Le religioni della Mesopotamia/Il culto: differenze tra le versioni

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ho calpestato ciò che è (in) abominio (al mio dio), ho commesso il male.|Preghiera di riconciliazione (''<sup>d</sup>šà-dib-ba''; "(preghiera per placare) un dio irato"), in lingua accadica, fonte: KAR 45, linee 3-11, traduzione in italiano di Castellino, p.347}}
 
Il mondo degli uomini è dunque governato dagli dèi, conformemente ai ''Me''. Agli uomini è destinato il compito di servire gli dèi, e quando gli uomini si ribellano al loro destino ecco questi ultimi scatenare il Diluvio universale per punirli (cfr. [[Le religioni della Mesopotamia/La letteratura religiosa in Mesopotamia/Atraḫasis|il mito di Atraḫasis]]); perma punirlianche la [[Le religioni della Mesopotamia/La letteratura religiosa in Mesopotamia/Lamentazione sulla distruzione di Ur|Lamentazione in lingua sumerica sulla distruzione di Ur]]).

Non vi sono solo "colpe" collettive da parte dell'umanità, ma anche i singoli uomini posso violare il proprio destino, quindi il proprio compito, e scatenare la punizione divina.
 
Per quanto Giovanni Pettinato<ref>Cfr. tra gli altri, Giovanni Pettinato, ''Mitologia sumerica'', pos. 1339 vers. mobi.</ref> abbia escluso i Sumeri dall'ambito della nozione di "peccato" e della sua retribuzione ''post-mortem'', resta che anche questo popolo, come i Semiti, conservino la nozione di "male" espresso, tra gli altri, con il termine ''nig<sub>2</sub>-ḫul'' (accadico: ''lemuttu''; cuneiforme: [[File:Nig-ḫul (cuneiforme).JPG|60px]]), e di "ingiustizia", "trasgressione" espresso, tra gli altri, con il termine di ''nam-tag-ga'' (accadico: ''arnu''; cuneiforme: [[File:Nam-tag-ga (cuneiforme).JPG|60px]]).