Le religioni della Mesopotamia/Sumer e Accad/Gli Accadi: differenze tra le versioni

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[[File:Lugal (cuneiforme).JPG|300px|thumb|Segno cuneiforme per il sumerico ''lugal'' (lett. "grande uomo") e per gli accadici ''bēlu'' e ''šarru'', con il significato di "signore", quindi di "re".{{q|Il ''lugal'' si configura dunque ben presto come un re, ma la regalità, in Mesopotamia, non è, come del resto altrove, autonoma dalla sfera religiosa. Il re esercita un controllo su di essa e spesso tenta di appropriarsi di prerogative sacerdotali. Alla regalità stessa era attribuita un'origine divina; essa, prima del diluvio, era discesa dal cielo per la prima volta in Eridu di Sumer e, dopo il diluvio, era nuovamente discesa dal cielo per la prima volta a Kish. Questa trascendenza celeste della regalità individua il re (''lugal'') come un vicario della divinità, alla quale compete il compito di legittimarne il ruolo. L'universo divino, replica di quello umano, esprimeva un potere sovrannaturale, che superava la frammentazione politica delle città, rispetto alle quali appariva unitario, e che aveva la sua sede nella città santa di Nippur. L'organizzazione monarchica del mondo divino diventava garanzia del potere esercitato dal re nelle diverse città anche prima dell'unificazione politica del paese. Il re, tuttavia, a differenza dell'Egitto, non è un dio, per quanto la regalità resti di origine divina. E finché la regalità non diviene ereditaria, con l'introduzione del principio dinastico, il ''lugal'' è tale in quanto sposo della dea Inanna (Ištar in semitico, la Signora del cielo. Sono dunque le nozze con la dea che definiscono il ruolo del re, a sua volta scelto da Inanna. Ma il matrimonio sacro non comporta uno statuto divino per il sovrano né la sua immortalità. È solo con l'avvento del regno di Accad che si incontra per la prima volta una dichiarata divinizzazione del re, forse per effetto del modello egizio. Il primo sovrano divinizzato è Narām-Sin (2254-2218 a.C.), che accanto al nome porta il determinativo ''dingir''. Prima di questo sovrano la divinizzazione sembra aver riguardato alcuni re predinastici dell'universo mitologico, come Dumuzi (Tammuz in ebraico e aramaico, o come lo stesso Gilgameš.|Paolo Scarpi, ''Area mesopotamica e vicino orientale'', in ''Manuale di storia delle religioni'' (a cura di Giovanni Filoramo). Bari, Laterza, 1998, pp. 19 e sgg.}} ]]
 
Con il termine "Accadi" (anche Akkadi) si intende quel popolo che, parlante una lingua semitica, fa riferimento alla città di Akkad, capitale dell'impero "accadico" fondata dal re e condottiero Sargon (Šarru-kīnu, regno: 2335- ca. 2334-2279 a.C.).
 
Conosciamo la figura di Sargon grazie a delle iscrizioni reali (spesso copie paleo babilonesi) votive, rinvenute nel santuario del dio Enlil a Nippur (l'E-kur). Le prime iscrizioni lo appellano come re di Kiš. Da questa città, secondo le iscrizioni, il re Sargon compie delle spedizioni verso il meridione, sconfiggendo Lugal-Zagesi (Lugalzagesi), il re sumero di Uruk, per poi sconfiggere gli altri ''ensi'' e quindi conquistare le città di Ur, E-ninmar e Umma: Sargon infine dichiara di aver sottomesso 50 ''ensi'' e di aver vinto 34 battaglie fino a lavare le sue armi "grondanti di sangue" nel mare inferiore (il golfo Persico).
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La presenza dei Semiti nell'area della Mesopotamia è attestata sin dal periodo di Fara e Abu Salabikh (2600-2500 a.C.) e, dopo la scoperta di Ebla e della sua ormai evidente influenza, si ritiene che questa presenza possa essere ancora più antica. Di conseguenza, considerando che nemmeno i Sumeri erano degli indigeni della Mesopotamia, quanto piuttosto giunti dal subcontinente indiano o dalla regione del Caucaso, si può ritenere che nella Mesopotamia dei primi secoli storici convivessero due etnie: i Sumeri e i Semiti, con i primi in qualità di minoranza etnica<ref>Pettinato, ''Mitologia assiro-babilonese'' pp. 12-13.</ref>.
 
Il primo impero semitico fondato da Sargon parte dal golfo Persico, dove controlla le rotte commerciali che arrivano alla Valle dell'Indo, fino alla città di Tuttul, città a situata a metà tra Akkad e Mari. Il successore e figlio di Sargon, Rimuš (regno: ca. 2278-2270 a.C.) doma una rivolta delle città sumere, rivolgendosi poi a oriente per combattere contro gli Elamiti. Anche il secondo figlio di Sargon, Maništušu (regno: ca. 2269-2255 a.C.), conduce delle campagne contro gli Elamiti, ma è con Naram-Sin (regno: ca. 2254-2218 a.C.), nipote di Sargon, che l'impero accadico raggiunge il suo apogeo, sconfiggendo gli Elamiti e conquistando la Susiana, distruggendo, a occidente la ricca città di Ebla.
 
La nozione di regalità, e quindi del potere, accadica e comunque diversa da quella sumera, nota Liverani<ref>p. 201</ref> come il re degli Accadi basa il proprio diritto e potere sulla propria forza eroica piuttosto che riverberare nei conflitti tra le divinità poliade delle diverse città, come accade invece per i Sumeri. Con Naram-Sin questa sostanziale differenza raggiunge l'apice in quanto il sovrano accadico stesso si indica e si titola come "dio" aggiungendo al proprio nome il determinativo divino ''dingir''.