Le religioni della Mesopotamia/La letteratura religiosa in Mesopotamia/La Teodicea babilonese: differenze tra le versioni

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* Anche i versi XVIII e XIX non possono essere in alcun modo ricostruiti. Al XX verso l'Amico ribadisce come la pietà religiosa venga ripagata. Ma al XXI l'Amico replica come coloro che non rispettano le norme religiose divengono lo stesso ricchi.
 
* XXII (235-242). L'Amico rammenta al Sofferente che quella "canaglia" di cui egli invidia la "faccia allegra" in fretta va in rovina, l'ipocrita senza dio ottiene ricchezze ma un'arma formidabile lo insegue. Solo cercando la volontà divina si ottiene fortuna. Anche se il premio è scarso questo non manca mai (''ša-di-id ni-ir lu-ú-ḫi sa-di-ir a-kal-šú'': «Chi (tira il giogo del dio, anche se scarso, non manca di cibo» riga 240) perché si evita la perdita.
 
* XXIII (243-253). Ma il Sofferente insiste che gli indizi gli suggeriscono che il dio non ferma un demone, e che la sottomissione al primo non porta vantaggi.
 
* XXIV
 
 
==Note==