Le religioni della Mesopotamia/Sumer e Accad/Gli Accadi: differenze tra le versioni

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Una traslitterazione del cuneiforme sumerico con traduzione del componimento, apparati critici e commento, nonché un capitolo sulla vita e le opere della sacerdotessa-poetessa è in William W. Hallo e J.J.A. Van Dijk, ''The Exaltation of Inanna'', New Heaven and London Yale University Press, 1968. Di seguito l'incipit del componimento con la traslitterazione del The ETCSL project, Faculty of Oriental Studies, University of Oxford.
{{q|1.Signora di tutti i Me (''nin-me-šar<sup>2</sup>-ra''), risplendente di luce <br>2. Donna virtuosa, vestita dello splendore divino (''melam''), diletta del Cielo e della Terra<br>3. Ierodula (''nu-u<sub>8</sub>-gig'' )del dio An, con il grande diadema<br>4. Colei che ama la tiara consona alla grande sacerdotessa<br>5. La cui mano impugna (tutti) i sette Me<br>6. O mia Signora, tu sei la guardiana di tutti i grandi Me<br>7. Tu hai riunito i Me, tu hai legato i Me alle tue mani<br>8. Tu hai raccolto i Me, tu hai stretto i Me al tuo petto<br>9. Come un drago (''ušumgal'') tu hai lanciato il veleno sui territori dei nemici<br> 10. Quando tu ruggisci alla terra come il dio della Tempesta (Iškur), la vegetazione non può resisterti<br>11. Come un diluvio (''a-ma-ru'') discendi dalla tua montagna (''kur'')<br>12. O potente del cielo e della terra, tu sei Inanna|Enḫeduanna, ''nin-me-šárra'' (Signora di tutti i Me), 1-12. |1.nin me šar2-ra ud dalla e3-a <br>2.munus zid me-lem4 gur3-ru ki aĝ2 an uraš-a<br>3.nu-gig an-na suḫ-gir11 gal-gal-la<br>4.aga zid-de3 ki aĝ2 nam-en-na tum2-ma<br>5.me 7-bi šu sa2 dug4-ga<br>6.nin-ĝu10 me gal-gal-la saĝ keše2-bi za-e-me-en<br>7.me mu-e-il2 me šu-zu-še3 mu-e-la2<br>8.me mu-e-ur4 me gaba-za bi2-tab<br>9.ušumgal-gin7 kur-re uš11 ba-e-šum2<br>10.<sup>d</sup>iškur-gin7 ki šeg(KA×LI) gi4-a-za <sup>d</sup>ezina2 la-ba-e-ši-ĝal2<br>11.a-ma-ru kur-bi-ta ed3-de3<br>12.saĝ-kal an ki-a <sup>d</sup>inana-bi-me-en|lingua=SUX}}}}
[[File:Lugal (cuneiforme).JPG|200px|right|thumb|Segno cuneiforme per il sumerico ''lugal'' (lett. "grande uomo") e per gli accadici ''bēlu'' e ''šarru'', con il significato di "signore", quindi di "re".{{q|Il ''lugal'' si configura dunque ben presto come un re, ma la regalità, in Mesopotamia, non è, come del resto altrove, autonoma dalla sfera religiosa. Il re esercita un controllo su di essa e spesso tenta di appropriarsi di prerogative sacerdotali. Alla regalità stessa era attribuita un'origine divina; essa, prima del diluvio, era discesa dal cielo per la prima volta in Eridu di Sumer e, dopo il diluvio, era nuovamente discesa dal cielo per la prima volta a Kish. Questa trascendenza celeste della regalità individua il re (''lugal'') come un vicario della divinità, alla quale compete il compito di legittimarne il ruolo. L'universo divino, replica di quello umano, esprimeva un potere sovrannaturale, che superava la frammentazione politica delle città, rispetto alle quali appariva unitario, e che aveva la sua sede nella città santa di Nippur. L'organizzazione monarchica del mondo divino diventava garanzia del potere esercitato dal re nelle diverse città anche prima dell'unificazione politica del paese. Il re, tuttavia, a differenza dell'Egitto, non è un dio, per quanto la regalità resti di origine divina. E finché la regalità non diviene ereditaria, con l'introduzione del principio dinastico, il ''lugal'' è tale in quanto sposo della dea Inanna (Ištar in semitico, la Signora del cielo. Sono dunque le nozze con la dea che definiscono il ruolo del re, a sua volta scelto da Inanna. Ma il matrimonio sacro non comporta uno statuto divino per il sovrano né la sua immortalità. È solo con l'avvento del regno di Accad che si incontra per la prima volta una dichiarata divinizzazione del re, forse per effetto del modello egizio. Il primo sovrano divinizzato è Narām-Sin (2254-2218 a.C.), che accanto al nome porta il determinativo ''dingir''. Prima di questo sovrano la divinizzazione sembra aver riguardato alcuni re predinastici dell'universo mitologico, come Dumuzi (Tammuz in ebraico e aramaico, o come lo stesso Gilgameš.|Paolo Scarpi, ''Area mesopotamica e vicino orientale'', in ''Manuale di storia delle religioni'' (a cura di Giovanni Filoramo). Bari, Laterza, 1998, pp. 19 e sgg.}} ]]