Biografie cristologiche/Da setta ebraica a chiesa dei Gentili: differenze tra le versioni

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Verso i tardi anni 50, o fors'anche nei primi 60, quando Paolo scrisse la [[w:Lettera ai Romani|Lettera ai Romani]], lettera ad una chiesa che non aveva fondato, le circostanze erano cambiate. Sembra certo che la chiesa avesse avuto una maggioranza ebraica fino al 49, quando Claudio espulse tutti gli ebrei da Roma a causa di "Chrestus". L'espulsione avrebbe incluso quegli ebrei che proclamavano Gesù come il Cristo, tra cui "un ebreo, di nome Aquila, oriundo del Ponto, giunto di recente dall'Italia [a Corinto] insieme con sua moglie Priscilla, perché Claudio aveva ordinato a tutti i Giudei di lasciare Roma" (Atti 18:2). Ritornando a Roma dopo la morte di Claudio nel 54, questi ebrei avrebbero trovato la loro chiesa in mano ai gentili. La congregazione di Roma alla quale Paolo scrisse comprendeva sia ebrei che gentili, e ciascun gruppo sembra avesse mantenuto pratiche particolari.<ref name="Boya"/>
 
Con tono più pastorale rispetto a quello di Galati, Paolo insiste che la chiesa romana non si debba dividere a causa di practiche alimentari ma debba "perseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla edificazione reciproca" (14:19). Sia ebrei che gentili, secondo Paolo, stanno sullo stesso piano e ciascuno ha bisogno dell'altro affinché si realizzi il disegno divino di salvezza. Paolo inizia asserendo che sia gli ebrei sia i gentili necessitano dello stesso meccanismo per essere salvati. Gli ebrei hanno la Legge ed i Profeti, ma non seguono ciò che hanno ricevuto; i gentili hanno la testimonianza della creazione e anche la propria coscienza, ma hanno scelto di ignorare quello che ben sanno sia vero. Non può esserci un modello a due piste, perché entrambe le piste si sono sfasciate. Solo la pista proposta da Paolo, quella in cui la distinzione tra ebrei e gentili viene cancellata, arriverà al traguardo celeste.<ref name="Boya">[http://books.google.co.uk/books/about/Dying_for_God.html?id=JD_ep2riNtgC Daniel Boyarin, ''Dying for God: Martyrdom and the Making of Christianity and Judaism''], Stanford University Press, 1999, pp. 67-92 e segg.; cfr. anche il suo [https://books.google.co.uk/books?id=q8meFrEplncC&dq=Boyarin+Bordelines:+The+Partition+of+Judaeo-Christianity%27&source=gbs_navlinks_s ''Bordelines: The Partition of Judaeo-Christianity''], University of Pensylvania Press, 2004, ''passim'' in questa sezione.</ref>
 
==Note==