Biografie cristologiche/Nuovo Testamento e antiebraismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 49:
{{q|Un vero antigiudaismo, cioè un atteggiamento di disprezzo, di ostilità e di persecuzione contro gli ebrei in quanto ebrei, non esiste in alcun testo del Nuovo Testamento ed è incompatibile con l'insegnamento che questo contiene. Ciò che esiste, sono dei rimproveri rivolti a certe categorie di ebrei per motivi religiosi e, d'altra parte, dei testi polemici miranti a difendere l'apostolato cristiano contro quegli ebrei che vi si opponevano.<br/>
 
Ma bisogna riconoscere che molti di questi passi si prestano a servire da pretesto all'antigiudaismo e che sono stati effettivamente utilizzati in questo senso. Per evitare deviazioni di questo tipo, bisogna osservare che i testi polemici del Nuovo Testamento, anche quelli che si esprimono in termini generalizzanti, restano sempre legati a un contesto storico concreto e non vogliono mai avere di mira gli ebrei di ogni tempo e di ogni luogo per il solo fatto che sono ebrei. La tendenza a parlare in termini generalizzanti, ad accentuare i lati negativi degli avversari, a passare sotto silenzio i loro lati positivi e a non prendere in considerazione le loro motivazioni e la loro eventuale buona fede, è una caratteristica del linguaggio polemico in tutta l'antichità, rilevabile anche all'interno del giudaismo e del cristianesimo primitivo nei riguardi dei dissidenti di ogni genere.|[http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/pcb_documents/rc_con_cfaith_doc_20020212_popolo-ebraico_it.html#IV-B <small>''IL POPOLO EBRAICO E LE SUE SACRE SCRITTURE NELLA BIBBIA CRISTIANA''</small>, "Conclusioni", B.87]}}
 
La dichiarazione solleva tanti problemi quanti ne risolve. Un rimprovero contro "certe categorie di ebrei per [imprecisati] motivi religiosi" ben potrebbe essere compreso da ebrei come una dichiarazione antiebraica. Se gli ebrei possono essere "rimproverati per motivi ''religiosi''", è difficile capire come questi rimproveri non costituiscano antiebraismo. In pari maniera, una dichiarazione del tipo "Il divieto cattolico del controllo delle nascite e dell'ordinazione delle donne indica un forte atteggiamento misogino" può essere reputata un rimprovero indirizzato a certi membri della gerarchia che promulgano i divieti, ma rischia anche di trasmettere un atteggiamento generalmente anticattolico che comprende tutti i membri della chiesa. Neppure evidente è che tutti i documenti del Nuovo Testamento parlino di "certe categorie" di ebrei piuttosto che di "tutti gli ebrei" che non si associano alla chiesa. Altro esempio, una dichiarazione che condanna la "Chiesa Cattolica Apostolica Romana" per aver permesso a preti pedofili di continuare ad aver contatto con bambini, tecnicamente deve essere una dichiarazione contro certi membri della gerarchia e non contro la vasta maggioranza dei laici e fors'anche di altri presbiteri. Tuttavia, esterni alla chiesa potrebbero non notare la differenza; potrebbero invece concludere che l'intera chiesa è condannata e corrotta. L'asserzione che un linguaggio polemico sia mirato a "''difendere'' l'apostolato cristiano contro gli ebrei" può facilmente essere capovolto, poiché quello stesso linguaggio polemico può essere mirato ad ''attaccare'' coloro che scelgono di proseguire per la propria strada e non seguire la nuova proclamazione di Gesù il Cristo. Alla fine, questi studi storico-critici ben intenzionati sono nella migliore delle ipotesi speculativi. Nella peggiore delle ipotesi, cancellano piuttosto che mettere in discussione le ambiguità dei testi antichi.<ref name="Wright"/>
==''I Giudei, i quali hanno messo a morte il Signore Gesù e sono nemici di tutti''==
 
Che si concentrino su passi individuali o libri nella loro interezza, i tentativi di trovare materiali incontaminati da contenuto antiebraico rimangono speculativi, e molti sono palesemente stiracchiati e deboli. Dei tre brani più spesso citati come evidenza dell'antiebraismo neotestamentario, ciò che è antiebraico per un interprete è per un altro una traduzione errata, una protesta legittima, un commento atipico detto nella foga di una discussione accalorata, o semplicemente una metafora.<ref name="Wright"/>
{{...}}
 
==''I Giudei, i quali hanno messo a morte il Signore Gesù e sono nemici di tutti''==
Nel primo documento del Nuovo Testamento, [[w:1 Tessalonicesi|1 Tessalonicesi]], scritto verso il 49, Paolo cerca di confortare un pubblico gentile che si confrontava non solo con la morte di alcuni membri ma anche con una persecuzione locale. Scrive:
{{q|Voi infatti, fratelli, siete diventati imitatori delle Chiese di Dio in Gesù Cristo, che sono nella Giudea, perché avete sofferto anche voi da parte dei vostri connazionali come loro da parte dei Giudei, i quali hanno perfino messo a morte il Signore Gesù e i profeti e hanno perseguitato anche noi; essi non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini, impedendo a noi di predicare ai pagani perché possano essere salvati. In tal modo essi colmano la misura dei loro peccati! Ma ormai l'ira è arrivata al colmo sul loro capo.|2:14-16}}
 
Quando questo testo viene letto davanti a gruppi che variano da membri di sinagoghe a membri di chiese o a studenti in classe, la reazione generale è vergogna e spesso orrore.<ref name="Jilly2">Amy-Jill Levine, ''op. cit.'', pp. 95-99.</ref> Argomentazioni che insistono che il testo non debba essere considerato antiebraico indicano una reazione simile che, almeno in superficie, le parole siano imbarazzanti per chi è interessato ad un dialogo interconfessionale.
 
==''Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli''==