Biografie cristologiche/Nuovo Testamento e antiebraismo: differenze tra le versioni

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Altrettanto possibile è che Paolo abbia dettato 1 Tessalonicesi 2 (e [https://www.biblegateway.com/passage/?search=1+Corinzi+14&version=CEI;LND 1 Corinzi 14]) esattamente come appare nella Bibbie d'oggi. Esprime la sua visione apocalittica nella quale l'umanità è divisa tra persone con la fede giusta e persone che sono dannate. Paolo, credendo di aver ricevuto una commissione diretta da Gesù il Cristo, fu tanto zelante col vangelo quanto lo aveva precedentemente opposto. L'apostolo che, secondo le proprie parole, "perseguitava fieramente la Chiesa di Dio e la devastava" (Gal 1:13) non era certo restio dall'usare parole forti, specialmente quando scriveva con lo scopo di salvaguardare il proprio gregge dalla disperazione o dall'eresia. Come osserva il biblista Ben Witherington:
{{q|La conversione cambiò Paolo radicalmente, come dimostra una corretta lettura di Galati 1-2, 1 Corinzi 9 e Filippesi 3:4-11. Asserire che psicologicamente egli sarebbe stato incapace di una polemica di tale sorta contro gli ebrei che erano coinvolti sia nel processo che portò all'esecuzione di Gesù o alla più recente persecuzione dei cristiani in Giudea, è ignorare l'evidenza delle polemiche di molti convertiti al Cristianesimo dall'Ebraismo nel corso degli ultimi duemila anni.|Ben Witherington III, ''Commentary on 1 and 2 Thessalonians, cit.''}}
 
L'"ira" a cui si riferisce Paolo potrebbe non limitarsi alla distruzione di Gerusalemme da parte dei romani, non più di quanto una dichiarazione sull'ira divina contro l'Italia debba limitarsi ad un particolare disastro, che sia il terremoto dell'Irpinia, o una qualsiasi delle alluvioni, smottamenti, eruzioni vulcaniche o maremoti che abbiano devastato parti della nazione. Parlando ai Tessalonicesi
 
==''Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli''==