co.uk/books/about/An_Introduction_to_Jewish_Christian_Rela.html?id=87Woe7kkPM4C ''An Introduction to Jewish-Christian Relations''], Cambridge University Press, 2010, pp. 25-44, 65-80.</ref><ref name="Pieter">[http://books.google.co.uk/books/about/Hellenism_Judaism_Christianity.html?id=Tv0t4pqrbZsC Pieter Willem van der Horst, ''Hellenism, Judaism, Christianity: essays on their interaction''], Kok Pharos, 1998, ''loc. cit.'' & ''passim''.</ref><ref>[https://books.google.co.uk/books?id=9bbWbMGekWoC&dq=Doris+Lambers-Petry,+Peter+J.+Tomson,+The+image+of+the+Judaeo-Christians+in+ancient+Jewish+and+Christian+literature%27%27&source=gbs_navlinks_s Doris Lambers-Petry, Peter J. Tomson, (curatori) ''The image of the Judaeo-Christians in ancient Jewish and Christian literature''], Mohr Siebeck, 2003, Cap. "The War Against Rome", p. 15: "... who unearthed the conceptual background of the birkat ha-minim. In his analysis, the material of the berakha basically dates from temple times, when it was directed against such 'separatists' (perushim or porshim) as Sadducees..."</ref><ref>[https://books.google.co.uk/books?id=BjtWLZhhMoYC&dq=William+David+Davies,+Louis+Finkelstein,+Steven+T.+Katz++%27%27The+Cambridge+History+of+Judaism:+The+late+Roman-Rabbinic+period%27%27&source=gbs_navlinks_s William David Davies, Louis Finkelstein, Steven T. Katz (curatori), ''The Cambridge History of Judaism: The late Roman-Rabbinic period''], Vol. 4, Cambridge University Press, 2006, pp. 291-292.</ref> La prima dice:
{{q|Per gli apostati (''meshummadim'') non c'è speranza [a meno che non ritornino alla Legge]; ed il regno dell'arroganza Tu [Signore] sradica dai nostri giorni; e possano gli ''ha-Notserim'' [Nazareni, o Cristiani] ed i ''minim'' [eretici] perire all'istante. [Possano essere cancellati dal Libro della Vita.] E che non siano iscritti insieme ai giusti. Benedetto sei Tu, O Signore, che umilii gli arroganti.}}
 
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{{q|Per i calunniatori e per gli eretici non ci sia speranza, e tutti in un istante periscano; tutti i Tuoi nemici prontamente siano distrutti, e Tu umiliali prontamente, ai nostri giorni. Benedetto Tu, O Signore, che spezzi i nemici e pieghi i superbi.}}
 
Nonostante questa carenza di prove che in tutto l'Impero ci fosse veramente un'espulsione dei cristiani dalle sinagoghe o che gli ebrei stessero maledicendo i cristiani negli anni 90 usando una preghiera standard, un certo numero di biblisti rimangono convinti che la ''Birkhat'' sia alla base della retorica giovannea. La [[w:Pontificia commissione biblica|Pontificia Commissione Biblica]] arriva persino a ipotizzare che gli ebrei non solo stessero espellendo i seguaci di Cristo ma anche li uccidessero:<ref>[http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20020212_popolo-ebraico_it.html#IV-B <small>''IL POPOLO EBRAICO E LE SUE SACRE SCRITTURE NELLA BIBBIA CRISTIANA''</small>, III.4.69].</ref> "Ma non si può seriamente mettere in dubbio che a partire da date diverse a secondo dei luoghi, le sinagoghe locali non abbiano più tollerato la presenza dei cristiani facendo loro subire vessazioni che potevano arrivare fino alla messa a morte (Gv 16, 2)."<ref>Riferimento a Giovanni 16:2, predizione futura probabilmente escatologica che dice: "Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio."</ref> Il quadro presentato da questa descrizione è quello di ''perfidi'' ebrei che perseguitano innocenti cristiani che amano Dio, amano il prossimo, e adorano il Cristo. Anche qui i dubbi abbondano.<ref name="Pieter"/>
==Più di un profeta==
 
