Le religioni della Mesopotamia/Il culto: differenze tra le versioni

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==Le manifestazioni cultuali==
[[File:É (cuneiforme).JPG|180px|thumb|left|Segno cuneiforme per il sumerico ''é'' (e-<sub>2</sub>), lett. "casa", quindi "casa" di un dio, "tempio". In accadico: ''bītu''; assiro: ''bētu''.]]
[[File:En (cuneiforme).JPG|180px|thumb|rightleft|Segno cuneiforme per il sumerico ''en'', sacerdote; accadico: ''entu'', ''enu''.]]
===Il tempio e i sacerdoti===
Il tempio mesopotamico è la "casa" del dio. Tale "casa" è stata costruita dall'uomo, in qualità di suo servitore, ma il luogo e il tipo di "casa" sono sempre scelti dal dio che comunica i suoi voleri per mezzo di sogni o altre "ierofanie". Quindi il tempio è la casa dove il dio ha scelto di vivere, la stessa collocazione del trono del dio all'interno dell'area templare avviene per scelta divina, comunicata per mezzo di una ierofania. L'area in cui il dio si manifesta sul trono è l'area più sacra del tempio mesopotamico, dal basamento del trono si sviluppa tutto l'impianto templare <ref>{{q|Dès lors, le podium, où est installé soit la statue soit le symbole du dieu, exprime de la façon la plus précise cette localisation et cet endroit devient le plus sacré qui soit, celui qui à la fois engendre l'organisation du lieu et permet l'acte cultuel. [...] Mais l'aspect le plus remarquable concerne le podium qui marque l'emplacement divin par excellence, celui de l’épiphanie comme nous avons vu et ce point précis ne connaît aucun déplacement au cours de l'histoire du temple|Jean-Claude Marguenon, ''Le temple dans la civilisation syro-mésopotamienne: une approche généraliste'', p. 12-13. }}</ref>. Da questo punto, sacro in senso assoluto, promuove il servizio di culto che corrisponde alla tavola delle offerte posta di fronte alla statua in cui il sacerdote, con meticolosi atti rituali, versa le libagioni (probabilmente diverse a seconda della divinità). Solo qui l'uomo può incontrare il suo dio e tale incontro è il solo consentito dalla divinità. Il podio del trono è pendente verso la parte finale del tempio di modo che l'uomo non può valicare oltre lo spazio sacro e, quindi, deve restare nei suoi limiti, gli unici consentitigli dalla divinità.