Biografie cristologiche/Gesù ed Ebraismo: differenze tra le versioni

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La tradizione rabbinica è colma di parabole. Come la mette il ''[[w:Cantico dei cantici|Cantico dei Cantici Rabbah (1:1)]]'', commentario rabbinico del Cantico dei Cantici (detto anche Cantico di Salomone o semplicemente Cantico): "Fa che la parabola ti sia utile. Tramite la parabola, una persona può approfondire le parole della Torah".<ref name="Midra">David Stern, ''Parables in Midrash: Narrative and Exegesis in Rabbinic Literature'', Harvard University Press, 1991, pp. 57-60 e ''ss.vv.''</ref>
 
Le parabole cercano di catturare gli ascoltatori, mostare un'altra prospettiva del mondo, mettere in discussione lo ''status quo''. Spesso trasmettono notizie che il pubblico non vuole conoscere, e tuttavia lo fanno in modi che fanno sorridere, mediante l'esagerazione, scenari ridicoli e giustapposizioni sorprendenti. L'esegeta David Stern offre la traduzione di una parabola da ''[[w:Libro delle Lamentazioni|Lamentazioni]] (Eikhah) Rabbah'' (3:21) su un re che scrisse una ''[[w:Ketubah|ketubah]]'' (contratto di matrimonio) generosa per sua moglie: "Tante camere nuziali sto costruendo per te; tanti gioielli faccio per te; tanto oro e argento ti dò". Quando suo marito partì per un viaggio tra le province, i vicini della moglie la schernivano: "Ma tuo marito ti ha abbandonato? Vai, e sposa un altro uomo!" La moglie allora "piangeva e sospirava, e dopo andava nella sua camera nuziale a leggere il contratto di matrimonio e si consolava [con sollievo]." Dopo molti anni, quando il re finalmente tornò, si meravigliò che sua moglie gli fosse rimasta fedele. Ella rispose: "O re, mio padrone! Se non fosse stato per il generoso contratto nuziale che mi scrivesti, i miei vicini già da tanto tempo mi avrebbero traviato."<ref name="Midra"/> L'interpretazione della parabola paragona la moglie a Israele, che è fedele al suo Dio nonostante l'impressione di essere statostata abbandonatoabbandonata. La parabola si conclude: "E il popolo di Israele entra nelle sinagoghe e case di studio, e lì leggono sulla Torah, « Io mi volgerò a voi, vi renderò fecondi... Stabilirò la mia dimora in mezzo a voi e io non vi respingerò» (Lev 26:9-11), e si consolano." L'interpretazione rabbinica della parabola prosegue citando il Salmo 119:92: "Se la tua legge non fosse la mia gioia, sarei perito nella mia miseria" e si conclude con Lamentazioni 3:21: "Questo intendo richiamare alla mia mente, e per questo voglio riprendere speranza."<ref name="Midra"/>
 
Stern non solo evidenzia le connessioni numerose della parabola con altre affermazioni rabbiniche, le associazioni intricate di parole che stralcia dalla Torah, e le frequenti arguzie dell'interpretazione (con giochi di parole purtroppo perse nella traduzione italiana), ma rivela anche gli aspetti più audaci della parabola. Non rifugge dal descrivere Dio come uno sposo assenteista; mette in discussione se la Torah sia veramente una consolazione per l'assenza di redenzione; e mentre sembra consolare Israele per la sua umiliazione tra le nazioni, finisce per lamentarsi con Dio. La parabola raffigura Israele persino come una donna di cultura che avrebbe potuto accettare l'invito delle nazioni a sposarsi nuovamente. La parabola quindi lascia i lettori con un senso di disagio e risoluzione: le idee difficili non vengono represse ma incanalate in una storia. La sorpresa del marito/re/Dio per la fedeltà di Israele è sia spiritosa nella narrazione che profonda nel mondo reale, come lo è la fedeltà di Israele, la sposa.<ref name="Midra"/>
 
Le parabole rabbiniche sono spesso collegate a versetti biblici; la parabole di Gesù si avvicinano a quelle di Natan e Iotan in quanto si riferiscono non alla Scrittura, ma al "regno di Dio" o "regno dei cieli".
 
==Preghiera==