Le religioni della Mesopotamia/Premessa/Il cuneiforme e le lingue mesopotamiche: differenze tra le versioni

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Giovanni Pettinato<ref>Giovanni Pettinato, ''Mitologia sumerica'', pos. 256.</ref> in riferimento al richiamo di "quando il dio sole risplendette" osserva come ancora oggi tale scrittura può essere solo letta con una luce appropriata simile a quella solare. <br>
 
Da tener sempre presente che i segni del cuneiforme hanno subito nel corso dei secoli una loro evoluzione e, all'interno dello stesso testo, un medesimo carattere può essere presentato con delle varianti. La stessa collocazione, inizialmente verticale, ha subito nel corso dei secoli lo spostamento di 90° in senso antiorario. Allo stesso modo la stilizzazione e il loro numero: inizialmente con circa 12001.200 segni figurativi (pittogrammi, dove a ogni pittogramma corrispondeva una parola; per poi passare all'ideogramma, ovvero a un segno che raccoglie più parole collegate fra loro; per passare all'utilizzo dei determinativi e, infine, ai sillabogrammi), arriviamo a 800 nel periodo di Fara, per finire a soli 500 nel 2000 a.C. La traslitterazione dei segni del cuneiforme nell'alfabeto latino rende la presenza di "omofonie", ovvero di un medesimo suono che possiede tuttavia significati diversi, per mezzo di un indice numerico il cui valore corrisponde alla frequenza: più il numero dell'indice è alto e minore e la diffusione del termine nei testi (a volte il numero <sub>2</sub> si sostituisce con un accento acuto sulla vocale, così come il numero <sub>3</sub> viene presentato con un accento grave). La "polifonia" presente nel cuneiforme è invece dovuta al passaggio dal "pittogramma" all'"ideogramma", quindi il medesimo segno grafico ([[File:DUG (anche KA).JPG|40px]]), "bocca" (''ka''), può indicare anche il "parlare" (''dug<sub>4</sub>'') o l'"urlare" (''kù'').
 
Il sumerico è una lingua agglutinante, ergativa e dai morfemi non modificabili e nella sua scrittura cuneiforme prevalgono i logogrammi. L'accadico, ovvero il semitico, è invece flessivo, la cui radice non è immutabile e agglutinabile, bensì mutabile per mezzo di morfemi; nel cuneiforme che rende le lingue semitiche prevalgono i sillabogrammi. La lingua assira e quella babilonese possono essere considerate varianti dialettali dell'accadico.
 
==Note==