Biografie cristologiche/Da setta ebraica a chiesa dei Gentili: differenze tra le versioni

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==Ebrei e Gentili==
Nel frattempo, in Giudea, Pietro stava compiendo la propria attività missionaria e, come Paolo, stava anche incontrando resistenza. Atti 12:1-3 riporta che [[w:Erode Agrippa I|Re Erode Agrippa]], nipote di Erode il Grande, che regnò dal 37 fino alla morte nel 44, "cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che questo era gradito ai Giudei, decise di arrestare anche Pietro." Data la sua vulnerabilità politica, dopo essere uscito di prigione (Luca racconta la fuga miracolosa con suggestivi paralleli in altre "evasioni" leggendarie dell'antichità)., Pietro saggiamente lascia Gerusalemme. Atti narra i suoi viaggi a [[w:Giaffa|Joppa]] e Caesarea, come anche in Samaria. Sebbene Atti 10 attribuisca a Pietro la conversione del centurione Cornelio, un gentile timorato di Dio, la sua missione rimase tra gli ebrei. Paolo conferma questa divisione di compiti evangelici in [[w:Lettera ai Galati|Galati]]. Parlando del suo incontro coi capi della chiesa di Gerusalemme, dichiara nel suo stile tipico prolisso:
{{q|Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi - poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani - e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa [cioè Pietro: "Cefa" è la versione greca dell'aramaico "Kepha"] e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i gentili ed essi verso i circoncisi.|2:7-9}}
 
Tale accordo significava anche che i gentili della chiesa non avevano bisogno di essere circoncisi; come dice Paolo nella stessa lettere, andò a Gerusalemme con Barnaba e lì incontrò i leader della chiesa, e "neppure Tito, che era con me, sebbene fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere." (2:3).
 
Paolo doveva evangelizzare i gentili separatamente dalla Legge; Pietro doveva proclamare la buona novella di Gesù agli ebrei secondo la Legge. Tutto era ben organizzato, ed era anche permessa un po' di intrusione nei rispettivi campi, poiché entrambi stavano operando per la stessa causa di portare la buona novella del Cristo. Nei primi anni della chiesa, tutto andò bene, più o meno. Si possono aggiustare molte cose nella pratica quotidiana se uno crede che la fine stia per arrivare. Ma il tempo passava e non succedeva niente, e si doveva quindi prendere una decisione. Se gli ebrei che credevano Gesù fosse il Messia ed i gentili che credevano lo stesso, dovevano adorare insieme — se dovevano celebrare insieme il pasto che era diventato il segno distintivo della nuova comunità — allora bisognava stabilire delle politiche. Chiunque sia coinvolto in iniziative multiculturali dovrebbe aver sentore delle difficoltà che la chiesa dovette affrontare per determinare dove si poteva adattare e cosa invece dovesse rimanere sacriosanto. Ebrei e gentili devono rimanere distinti nella chiesa, o doveva invece esserci, come dice Efesini 4:4-6, "un solo corpo, un solo spirito,... un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio Padre di tutti"? Tra le questioni essenziali che le chiese emergenti si trovavano a confrontare c'erano la pratica alimentare e la circoncisione. Circoncisione e osservanza delle regole alimentari ordinate dalla Torah potevano contrassegnare la chiesa come movimento ebraico; la mancanza di circoncisione e la proclamazione che tutti i cibi erano puri potevano distinguere la chiesa dalle sue origini ebraiche.<ref name="Yeshua"/>
 
==Femminismo==
Insistendo che la sua congregazione gentile non era obbligata a farsi circoncidere ed proclamando il battesimo come rito di iniziazione per la chiesa, Paolo non stava adottando, contrariamente ad uno stereotipo comune, una visione femminista. Non stava rimpiazzando il simbolo "maschile" della circoncisione con il simbolo "egalitario" del battesimo.
 
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==Separati ma uguali==