Le religioni della Mesopotamia/I Babilonesi: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 1:
[[File:Louvre code Hammurabi face rwk 2.JPG|600px|right|thumb|<small>Il "Codice di Hammurapi" risalente al XVIII secolo a.C., rinvenuta a Susa è oggi conservato al Museo del Louvre di Parigi. Il Codice è alto 225 cm e il suo materiale è diorite. Originariamente posto nel santuario del dio Ŝamaŝ (dio Sole) a Sippar (l'E-babbar), fu trasferito a Susa dal re elamita Šutruk-Naḫḫunte II (1185–1155 a.C.) dopo le sue conquiste nel territorio di Babilonia. Vi erano copie del "Codice" anche nel tempio di Marduk a Babilonia (l'E-sagila) e in quello di Enlil a Nippur (l'E-kur).</small>[[File:Codice di hammurabi 03.JPG|200px|center]]<small>A sinistra, in piedi, è il re babilonese Hammurapi, il copricapo è di tipo neosumerico (a calotta), il braccio alzato indica la postura devozionale di fronte al dio Ŝamaŝ, potenza del Sole e della giustizia divina. Ŝamaŝ siede un trono che altro non è che un tempio posto a Oriente dove sorge il sole, dalle sue spalle sprigionano i raggi dell'astro, in mano tiene il listello e la corda simboli del giudizio, la sua tiara e adornata di corna che ne indicano la divinità.</small> [[File:Hammurabi code detail.JPG|200px|center]]
perché l’orfano e la vedova ottengano giustizia, ho scritto queste preziose parole su questa mia pietra; lo collocai di fronte alla mia statua “re della Giustizia”, in Babilonia, la città il cui pinnacolo il dio Anu e il dio Enlil elevarono in alto in Esagila, tempio con le cui fondamenta sono stabili come il cielo e la terra, in modo che le controversie possono essere risolte nel paese, in modo che le decisioni possano essere pronunciae nel paese, in modo che gli oppressi possano essere sollevati.||dannum enšam ana la aḫabālim, ekūtam almattam šutēšurim in Bâbilim ālim ša Anum u Ellil rēšišu ullû ina Esagil bītim ša kīma šamê u erṣetim išdašu kīna dīn mātim ana diānim purussê mātim ana parāsim ḫablim šutēšurim awâtiya šūqurātim ina narîya ašturma ina maḫar ṣalmiya šar mīšarim ukīin |lingua=AKK}}]]
Con il nome di Babilonia (dal greco antico ''Babylōnía''; in lingua accadica ''Bābilāni'', da ''Bāb-ili''; che rende il sumerico KA.DIN.GIR.RA, col significato di "Porta del Dio"<ref>Perché da lì gli dèi scendevano sulla terra (cfr. Mircea Eliade, ''Il mito dell'eterno ritorno'', Roma, Borla, 1999, p. 23.</ref>, si indica quella città-stato amorrea fondata nel XIX secolo a.C. sulle rive dell'Eufrate.
|