Biografie cristologiche/Nuovo Testamento e antiebraismo: differenze tra le versioni

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==Antiebraismo: definire il problema==
L'antiebraismo (o anche "antigiudaismo") viene usualmente definito come una posizione teologica piuttosto che una essenzialista o razzista: è il rigetto di insegnamenti ebraici specifici, delle relative pratiche e/o dell'Ebraismo come "modo di vita" o mezzo di salvezza. I problemi di questa vaga definizione abbondano. Quello che è "rigetto" dell'Ebraismo per un lettore è la "realizzazione" dell'Ebraismo per un altro. Mentre oggi quegli ebrei che accettano Gesù come Messia si reputano ebrei "realizzati" o "completi" e quindi personificano il meglio dell'Ebraismo, altri ebrei considerano questo gruppo perlomeno illegittimo o sviato, ignorante o apostata. Gli "ebrei secolari" che si identificano col popolo ebraico culturalmente ma non rispetto alle pratiche religiose e che trovano antiquate o persino ridicole le Leggi contro la consumazione di maiale e crostacei potrebbero essere considerati antiebraici da quegli ebrei che osservano tali pratiche. L'attuale crisi (sempre attuale!) nel Medioriente solleva la questione delle vedute "antiebraiche" in maniera cruda e polemica.<ref name="Anti"/> La promozione di uno stato palestinese è una posizione antiebraica che nega la promessa biblica della terra ad Abramo? È antiebraica perché sembra sostenere la causa di bombaroli omicidi che distruggono vite ebree? Oppure è una veduta proebraica perché cerca giustizia per un popolo oppresso e perché segue l'ingiunzione di [[w:Hillel|Hillel]] "[[w:Regola d'oro|Ciò che non è buono per te non lo fare al tuo prossimo]]"? Se un ebreo racconta una barzelletta che prende in giro stereotipi di ebrei, è tale ebreo "antiebraico"? Se un non ebreo racconta la stessa barzelletta, è giusto chiamare tale non ebreo "antiebraico"?<ref name="Jilly1">[[w:Amy-Jill Levine|Amy-Jill Levine]], ''The Misunderstood Jew, cit.'', 2006, pp. 89-117.</ref>
 
Definire "antiebraismo" è così irrisolvibile quanto lo è definire "pornografia", e non solo perché entrambi sono osceni. Nessuno dei due termini segue criteri sicuri, pertanto nel valutare pornografia o antiebraismo gli interpreti devono basarsi su impressioni soggettive. Il giudice americano Potter Stewart (1915–1985) commentando in merito alla pornografia nel caso ''Jacobellis v. Ohio''<ref>''[[:en:w:Jacobellis v. Ohio|Jacobellis v. Ohio]]'', caso giudiziario del 1964 sull'oscenità negli [[w:USA|USA]], che dopo varie condanne e appelli arrivò fino alla Corte Suprema, dove fu prosciolto.</ref> affermò "La riconosco quando la vedo" — lo stesso si può dire dell'antiebraismo nel Nuovo Testamento. Poiché ciò che è antiebraico per un lettore è proebraico per un altro e per un terzo una interpretazione errata di cristiani susseguenti, la discussione giunge ad un punto morto. Pertanto "Il Nuovo Testamento è antiebraico?" non è una domanda opportuna. Tuttavia che sia stato interpretato in una maniera che condanna qualsiasi cosa sia associata ad ebrei e all'Ebraismo, da pratiche a credenze, non è in discussione: il testo è stato interpretato, da troppi e per troppo tempo, in una maniera antiebraica.<ref name="Jilly1"/><ref name="Hagner">[https://books.google.co.uk/books?id=0lxKAwAAQBAJ&dq=Donald+A.+Hagner,+%27%27The+Jewish+Reclamation+of+Jesus%27%27&source=gbs_navlinks_s Donald A. Hagner, ''The Jewish Reclamation of Jesus. An analysis and critique of the modern Jewish study of Jesus''], Zondervan, 1984/Wipf & Stock, 1997, pp. 26-52, 288-296.</ref>
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Nello specifico riguardo all'insegnamento di Giovanni che Gesù sia l'unica via e verità, sebbene alcuni cristiani riscontrino restrizione ed esclusivismo, altri interpretano "la via" non come Gesù stesso ma come i suoi ''insegnamenti''. Secondo questa lettura liberale, l'ingresso in paradiso non è determinato dalla fede, ma dal comportamento. Il ounto centrale in questo caso non è "Cosa credo di Gesù?" bensì "Cosa farebbe Gesù?" Altri ancora guardano il testo in un contesto storico e concludono che la maggior preoccupazione dell'evangelista non è quella di limitare le porte del paradiso, ma piuttosto quella di combattere le sette rivali, associate con l'apostolo Tommaso, che insegnano che chiunque può ottenere la salvezza atraverso la conoscenza. In questo sistema, Gesù è più un guru che porta tutti all'illuminazione piuttosto che uno che, da solo, insegna l'interpretazione corretta della Torah e muore a nome dell'umanità.<ref>Elaine Pagels, ''Beyond Belief: The Secret Gospel of Thomas'', Random House, 2003, ''passim''.</ref> Quando il Gesù giovanneo afferma, "Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me", potrebbe essere visto persino come se precludesse qualsiasi cristiano o chiesa dal determinare il verdetto soteriologico. Se Gesù è la Via, ''solo'' lui determina l'entrata in paradiso.<ref name="Jilly1"/><ref name="Hagner"/>
 