Circa la questione dell'espulsione raccontata dal Vangelo di Giovanni, la critica storica spesso si impappina. Pochi si chiedono il perché avvenga tale espulsione. Cosa è che tanto disturbava i membri delle sinagoghe quando uno accettava Gesù? Le possibilità sono simili a quelle che inizialmente potevano aver spinto Paolo a perseguitare la chiesa. Forse che i seguaci del Cristo cercavano di rimpiazzare la Torah con Gesù quale fulcro di adorazione? Certamente ciò avrebbe provocato l'espulsione anche da una sinagoga odierna. Nella letteratura apologetica cristiana, quando la sinagoga insiste sulla propria integrità nel determinare i parametri di pratica e teologia, viene vista come recalcitrante ed intollerante; quando la chiesa lotta per le stesse cose, come l'eliminazione di pratiche distintamente ebraiche (e quindi di identità culturale) viene vista come aperta ed eroica. ''Ma cum'è 'stu fattu?''
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O forse incoraggiavano i "timorati di Dio" ad unirsi al loro movimento e abbandonare la sinagoga? Questo non solo avrebbe adirato la congregazione (razziare membri non è mai gradito); avrebbe messo a rischio la protezione che i gentili sostenitori concedevano agli ebrei nel mondo pagano. O forse asserivano che chiunque non seguisse Gesù è un figlio di Satana? Di nuovo, cosa non gradita anche oggi. O forse interrompevano le funzioni liturgiche con manifestazioni estatiche, come la glossolalia, la danza, o cercando di provocare guarigioni miracolose? Anche le chiese attuali, che hanno sperimentato esplosioni di adorazione carismatica durante le funzioni, sanno subito riconoscere i problemi creati da tale entusiasmo spirituale. O forse avevano proclamato Gesù "re", che in un contesto diasporico per gli ebrei era un vero rischio politico?
 
Il rabbino e accademico americano Burton L. Visotzky afferma che forse gli ebrei temevano di essere associati coi cristiani e sottoposti alle stesse persecuzioni dei cristiani a livello locale. Ci sono ''[[w:Midrash|midrashim]]'' che descrivono gli arresti di rabbini per sospettata simpatia e collusione coi cristiani.<ref name="Burton">[[:en:w:Burton L. Visotzky|Burton L. Visotzky]], "Methodological Considerations in the Study of John's Interaction with First-Century Judaism", in John R. Donahue (cur.), ''Life in Abundance: Studies in John's Gospel in Tribute to Raymond E> Brown'', Liturgical Press, 2005. Si veda anche la discussione in Boyarin, ''Borderlines, cit.'', partic. pp. 222-225.</ref>
 
In altre parole, esistono molte e ottime ragioni del perché gli ebrei abbiano potuto espellere i messianisti dalle proprie sinagoghe. Pertanto, Giovanni ed i suoi seguaci potrebbero essere stati espulsi dalla sinagoga, ed il linguaggio giovanneo sugli "ebrei" potrebbe essere una retorica reazionaria. Proporre possibili ragioni per cui avvennero le espulsionio non vuol dire incolpare le vittime cristiane; piuttosto, ignorare tali ragioni è come presumere una colpa ebraica e continuare quindi la vilificazione degli ebrei creata dalla retorica giovannea. È inoltre possibile che Giovanni abbia esagerato il punto di ostilità tra sinagoga ed i seguaci di Gesù. Descrivendo la morte di Lazzaro, il narratore annuncia che "gli ebrei" vennero a confortare Maria e Marta (11:31). Forse è Giovanni, e non la sinagoga, che cerca di separare le comunità e forzare coloro che accettano Gesù a dissociarsi dagli "ebrei".<ref name="Burton"/>
 
Dati questi enormi problemi storici nel comprendere le cause della retorica giovannea, il pubblico al quale è diretta, ed i modi in cui tale pubblico comprende il Vangelo, la soluzione della questione di antiebraismo nel Vangelo di Giovanni specificamente, e per estensione in qualsiasi passo del Nuovo Testamento generalmente, non può essere, o almeno non può solo essere, una soluzione storica. La ricerca storica manca di quei dati necessari per risolvere la questione. La risposta al problema del potenziale antiebraismo del testo deve quindi essere una risposta teologica: i cristiani devono denunciare letture antiebraiche (comunque le si definisca) perchè sono avverse alla "buona novella" di Gesù. Soltanto il teologo può pronunciare fermamente un testo neotestamentario ''non'' antiebraico.<ref name="Amy3"/><ref name="Burton"/>
 
==Più di un profeta==
Quando la discussione si sposta da versetti individuali ai Vangeli nel loro complesso, cominciano ad apparire spiegazioni aggiuntive (se uno le accetta) o scuse (se uno cerca dell'apologetica) sui passi neotestamentari potenzialmente antiebraici.<ref>Amy-Jill Levine, "Anti-Judaism and the Gospel of Matthew", in W. Farmer (cur.), ''Anti-Judaism and the Gospels'', Trinity Press International, 1999.</ref>
 
==Libro ebraico?==
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<references/>
 
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[[Categoria:Biografie cristologiche|Nuovo Testamento e antiebraismo]]