Biografie cristologiche/Da setta ebraica a chiesa dei Gentili: differenze tra le versioni

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Sebbene gli storici abbiano messo in discussione i dettagli registrati nel [[w:Libro degli Atti|Libro degli Atti]], la descrizione dell'evento della [[w:Pentecoste|Pentecoste]] non è sproporzionato rispetto alla manifestazioni interculturali tipo la citata glossolalia, o "parlare in altre lingue". Lo stesso fenomeno apparentemente impressionò la chiesa di Corinto; in [[w:Lettera ai Corinzi|I Corinzi]], Paolo insiste che la pratica venisse controllata, poiché disturbava i raduni della chiesa. La versione della glossolalia data da Paolo è quella di parlare in una lingua "sconosciuta"; Luca rinforza l'impressione descrivendo gente che parlava in lingue vere:
{{q|Come giunse il giorno della Pentecoste [festività del pellegrinaggio ebraico di [[w:Shavuot|Shavuot]], noto anche come Festa delle Settimane] essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo... E furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi. Or a Gerusalemme dimoravano dei Giudei, uomini pii, da ogni nazione sotto il cielo... E ciascuno di loro li udiva parlare nella sua propria lingua. E tutti stupivano e si meravigliavano, e si dicevano l'un l'altro: «"Ecco, non sono Galilei tutti questi che parlano? Come mai ciascuno di noi li ode parlare nella propria lingua natìa? Noi Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia che è di fronte a Cirene e noi residenti di passaggio da Roma, Giudei e proseliti, Cretesi ed Arabi.»"|[https://www.biblegateway.com/passage/?search=atti+2%3A1-11&version=CEI;LND Atti 2:1-11]}}
 
Il messaggio della "Via", come questi primi seguaci si facevano chiamare, prese piede tra membri della popolazione locale, insieme a pellegrini e commercianti. Luca calcola il numero dei convertiti iniziali a circa tremila (Atti 2:41), sebbene la demografia antica sia notoriamente difficile da confermare. Tuttavia, che fossero tre o trentamila, non tutta l'attenzione era positiva. Luca nota anche che "altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto»" (Atti 2:13), che potrebbe indicare la solita pratica della glossolalia, che sembra un balbettio incomprensibile. Il versetto comprova che alcuni reputavano l'intera faccenda un cosa insensata, che le esperienze visionarie non erano comunicazioni celesti, ma segni di possessione demoniaca o pazzia. La glossolalia era un blaterare di ubriachi. Vivere in comune poteva anche essere accettabile, specialmente se uno credeva che il regno di Dio stesse arrivando in settimana, ma provvedere alle necessità dirette della propria famiglia era ben più importante. La vasta maggioranza di coloro che vennero in contatto con questi galilei messianici avrebbero continuato a pregare, a prendersi cura dei poveri, e a credere nella divina provvidenza come avevano sempre fatto; non avevano bisogno della comunità di Gesù per farlo.<ref name="Vermes1">[[w:Geza Vermes|Géza Vermès]], ''Jesus and the World of Judaism'', SCM, 1983, ''ss.vv.'' & ''passim''.</ref>