L'accademica neotestamentaria [[w:Amy-Jill Levine|Amy-Jill Levine]], ebrea americana, offre questo scenario satirico come visione alternativa al succitato messaggio restrittivo:<ref>Amy-Jill Levine, ''The Misunderstood Jew, cit.'', 2006, pp. 91-93.</ref>
{{q|Dopo una lunga vita felice, mi ritrovo alle porte del paradiso (visione gioiosa). Lì davanti c'è San Pietro. Veramente questo è il paradiso, perché finalmente le mie questioni accademiche riceveranno risposta. Chiedo subito le domande che mi hanno ossessionato per mezzo secolo: "Parli greco? Dove te ne sei andato dopo esser sparito nel bel mezzo degli Atti? Come si risolse la crisi tra te e Paolo ad Antiochia? Cosa successe a tua moglie?"<br/>
Pietro mi guarda perplesso e afferma: "Signora, mi stia bene a sentire, ho una fila interminabile di persone salvate che devo esaminare. La prego di prendersi l'arpa e le pantofole qui sotto, e di mettersi le ali e l'aureola al tavolo successivo. Parleremo dopo cena."<br/>
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{{q|Voi infatti, fratelli, siete diventati imitatori delle Chiese di Dio in Gesù Cristo, che sono nella Giudea, perché avete sofferto anche voi da parte dei vostri connazionali come loro da parte dei Giudei, i quali hanno perfino messo a morte il Signore Gesù e i profeti e hanno perseguitato anche noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini, impedendo a noi di predicare ai pagani perché possano essere salvati. In tal modo essi colmano la misura dei loro peccati! Ma ormai l'ira è arrivata al colmo sul loro capo.|2:14-16}}
 
Quando questo testo viene letto davanti a gruppi che variano da membri di sinagoghe a membri di chiese o a studenti in classe, la reazione generale è vergogna e spesso orrore.<ref name="Jilly2">[[w:Amy-Jill Levine|Amy-Jill Levine]], ''op. cit.'', pp. 95-99.</ref> Argomentazioni che insistono che il testo non debba essere considerato antiebraico indicano una reazione simile che, almeno in superficie, le parole siano imbarazzanti per chi è interessato ad un dialogo interconfessionale.
 
==''Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli''==
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[[Categoria:Biografie cristologiche|Nuovo Testamento e antiebraismo]]