Le religioni della Mesopotamia/La letteratura religiosa in Mesopotamia/Gilgameš: differenze tra le versioni

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Diversi studiosi hanno concluso che Gilgameš fosse un personaggio storico, ovvero un re, divinizzato in epoca successiva. Giovanni Pettinato nella sua opera ''I Sumeri'' (1992, 2005, pp. 214 e sgg., cfr. anche ''La Saga di Gilgameš'' 2004, p. LXXX) giunge a una opposta conclusione ritenendo Gilgameš un personaggio non storico, quindi un dio inserito nelle liste reali sumeriche e da qui entrato nelle tradizioni religiose semitiche.
 
==Gilgameš (sumerico: ''Bilgames''), divinità e re di Uruk (sumerico: ''Unug'') ==
===Gilgameš re di Uruk nella ''Lista Reale Sumerica''===
La ''Lista Reale Sumerica'' (sumerico: [nam]-lugal an-ta ed<sub>3</sub>-de<sub>3</sub>-a-ba; ''Quando la regalità discese dal cielo'') è un testo in cuneiforme sumerico composto tra il 2100 e il 1800 a.C.<ref>La sua redazione definitiva appartiene alla dinastia di Isin (1950 a.C.; cfr. Giovanni Pettinato, ''La Saga di Gilgameš'', Milano, Mondadori, p. LXXVIII)</ref><ref>Una insuperata edizione di questa opera è di Thorkild Jacobsen, ''The Sumerian King List'', University of Chicago Oriental Institute, Assyriological Studies 11, University of Chicago Press, 1939.</ref><ref>Per la precisione arriva al re di Isin, Sin-magir (1827- 1817 a. C.).</ref> con la finalità di gettare le basi tradizionali e politiche dell'unificazione del territorio di Sumer (Mesopotamia meridionale)<ref>Enrico Ascalone, ''Mesopotamia'', Milano, Electa, 2005, p.10.</ref>. Questo testo si avvia con il principio di "regalità" che discende dal cielo per essere assegnata per la prima volta alla città sumera di Eridu in cui resta per complessivi 64.800 anni, successivamente tale principio si trasferisce alla città di Bad-Tibira per altri 108.000 anni, per poi discendere sulla città di Larak per ulteriori 28.800 anni, poi a Sippar per 21.000 anni e infine a Šuruppak per 18.600 anni: 5 città, 8 re elencati nella ''Lista'', per complessivi 241.200 anni di regno, quando il dio Enlil scatena il diluvio universale distruggendo l'umanità. Il dio Enki, lo sappiamo da altre epopee mesopotamiche<ref>A tal proposito, e per quanto attiene la documentazione sumerica, disponiamo come testimonianza principale della tavoletta rinvenuta nel 1895 a Nippur e pubblicata nel 1914 (Cfr. Arno Poebel in ''Historical and Grammatical Text'' 1, 1914). </ref>, salva tuttavia un uomo, il Noè sumerico: Ziusudra (sumerico: Zi-u<sub>4</sub>-sud-ra, lett. "Vita dei giorni prolungati"), figlio dell'ultimo re di Šuruppak Ubara-Tutu. La ''Lista Reale Sumerica'' riprende così la sua elencazione: