Biografie cristologiche/Premessa: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 38:
Se a livello popolare gli ebrei riconoscono — e spesso ne sono fieri — l'ebraicità di ebrei non osservanti come [[w:Sigmund Freud|Sigmund Freud]], [[w:Albert Einstein|Albert Einstein]], i Marx (sia i [[w:Fratelli Marx|fratelli comici]] che [[w:Karl Marx|Karl]], sebbene quest'ultimo venisse battezzato da bambino) e [[w:Woody Allen|Woody Allen]], perché non riconoscere Gesù, profondamente osservante? Tale riconoscimento non comporterebbe di certo citare i Vangeli durante un discorso di [[w:Bar mitzvah|Bar mitzvah]] o in un ''[[w:Studio della Torah|d`var Torah]]'' — interpretazione della lettura biblica settimanale — sebbene accada di sentire rabbini [[w:Ebraismo riformato|riformati]] e [[w:Ebraismo conservatore|conservatori]] che citano Omero, Platone, Buddha, Maometto, Gandhi, Martin Luther King Jr., il Dalai Lama e persino Madonna (non la madre di Gesù, ma la cantante fissata con la [[w:Cabala|Cabala]]). Almeno Gesù è ebreo rispetto a famiglia, pratica e fede.<ref name="Charles">James H. Charlesworth (cur.), ''Jesus` Jewishness: Exploring the Place of Jesus in Early Judaism'', Crossroads, 1991.</ref>
 
Uno studio di Gesù critico e fondato storicamente, nel suo contesto ebraico, realizza ben più di fornire benefici a cristiani ed ebrei: aiuta a prevenire quell'antisemitismo che nasce quando non si conosce la storia. L'impegno di recuperare l'ebraicità di Gesù è di questi tempi particolarmente urgente. Nelle chiese ed nel mondo accademico, in dichiarazioni rilasciate da Palestinesi e ispano-americani, da donne del Benin e uomini della Corea, dal [[w:Consiglio ecumenico delle Chiese|Consiglio ecumenico delle Chiese]] e da [[w:Teologia della liberazione|teologi cattolici della liberazione]], l'ebraicità di Gesù è spesso cancellata.<ref name="Amy"/> Nelle chiese, mentre Gesù continua ad essere il simbolo di tutto ciò che è socialmente buono, i ministri di culto ed i laici cristiani parimenti rappresentano il suo contesto ebraico come epitome di tutto ciò che è sbagliato al mondo. Se Gesù annuncia la buona novella ai poveri, si ha l'impressione che "gli ebrei" debbano annunciare la buona novella ai ricchi. Se Gesù accoglie i peccatori, "gli ebrei" pare li abbiano scacciati. Se Gesù parla o risana le donne, "gli ebrei" pare che abbiano costituito una società patriarcale che fa sembrare progressivi i Talibani[[w:Talebani|Talebani]].<ref name="Amy">Amy-Jill Levine, ''The Misunderstood Jew'', HarperOne, 2006, pp. 7-16.</ref>
 
Nel mondo accademico, certe scuole di pensiero riescono, implicitamente o esplicitamente, a tenere Gesù separato da una qualsiasi sorta di "[[w:Giudaismo|Giudaismo]]". La predilezione popolare di rappresentare Gesù come galileo e vedere la [[w:Galilea|Galilea]] distinta religiosamente ed etnicamente dalla [[w:Giudea|Giudea]] finisce per trasmettere l'impressione che il "Giudaismo" col suo [[w:Tempio di Gerusalemme|Tempio]] ed i suoi leader, sia alquanto diverso dal Gesù galileo. L'immagine popolare di Gesù come "rustico/campagnolo" spesso serve a non collegarlo coi suoi simili ebrei ma a distinguerlo da loro, poiché "gli ebrei" nell'immaginazione popolare rappresentano non i contadini ma i Farisei ed i Sadducei o, in termini accademici, i membri delle classi nobili ed elitarie. Peggio, l'opinione persistente che Gesù abbia destituito le pratiche ebraiche basilari, come le Leggi relative all'osservanza dello [[w:Shabbat|Shabbat]] e la purezza rituale, spoglia Gesù della sua identità ebraica e lo rende un [[w:Cristianesimo liberale|Protestante liberale]].<ref name="Amy"/>