Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo/Un nuovo inizio: la letteratura israeliana: differenze tra le versioni
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:''L'altura del Santuario vasta nave, piroscafo sontuoso<br/>
:''di dolci svaghi. Dagli
:''occhieggiano giulivi santi in partenza. Chassidim si sbracciano<br/>
:''sulla banchina a salutare, arrivederci, urrà. Una nave<br/>
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{{q|'''1'''<br/>Mr Beringer, il di cui figlio<br/>cadde al Canale scavato da stranieri<br/>ché le navi potessero attraversare il deserto,<br/>attraversò il mio percorso alla Porta di Giaffa.<br/><br/>È diventato molto magro, ha perso<br/>il peso di suo figlio.<br/>Ecco perché fluttua così lieve nei vicoli<br/>e mi si impiglia nel cuore come piccoli ramoscelli<br/>che si allontanano alla deriva.<br/>
<br/>[...] <ref>Mentre la traduzione dall'ebraico all'inglese è una di quelle ufficiali, pubblicata nel 1986 (rev. 96), quella in italiano è purtroppo, con le debite scuse, estemporanea eseguita da [[Utente:Monozigote|Monozigote]].</ref>|''Amen'', "Seven Laments for the Fallen" <ref>Amichai usa spesso i giochi di parola: usando parole ebraiche di suono simile, dà significati contorti sottili (e a volte non così sottili). "Seven Laments (Sette Lamenti)" è stato tradotto (e pubblicato) in inglese da Stephen Mitchell e Chana Bloch, quest'ultima che ha trascorso lunghi periodi con Amichai in Israele, elaborando le traduzioni inglesi. Tutta la raccolta ''Amen'' in inglese fu a suo tempo (1977) curata dal poeta [[w:Ted Hughes|Ted Hughes]], ''[[w:Poeta Laureato|Poet Laureate]]'' in Inghilterra dal 1984 fino alla sua morte nel 1998 — cfr. [http://wonderingminstrels.blogspot.co.uk/2002/10/seven-laments-for-war-dead-yehuda.html Traduzione ufficiale in inglese dei "Sette Lamenti"], dalla raccolta ''Amen'' - cfr. ''Selected Poetry of Yehuda Amichai'', raccolta curata e tradotta da Chana Bloch & Stephen Mitchell, Harper & Row, 1986; ediz. riveduta ed espansa, University of California Press, 1996.</ref>|
'''1'''<br/>
''Mr. Beringer, whose son<br/>
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''walks up the street<br/>
''like a woman with a dead fetus inside her womb.<br/>
''"Behind all this, some great happiness is hiding."''
Come si localizza l'esperienza? Il simbolo può tentarlo. Una bandiera sta al posta di una nazione. Ma, dice il poeta, "una bandiera perde il contatto con la realtà e vola via" (Lamento nr. 7). Le cose cambiano funzione. La sabbia con cui gioca il bambino ora riempie i sacchi di trincera per la difesa. Gli amori sono misurati coi giorni di guerra. E anche i simboli veramente grandi hanno significato solo come simboli, non come le cose che devono rappresentare. Gerusalemme, centro focale di storia e sentimento, viene ricordata solo come un luogo dove "ci ricordiamo di aver dimenticato qualcosa, ma non quello che abbiamo dimenticato".<ref name="Amichai"/> Queste poesie parlano del dolore di esistere ed il "nostro" (del poeta) tentativo di lenirlo. Quindi "la gente si usa a vicenda/Come un risanamento del proprio dolore... si tengono stretti e non si lasciano." Nella sua autobiografia spirituale, ''''Travels of a Latter-Day [[w:Benjamín de Tudela|Benjamin of Tudela]] (Viaggi di [[w:Beniamino di Tudela|Beniamino di Tudela]] degli ultimi giorni)'',<ref>''Travels of a Latter-Day [[w:Benjamín de Tudela|Benjamin of Tudela]]''. Tradotte da Ruth Nevo, Webster Review, 1977.</ref> Amichai descrive il suo possesso passivo della terra, non la propria coltivazione attiva della terra stessa:
:''Non baciai la terra<br/>
:''Quando mi portarono, bambino, in questo paese.<br/>
:''Ma ora che ci sono cresciuto sopra<br/>
:''Mi bacia<br/>
:''Mi tiene<br/>
:''Mi si abbarbica in amore<br/>
:''Con erba e spine, sabbia e pietra<br/>
:''Con la sue guerre<br/>
:''E con le sue sorgenti<br/>
:''fino al suo ultimo bacio.<br/>
[[File:Amos Oz by Kubik.JPG|Amos Oz, 2005|thumb|150px|Amos Oz]]▼
Le storie di '''[[w:Amos Oz|Amos Oz]]''' (n. 1939) si librano al vacillante confine del naturale e del surreale. I suoi primi racconti e romanzi, ambientati principalmente in un kibbutz o a Gerusalemme, sono stati pubblicati sin dal 1962. Ma il romanzo ''Toccare l'acqua, toccare vento'' del 1973<ref>Poiché la maggior parte delle opere di Oz sono apparse in traduzione italiana, riporto qui i titoli italiani, ma con la data della pubblicazione originale in lingua ebraica.</ref> tentava di spezzare i confini del momento presente. Tuttavia, esaminando più attentamente la sua produzione, anche le opere naturalistiche si rivelano non essere una rappresentazione lineare della realtà quotidiana. ''Altrove forse'' (1966) non è soltanto una storia di vita nel kibbutz. L'accusa di distorsione che gli viene fatto non è quindi giusta. Dopo tutto, non è proprio pertinente accusare qualcuno di non trasmettere le cose come stanno normalmente, se non è quello che l'autore intendeva in primo luogo. L'epilogo bizzaro del romanzo lo comprova.<ref name="Oz">Vincitore di numerosi premi letterari, anche in Italia, Oz è al centro di un'ampia bibliografia in svariate lingue. Cr. ''int. al''', ''The Amos Oz Reader'', curato da Robert Alter, Nitza Ben Dov ''et al.'', Wadsworth Publishing Co., 2009; Avraham Balaban, ''Between God and Beast: An Examination of Amos Oz's Prose'', Pennsylvania State University Press, 1989; [http://www.theparisreview.org/interviews/1366/the-art-of-fiction-no-148-amos-oz "The Art of Fiction: Amos Oz"], in ''The Paris Review'' nr. 148; Risa Domb, ''Identity and Modern Israeli Literature'', Vallentine Mitchell & Co Ltd, 2005, ''s.v.'' "Amos Oz". Si vedano anche [http://www.feltrinellieditore.it/autori/autore/oz-amos/ Opere e video di Amos Oz in italiano] e [http://www.youtube.com/playlist?list=PLiwmNsU8mJRSXrE-_AwyiuYv1p1hL8xmV/ Playlist di video tradotti in italiano].</ref>
==Galleria di autori israeliani==
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▲Amos Oz by Kubik.JPG|Amos Oz, 2005
Aharon Appelfeld al Festival della Mente 2009.png|Aharon Appelfeld al Festival della Mente, 2009
David Grossman 3.jpg|David Grossman, 2010
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[[Categoria:Identità e letteratura nell'ebraismo del XX secolo|Un nuovo inizio: la letteratura israeliana]]
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