Biografie cristologiche/Da setta ebraica a chiesa dei Gentili: differenze tra le versioni

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Quali che fossero le ragioni di Paolo nel perseguire i seguaci della Via, queste divennero irrilevanti un giorno suall strada di Damasco. Lì Paolo ebbe un'esperienza che sia egli stesso sia gli Atti descrivono come un incontro col Cristo risorto. Ed in quel momento Paolo si trasformò da persecutore a proclamatore.<ref name="Paolo"/>
 
Paolo narra in Galati 1:16-17 ciò che fece dopo questo incontro: "Io non mi consultai subito con nessun uomo, né salii a Gerusalemme da quelli che erano stati apostoli prima di me, ma me ne andai in Arabia e ritornai di nuovo a Damasco." In quegli anni certamente incontrò altri seguaci di Gesù, ed insieme iniziarono il processo di articolare una teologia che avrebbe trasformato il Gesù ebreo in Salvatore gentile. Per Paolo, la croce e la risurrezione erano più di un'assicurazione che l'era messianica stava arrivando, e Gesù era più di un vero profeta o martire giusto. La ricompensa doveva essere ben più grande e doveva andar oltre Gerusalemme, ad Atene, Antiochia, e Alessandria. Poiché il segno dell'era messianica inaugurata da Gesù non era, almeno non ancora, la risurrezione dei morti o il giudizio finale, Paolo gli conferì un effetto differente, e secondo lui anche migliore. Concluse che la croce poteva essere interpretata come sacrificio: comprovava che Gesù aveva pagato il prezzo di tutti i peccati umani, che egli era "morto per gli empi" (Rom 5:6). Riconciliando umanità e divinità dal baratro creato dalla caduta di Adamo, Gesù aveva "giustificato per il suo sangue" l'umanità caduta. Pertanto, asserisce, "saremo salvati dall'ira di Dio per mezzo di lui" (5:9). Il Cristo, in altre parole, morì come sacrificio, e così facendo sconfisse le potenze del peccato e della morte e fornì all'umanità sia una riconciliazione con Dio sia un accesso alla vita eterna.<ref name="Paolo"/>
 
Per Paolo, tale vita eterna doveva arrivare in un prossimo futuro. In contrasto con la proclamazione ''"Sono salvato"'' così spesso affermata oggigiorno, Paolo tende a porre l'idea della salvezza nel futuro. Gesù giustifica e santifica (nel presente), ma uno viene salvato nel futuro. Una generazione dopo, la chiesa avrebbe riformulato la dichiarazione paolina, in modo che la salvezza divenisse coeva del battesimo.<ref name="Paolo"/>
 
La maggioranza degli ebrei non avrebbero accettato le affermazioni di Paolo, nello stesso modo che non avrebbero accettato un messia senza un'era messianica. Avevano già la credenza della risurrezione dei morti, e credevano già in un Dio giusto che perdonava i peccati. Quindi, questo nuovo salvatore galileo era per loro una ridondanza — non c'era nulla di rotto o mancante nel loro sistema che potesse essere sistemato o riempito dalla sua morte e risurrezione. Inoltre, molti avrebbero reputato ridicola l'intera nozione di un messia crocefisso che con la propria morte porta la salvezza dalla morte e dal peccato. Come la mette Paolo in 1 Corinzi 1:23: "Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo [''skandalon''] per i Giudei, stoltezza [''morian'', cioè castroneria] per i pagani."<ref name="Paolo"/><ref name="Yeshua"/>
 
==Ebrei e Gentili==