Biografie cristologiche/Il Cristo divino: differenze tra le versioni

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Per il nuovo gruppo, il "Messia" non rimase solo un'idea, ma crebbe aggiungendo nuovi aspetti a quelli dell'Ebraismo e allo stesso tempo eliminandone altri e si potrebbe parlare, secondo il pensiero [[w:Protestantesimo|protestante]] e secolare, di sviluppo dell'era messianica o, in termini di pensiero [[w:Cattolicesimo|cattolico]], di approfondimento concettuale dell'idea messianica. La differenza qui sta nel fatto che i cattolici sembrano sostenere che l'idea fosse eterna ed immune da sviluppi, e fosse solo la comprensione umana che dovesse svilupparsi, mentre i protestanti sembrano sostenere che l'idea stessa si sia sviluppata. In entrambi i casi, il Messia ad un certo punto rappresentò un complesso di idee ed opinioni non interamente identico alle opinioni dei tempi e dei luoghi successivi. Ciò che è consistente è che gli ebrei in generale si astennero dal condividere la valutazione cristiana di ''cosa'' fosse Gesù in tutte queste fasi.
 
Possiamo parlare della solita visione del Messia, ed elenacre qui i soliti elementi che la compongono. Per ripetere ciò che si è detto precedentemente, le aspettative messianiche ebraiche non erano singole o monolitiche, e c'erano alcune esigue variazioni nei particolari, tuttavia si riesce a discernere un certo modello. Costantemente il pensiero messianico e la relativa aspettativa fiorivano nelle epoche in cui il popolo ebraico, o la nazione ebraica, si trovava in una situazione disperata, situazione causata usualmente dalla potenza conquistatrice di qualche nazione straniera. Questo dominio di uomini malvagi sarebbe terminato, così si credeva, tramite l'intervento di Dio. Specificamente, un giorno sarebbe sorto un agente di Dio grazie al quale o mediante il quale la situazione disperata e tremenda sarebesarebbe stata completamente rovesciata. Gli ebrei avevano avuto un re dal tempo di Saulo nell'undicesimo secolo prima dell'[[w:era volgare|era volgare]] fino all'esilio babilonese nel sesto secolo; il primo pensiero messianico nel periodo dell'esilio babilonese consisteva principalmente nella duplice speranza che gli ebrei sarebbero ritornati in Palestina dalla Babilonia e che là la dinastia di davideDavide sarebbe risalita sul trono. Quanto alla connessione del Messia col trono, l'atto con cui un uomo veniva fatto re, che altrove era quello di porre una corona sulla sua testa, era tra gli ebraiebrei quello di ungerlo (consacrarlo) con olio. Pertanto, "l'unto" è ''Messia'' (ebr. מָשִׁיחַ ''Mašíaḥ''), e Messia viene tradotto in greco ''Christos'' (Χριστός), che in italiano è reso con '''[[w:Cristo|Cristo]]'''. Nulla nella semplice parola Cristo si connette a Gesù; l'associazione di Gesù e Cristo è storica, non linguistica.<ref name="Scholem">[http://www.adelphi.it/libro/9788845923395 [[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]], ''L'idea messianica nell'ebraismo e altri saggi sulla spiritualità ebraica''], a cura di Roberto Donatoni ed Elisabetta Zevi, con una Nota di Saverio Campanini, Adelphi, 2008, ''passim''.</ref>
 
Nell'età di Gesù, come si è detto, la Palestina era un possedimento romano, con i suoi governatori soggetti a Roma. Per questo, ci si aspettava che il Messia nei giorni di Gesù distruggesse specialmente la potenza di Roma, inaugurasse una dinastia di giusto lignaggio, quella di [[w:Davide|Davide]], al posto degli sconvenienti Asmonei, che avevano usurpato il trono, e a maggior ragione gli sconvenienti Erodiani. Inoltre, poiché gli ebrei erano sparpagliati in tutto il mondo allora conosciuto, il Messia doveva sollecitare e permettere agli esuli di ritornare in Palestina.<ref name="Scholem"/>
 
Inoltre — e qui constatiamo un'opinione che riflette specificamente l'epoca di Gesù — eventi di una così vasta portata potevano voler annunciare in tanto atteso giudizio universale di Dio; e poiché una gran parte della popolazione aveva fede nella risurrezione, questa si intrecciò sia col pensiero messianico e sia con l'aspettativa di un giudizio finale a breve scadenza. Le formulazioni del pensiero messianico non erano sempre interamente accordate, dato che in un modello si credeva che la risurrezione di tutti coloro che erano vissuti sarebbe avvenuta per poi procedere al giudizio finale; un altro modello sosteneva che il giudizio finale sarebbe avvenuto prima e poi coloro che lo passavano sarebbero risorti. In entrambi i casi, l'avvento del Messia avrebbe dato inizio al giudizio universale e alla nuova era.<ref name="Scholem"/><ref name="Divino"/>