Le religioni della Mesopotamia/I Babilonesi: differenze tra le versioni

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Ma gli dèì avevano destinato tale pianta solo la re e quindi questi, alla fine, la perde, rubata da un serpente:
{{q|Ma qui si evidenzia la sua vera vittoria, che è la vittoria del mondo babilonese: egli è il protagonista dell'umanità, ma dell'umanità nuova, l'umanità rappresentata dalla civiltà babilonese dove l'egoismo è bandito e dove ognuno, a cominciare dai sovrani, pensa al benessere di tutti. Gilgameš avrebbe potuto mangiare l'erba, ma non l'ha fatto: nel momento più bello della sua vita, quando crede di aver risolto tutti i problemi, egli non pensa a se stesso, ma a tutto il suo popolo. Lo rivelano le sue stesse parole: "porterò la pianta della vita ad Uruk, nella mia città, perché i vecchi possano mangiarla". | Giovanni Pettinato, ''Mitologia assiro-babiloneebabilonese'', p. 37}}
 
Non solo, ma anche l'intero mondo divino dei Babilonesi è attento ai bisogni degli uomini:
{{q|Del resto anche il mondo divino è sempre attento ai bisogni dell'uomo, partecipa delle sue ansie, allevia il suo pesante destino: è questa la grande differenza tra il mondo mesopotamico e il tanto declamato mondo civile e razionale dei Greci. Proprio tutte le arti divinatorie e l'astrologia, come loro massima espressione, sono una testimonianza eloquente che i "segni" impressi nelle stelle sono messaggi del mondo divino all'uomo affinché egli possa trarre da ogni manifestazione sia terrestre sia celeste insegnamenti su come vivere meglio.| Giovanni Pettinato, ''Mitologia assiro-babiloneebabilonese'', p. 37}}